L'articolo D. R. Jolivet: Trattato di filosofia ? Etica (I e II) proviene da TotusTuus e-book gratuiti.
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del prof. Mauro Ronco, ordinario emerito di Diritto Penale Univ. Sassari
1. La notizia che l?Alta Corte australiana ha prosciolto il Cardinale George Pell da ogni accusa, ordinandone la scarcerazione dopo 400 giorni di detenzione in un carcere di alta sicurezza, ha riempito di gioia il mio cuore.
Qualcuno dopo la sentenza ha detto: ?Allora è innocente!?. Sulla connessione causale automatica tra sentenza e innocenza io non concordo. Non è che il Cardinale Pell sia innocente perché l?Alta Corte lo ha prosciolto; egli è innocente perché non ha mai commesso gli abusi che gli erano stati ingiustamente addebitati e perché nessuna prova logicamente valida era stata formata contro di lui.
Occorre liberarci dal velo di ipocrisia che avvolge spesso la vita giuridica e sociale. L?effato di una sentenza definitiva ?pro veritate habetur?. Ma non racchiude necessariamente la verità. Certo, occorre rispettare le sentenze, come anche le leggi.
La legge umana, però, contraria al diritto naturale, non è vera legge, ?sed legis corruptio? (San Tommaso, Summa Theologie, I-II, q. 95, a.2). Quindi, non obbliga in coscienza il cittadino. La sentenza può essere ingiusta per dolo o per colpa del giudice o di altri soggetti protagonisti dell?accusa, ovvero per una serie di contingenze casuali che hanno falsato l?accertamento della verità. Alla sentenza ingiusta il condannato soggiace come a una violenza superiore cui egli non può resistere.
L?esecuzione di una pena recata da una sentenza ingiusta fa del condannato un testimone nascosto della verità. Il Cardinale Pell, che ha subìto ingiustamente la detenzione per 13 mesi, ha portato in sé stesso la sofferenza della pena a testimonianza della verità.
2. Come accennato in precedenza, l?ingiustizia della sentenza può derivare dal dolo o dalla colpa del giudice, dell?inquirente o dell?accusatore, ovvero dall?assommarsi di circostanze sciagurate che hanno deviato senza colpa di alcuno l?accertamento della verità.
Affinché siano il più possibile scongiurati gli errori giudiziari, la sapienza giuridica di tutti i tempi, anche di quelli più severi e inesorabili verso il delitto, ha predicato il massimo rigore nella valutazione delle prove. Giacomo Menochio, grande giurista italiano della seconda metà del ?500 ? un?epoca non certo tenera nella punizione dei colpevoli ? scriveva: ?Probationes dubiae admittuntur in criminalibus ad probandi accusati defensionem, nec non testes de sola credulitate deponentes? (De Praesumptionibus, conjecturis, signis et indiciis, Commentaria, Liber V, Praesumptio III, 50, 651) e concludeva: ?Accusatoris probatio debet luce meridiana esse clarior et redditur dubia ex qualicumque accusati probatione? (Ibidem, 52).
In queste massime era inciso il valore inconcutibile del principio che la prova dell?accusatore è inaccettabile quando vi sia anche un solo indizio contrario che ne oscuri l?assoluta chiarezza. Onde il giudice deve assolvere l?imputato quando ricorra una ragione non capziosa di dubbio che infici la prova di colpevolezza. Non importa che il giudice sia convinto in coscienza di poter superare il dubbio indotto dalla prova difensiva. Decisivo è che una ragione oggettiva di dubbio sia affiorata nel processo.
Il principio ?In dubio pro reo?, che si esprime nel diritto contemporaneo con la formula che la condanna può essere legittimamente pronunciata soltanto allorché la responsabilità sia stata provata ?al di là di ogni ragionevole dubbio?, è un principio di diritto naturale.
In effetti, la sua radice sta in una verità metafisico/antropologica in ordine alla natura dell?uomo. Se egli è per natura buono, poiché la ragione, che deve governare per natura le potenze dell?anima, lo inclina al bene, nonostante la tendenza in lui presente che lo trascina al male, e se l?uomo va riguardato, in relazione al suo statuto giuridico, nella sua essenziale dignità ? che sta nella ragione che lo inclina al bene ? è evidente la razionalità giuridica della presunzione di innocenza dell?accusato.
La presunzione è regola pratica essenziale al giudizio, soccombente soltanto di fronte alla prova certa del contrario. Per Francesco Carrara, che insegna di prestare particolare attenzione al fondamento metafisico del diritto penale, ?la presunzione di innocenza, e così la negazione della colpa? è principio metafisico e dogma fondamentale statuito dalla ragione (Carrara, Opuscoli di diritto criminale, V, Prato, 1881, 17 s.).
3. La Corte Suprema australiana ha prosciolto il Cardinale Pell sul rilievo che esisteva la possibilità significativa che fosse stato condannato un innocente.
Dunque, ricorrevano elementi di prova che oggettivamente non consentivano di superare il ?ragionevole dubbio? della sua innocenza.
I giudici che l?avevano condannato nei gradi precedenti di giudizio hanno violato la legge processuale australiana e, più ancora, il principio di diritto naturale che ne è il fondamento.
È evidente che il luogo, il tempo, le circostanze tutte in cui sarebbe stato compiuto il gesto illecito, secondo la narrazione dell?unico accusatore, erano intrinsecamente incompatibili con il normale svolgersi dei fatti umani. Certo, è possibile che accada anche un evento assolutamente inverosimile. Ma l?inverosimiglianza oggettiva di un accadimento costituisce ragione sufficiente per l?obbligatoria esclusione dall?accusa a meno che non si provi la circostanza particolare che, nel caso concreto, avrebbe reso possibile ciò che è inverosimile secondo l?ordinario accadere dei fatti umani. Ma di tale circostanza non vi è traccia nelle sentenze invalide e nulle di condanna.
Ma qualcosa di più va detto. Il dictum dell?unico accusatore era contraddetto dalla testimonianza giurata e solenne di almeno 20 testimoni, non sospettabili in alcun modo di mendacio.
Anche per questa seconda ragione l?accusa non poteva essere creduta come vera ?oltre ogni ragionevole dubbio?.
E ancora: il lungo tempo intercorrente dal fatto supposto alla presentazione della denuncia costituiva un ulteriore motivo di inattendibilità soggettiva dell?accusatore, a cagione dell?innumerevole serie di spinte che potevano averlo determinato alla dichiarazione, dalla volontaria calunnia all?autosuggestione o all?influenza di fattori esterni agìti da quella parte di mondo che insuffla nelle menti più fragili l?idea fallace che le persone dotate di autorità morale siano i colpevoli tipici degli atti di abuso.
4. Perché, allora, nonostante la palese ricorrenza di elementi che impedivano di affermarne la colpevolezza, il Cardinale Pell era stato condannato nei precedenti gradi di giudizio?
Va messa in luce, anzitutto, l?ipotesi della colpa dei giudici. Si tratti di dolo o di negligenza, non par dubbio che una colpa vi sia stata.
La violazione della regola dell? ?oltre ogni ragionevole dubbio? sta nella realtà delle cose. È stata, peraltro, asseverata senza remore dal giudice supremo.
Non è possibile qui andare oltre per verificare se vi sia stata soltanto negligenza o addirittura dolo nella violazione della legge. Ricercare l?intenzione nella mente del giudice che emette una sentenza falsa è cosa assai ardua. Va ammesso che il suo compito è difficile. Epperò è tanto più grave la violazione di legge quanto più palesi si siano manifestate le ragioni oggettive di dubbio che impedivano la pronuncia di condanna.
Che si sia trattato di dolo o di negligenza non è qui rilevante. Ciò riguarda il grado di colpevolezza morale dei giudici, che sfugge alla valutazione in sede giuridica e sociale.
Importa, piuttosto, rilevare che il clima sociale in cui si sono celebrati i processi di merito era avvelenato da un desiderio diffuso di persecuzione della Chiesa nella sua gerarchia sacerdotale.
5. Vi sono ulteriori aspetti della vicenda meritevoli di considerazione. La presunzione di innocenza si radica metafisicamente sull?assunto che l?uomo è per sua natura buono, siccome inclinato da Dio al vero, al buono e al giusto, e che la spinta verso il male è conseguenza della caduta e della decadenza.
Chi giudica deve per stretto dovere di giustizia presumere che il giudicabile sia buono. Il male dell?azione illecita, pertanto, deve essere rigorosamente provato.
Nell?epoca contemporanea si è diffusa ubiquitariamente una concezione opposta, alla stregua della filosofia del sospetto e, più ancora, del relativismo etico del pensiero debole.
Non vi sarebbe distanza tra bene e male. Comunque, nella società dell?homo homini lupus, gli uomini e le donne, incentrati tutti sull?autoreferenzialità del proprio io, non avrebbero in se stessi traccia alcuna di bontà. Quando l?apparenza esterna cade, nessuno, pertanto, può presumersi buono.
La presunzione di innocenza, dunque, che è regola pratica di giudizio e, prima ancora, corollario di un principio metafisico, viene rovesciata.
Nella confusione mediatica in cui si avvolge spesso l?esercizio dell?attività giudiziaria, la regola pratica non è la presunzione di innocenza, bensì di colpevolezza.
Ancor più: la presunzione di colpevolezza si rende onnipervadente allorché alla generica malizia della curiosità che si compiace dei mali altrui si aggiunge l?invidia per le persone dotate di autorità cadute in disgrazia.
In grado massimo questa malizia esplode con furia quando la vittima sia un sacerdote di Cristo. La malizia ordinaria si rafforza allora con l?odio contro la Chiesa e il sacerdozio.
6. Né va trascurato, infine, il sottile e perfido operare delle potenze delle tenebre. Come l?astuzia del Nemico ha fatto cadere in peccati abominevoli alcuni componenti della Chiesa gerarchica, così la medesima astuzia approfitta della confusione babelica che ha avvolto il mondo secolarizzato per aggredire chiunque sia consacrato nel segno di Cristo, allo scopo di coinvolgerlo in un?aura indiscriminata di sospetto e di generica colpa.
7. Le dichiarazioni rese dal Cardinale Pell subito dopo la liberazione costituiscono un nobile esempio di verità e di umiltà.
Per un verso, egli è rifuggito dal mettersi al centro della scena. Non si è infatti vanamente proposto come simbolo di una vittoria consumata sugli accusatori o sui giudici.
La resiudicanda non concerneva il modo in cui la Chiesa cattolica aveva affrontato negli ultimi decenni il crimine di pedofilia nel clero, bensì la sua personale responsabilità di uomo e di sacerdote per i crimini terribili di cui era stato accusato.
Per altro verso, egli ha manifestato il desiderio buono che al dolore patito non si aggiunga altro dolore in capo a coloro che lo avevano accusato o ne avevano in qualche modo sostenuto e fomentato la condanna.
Non si deve infine trascurare la cosa più bella. L?Arcivescovo emerito di Sidney ha conservato la fede. Il desiderio più vivo che ha immediatamente manifestato dopo la liberazione è stato infatti di poter subito celebrare la Santa Messa.
Mauro Ronco
Fonte: [https:]
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Quando il Sindaco di Bologna ? Virginio Merola del Partito Democratico ? promette qualcosa, c?è sempre da preoccuparsi.
Infatti, non siamo di fronte solo a un amministratore incapace, ma anche al campione della lotta contro i valori non negoziabili: vita umana, famiglia naturale, libertà di educazione sono costantemente oggetto delle sue politiche.
Così, quando a Merola è stato chiesto «Nella fase due ci sarà spazio anche per la famosa app con cui controllare che i cittadini, positivi o no al virus, rispettino le normative?», ha risposto in modo da far gelare il sangue: «Mi sembra inevitabile utilizzarla [?] la democrazia ha dimostrato quale sia la sua forza» (qui).
La ?democrazia? che intende Merola è quella dei regimi socialisti, quella in cui lo Stato controlla e decide tutto della vita delle persone, ?dalla culla alla bara?.
L?uso delle app nella Cina socialista è stato recentemente descritto dal settimanale Tempi.it così: «Con le app anti-coronavirus, la repressione in Cina diventa preventiva» (qui).
Come sarà possibile? Prosegue Tempi.it: «A Wuhan, epicentro dell?epidemia, come anche a Pechino, Tianjin, Shanghai, Chongqing e tutte le città cinesi più importanti, un codice verde è indispensabile per salire sulla metro, prendere il treno o l?aereo, entrare in banca, al supermercato, nei bar, nei ristoranti, in ufficio, a scuola o addirittura per entrare in alcuni quartieri delle città. Chi ha un codice verde è libero, chi non ce l?ha, anche se non ritiene di essere malato o un pericolo per la salute altrui, non può fare letteralmente nulla».
Non basta: l?iniziativa del ?Sindaco rosso? si inquadra perfettamente in un più ampio tentativo di condizionare l?Italia.
Infatti, lo scorso 3 aprile 2020, su iniziativa del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, è stata costituita l?Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network (qui).
E? vero che, al momento, per tale ?Unità? non sono previsti compiti di vigilanza o sanzionatori. Ma cosa pensare delle dichiarazioni di Riccardo Luna (uno degli otto ?esperti dell?unità?) secondo il quale «la squadra di Palazzo Chigi dovrebbe poter fare debunking e bloccare la diffusione di informazioni ?che creano danno alla salute pubblica. E’ quello che hanno fatto Twitter e Facebook, sia nel caso di Maduro sia nel caso di Bolsonaro, quando hanno cancellato loro post che parlavano di rimedi miracolistici?» (qui).
I rimedi giuridici contro le fake news già esistono: polizia postale, giustizia ordinaria e Agcom intervengono per bloccare e sanzionare la circolazione di notizie false, che ledono i diritti della personalità altrui o generano allarmi ingiustificati.
Ma allora a cosa serve questa ?unità?? Che notizie si vogliono bloccare?
Ad esempio, perché
Se questi fatti sono fakes e non hanno diritto ad essere diffusi, perché
A noi pare che le fake news siano, piuttosto, propinateci dai mass-media definiti ?seri? (non solo RAI e SKY, anche Mediaset) e, pertanto, condividiamo la chiusa di Tempi.it:
«Il governo ha spiegato che la tecnologia è indispensabile per arginare il ritorno dell?epidemia, ma è evidente che il codice sanitario è un?arma potentissima nelle mani di un regime che è già in grado di sorvegliare le città e sanzionare i comportamenti delle persone con la censura e attraverso telecamere onnipresenti a ogni angolo di strada.
Per la prima volta il governo potrà, attraverso le app, impedire a chiunque perfino di comprare da mangiare o di muoversi con i mezzi pubblici.
Per farlo non avrà bisogno di assoldare qualcuno per controllare le persone, basterà far apparire sui loro telefoni un codice rosso.
Così la repressione diventa addirittura preventiva: un livello mai raggiunto prima da nessun regime al mondo».
FattiSentire.org
Bologna, 12/4/2020
L'articolo Merola, la Commissione per le fake news e… il tribunale della verità? proviene da FattiSentire.org - Per la vita e la famiglia.
di Roberto Marchesini
Perché le coppie si separano? Un tempo ero convinto che le coppie si separassero perché litigavano. L?aver lavorato a lungo con le coppie mi ha insegnato che mi sbagliavo: le coppie non si separano perché litigano; al massimo litigano perché si separano (per i figli, i soldi, la casa, l?auto?).
Questa mia osservazione è confermata da una ricerca (P. R. Amato e A. Booth, A Generation at Risk: Growing Up in an Era of Family Upheaval, Harvard University Press, Cambridge 1997) secondo la quale circa il 70% dei divorzi avvengono in famiglie a basso livello conflittuale (low-conflict) e solo il 25% in famiglie ad alto livello conflittuale (high-conflict).
E allora: perché le coppie si separano? In genere, perché le aspettative legate al matrimonio non si sono realizzate.
Molti si sposano per essere felici e dopo un po’, inevitabilmente, subentra la delusione.
Che c?è di male, nello sposarsi per essere felici? Non è per questo che ci si sposa? Veramente? no. Almeno, non è questo il matrimonio che propone la Chiesa. Se rileggiamo le promesse matrimoniali, spesso pronunciate in modo meccanico e superficiale durante la celebrazione, scopriamo che promettiamo di «essere fedele, amare e onorare». Tutti verbi che indicano la ricerca di felicità per l?altro, non per sé. Quinci non ci si sposa per essere felici, ma per fare felice l?altro.
Altri, invece, si sposano perché sono innamorati. Lo si vede nei film: il matrimonio è il culmine dell?innamoramento. Vorrei solo aggiungere che, di solito, i film non mostrano cosa accade dopo, quando l?innamoramento è finito. E non lo mostrano perché non finisce bene e i film, si sa, devono avere il lieto fine. Cos?è l?innamoramento? Innanzitutto, è un sentimento e, come tutti i sentimenti, è passeggero. Secondariamente, è un sentimento di benessere, beatitudine: si sorride sempre, si è al settimo cielo. Qual è il problema? Il problema sta nel confondere l?innamoramento con l?amore. Amare significa volere il bene dell?altro. Quindi, innanzitutto, non è un sentimento, ma una decisione, un moto della ragione («volere» il bene dell?altro, non «sentire»?). Secondariamente, l?amore è il bene dell?altro, l?innamoramento è il bene mio. E torniamo al punto precedente.
Se stiamo con un altro perché ci fa stare bene è un guaio, perché prima o poi non lo farà più. Diventerà noioso, scocciatore, pretenzioso. E cominceremo a pensare che è qualcun altro, che può farci stare bene. Se invece decidiamo di dedicarci al bene dell?altro, ogni giorno potremo fare qualcosa per l?altro; e non ci sarà pericolo che l?amore (essendo una decisione) finisca.
Queste osservazioni non sono fantasie dello psicologo cattolico. Sono, ad esempio, condivise dal sociologo Morali-Daninos (André Morali-Daninos, Storia delle relazioni sessuali, Lucarini, Roma 1988, pp. 76-77):
[…] si è assistito, in questo modo, a una vera e propria rivoluzione sessuale che si verifica ancora oggi, sotto i nostri occhi. Questa rivoluzione sembra essere stata guidata da due principi: il diritto all’amore e il diritto alla felicità nell’amore. Il primo di questi principi pone l’accento sull’importanza irrinunciabile dell’attrazione reciproca e ha avuto come conseguenza un indebolimento dei legami familiari e sociali. Il secondo principio implica la contingenza dell’unione in se stessa, poiché, se ci si sbaglia nella scelta del compagno, si può, anzi si deve ricominciare con un altro, donde il moltiplicarsi di divorzi, delle unioni libere e anche la necessità di valutare con più attenzione il momento opportuno per la nascita dei figli e per la creazione di una famiglia che potrebbe rischiare, domani, di non avere più una ragione d’essere.
Nonché dallo psicologo Willi (Jurg Willi, Che cosa tiene insieme le coppie, Mondadori, Milano 1992, pp. 5 e 11):
Negli Stati Uniti, ancor più marcatamente che nei paesi di lingua tedesca, sussiste quasi l’obbligo di separarsi nel caso in cui, in un rapporto di coppia, la soddisfazione emotiva non sia adeguatamente garantita. […] Molte volte, infine, i rapporti di coppia sono destinati a fallire sin dall’inizio proprio a causa delle eccessive pretese di felicità.
Cos?è accaduto? Come mai la soddisfazione personale è considerata oggi tanto importante; e perché il matrimonio viene fondato un un fugace e passeggero sentimento? Prendiamola alla larga…
Questa visione del matrimonio è il frutto della modernità, ossia di cinquecento anni di rivolta contro l?ordine provvidenziale stabilito dal creatore. Ovviamente ogni processo è frutto di un complesso di cause, ma possiamo comunque fare ordine.
Quello che chiamiamo solitamente rinascimento (la rinascita della civiltà dopo il buio medioevo) è, in realtà, il crepuscolo della civiltà cristiana. Non un?alba, ma un crepuscolo. Così descrive quel passaggio lo storico Johan Huizinga (1872-1945):
[?] noi abbiamo cercato di vedere nei secoli quattordicesimo e quindicesimo non già gli albori del Rinascimento, ma il tramonto del Medioevo, quello che è stata, nel suo ultimo periodo di vita, la civiltà medioevale, fatta ormai simile ad un albero completamente sviluppato e carico di frutti troppo maturi. Si descrive in queste pagine come il nucleo vitale del pensiero dovette soggiacere a concezioni nuove e prepotenti e come una civiltà ricca e rigogliosa fu condannata all’aridità e all’irrigidimento. Scrivendole, il nostro sguardo era rivolto alla profondità di un cielo serale, un cielo rosso di sangue, pesante di livide oscurità e pieno di una falsa luce di rame.
Quel cielo rosso sangue, livido e ramato, era l?alba della modernità che ha dissolto anche la concezione cristiana del matrimonio e l?ha reso un tragico giocattolo.
È in quei secoli che la ribellione contro il Logos prende una forma istituzionale, comanda, governa. Porta nei palazzi il paganesimo, l?amore per le passioni, l?alchimia e la magia. L?oscurità si siede sul trono della luce. La legge naturale (che prende la forma delle leggi morali e religiose) non viene più considerata una guida, un modello al quale adattare il governo; bensì un inutile fardello, che vieta la vita lieta, il guadagno facile, la gioia, pur se efgfimera. Quale sovrano medievale avrebbe potuto scrivere dei versi come «Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c?è certezza» (versi di una poesia intitolata, significativamente, «Il trionfo di Bacco [cioè Dioniso] e Arianna»)? Come sarebbe a dire «di doman non c?è certezza»? E il domani eterno?
Il trionfo di Bacco e Arianna è il trionfo delle passioni su Apollo, sulla ragione. Se il modello precedente era la biga alata di Platone, nel quale i due cavalli (le passioni) trainano la biga, ma è l?auriga (la ragione) a guidarli; ora l?uomo è un carro trascinato dalle passioni, senza auriga o con un auriga mutilato, che non riesce più a guidare la biga. Perché un modo per giustificare il dominio delle passioni sull?uomo è quello di mutilare la ragione, dicendo per esempio che essa può cogliere solo cose materiali: le realtà metafisiche (non solo Dio, gli angeli e tutte le realtà spirituali; ma anche l?ordine del creato, che è retto dalla legge naturale) non si vedono, non si toccano, non si misurano. Quindi non esistono o, se esistono, non hanno alcuna influenza sulla vita dell?uomo (ecco la nascita del teismo, del mito del Grande Architetto dell?Universo). Questa è, in sostanza, la filosofia di Hobbes (1588-1679), che per primo, dichiarò che la ragione non può cogliere concetti metafisici quali le leggi morali e religiose, che egli chiamò «idola» (feticci, invenzioni, falsità). Nacque così l?empirismo inglese, la prima filosofia compiuta della modernità; il cui scopo era giustificare l?adulterio plurimo di un sovrano che aveva smesso di seguire la ragione e si era fatto dominare dalle passioni. Per sviluppare la filosofia di Hobbes fu fondata la Royal Society, della quale fecero parte Netwon, Darwin e tanti altri idoli della modernità; tutti accomunati dal rifiuto delle leggi morali e religiose. Ma cosa succede se eliminiamo le leggi morali e religiose? Che, nel mondo dell?«homo homini lupus», il più debole è in balia del più forte. Ecco, quindi, il ritorno della schiavitù, del colonialismo, l?eugenetica, l?aborto e la schiavitù sessuale della donna (che, nel «bispensiero moderno», si chiama «liberazione sessuale»).
Poi accadde che un avvocatucolo scansafatiche e attaccabrighe, per evitare dei guai che la sua sciocca irriverenza gli aveva procurato, dovette fuggire da Parigi e rifugiarsi a Londra (che, allora, era l?approdo di tutti gli scappati di casa). Lì frequentò Locke e Newton, insomma: gli ambienti della Royal Society. Quando tornò a Parigi portò con sé un quadernetto di appunti, che chiamò Lettere inglesi o Lettere filosofiche, e prese lo pseudonimo di Voltaire: era nato l?illuminismo, ossia l?empirismo in salsa francese. Anche per gli illuministi, infatti, la ragione può cogliere solamente ciò che colpisce i sensi; e le realtà metafisiche (comprese le leggi morali e religiose), gli «idola» degli empiristi, divengono così «superstizioni». Ma come, dirà qualcuno: l?illuminismo non è l?esaltazione della ragione? Bispensiero, bispensiero. L?esaltazione della ragione è in realtà la sua focomelizzazione, ossia il rifiuto della sua più alta facoltà: la comprensione delle realtà metafisiche.
Se la ragione non è in grado di guidare l?uomo (ricordiamo il mito della biga alata?), chi prenderà il comando? Le passioni? Ecco, quindi, il romanticismo: non tanto l?antitesi dell?illuminismo, ma la sua diretta conseguenza.
Anche qui qualcuno obietterà: a scuola mi hanno insegnato che il romanticismo è una «reazione» all?illuminismo. Dall?esaltazione (falsa, come abbiamo visto) della ragione si passa, per reazione, all?esaltazione delle passioni. No, non è così. Il romanticismo è l?illuminismo che torna in Inghilterra, dopo aver fatto danni in Francia. Mary Wallstonecraft fu inviata in Francia a scrivere della rivoluzione inviata dai circoli rivoluzionari inglesi. E fu sua figlia Mary (come la mamma), a dare origine al romanticismo; e alla letteratura horror.
Siamo nel luglio 1816 a villa Diodati, sul lago di Ginevra.
Qui si incontrano due amici, lord George Gordon Byron e Percy Bysshe Shelley. Il primo è accompagnato dal medico/segretario/amante John William Polidori; il secondo dalla sedicenne Mary e dalla di lei sorellastra Claire. Mary era figlia di Mary Wallstonecraft, considerata la prima femminista.
Tutti letterati, portarono con loro pochi libri, tra i quali Fantasmagoriana, una raccolta di storie gotiche; e Gli illuminati di Baviera, dell?abate Barruel. Questo secondo libro doveva servire da ispirazione e modello per la costituzione di una società segreta ? modellata su quella degli Illuminati ? che aveva un obiettivo tanto ambizioso quanto terribile: rovesciare la classica gerarchia antropologica, che vedeva la ragione come vertice e capo dell?essere umano, mettendo al posto di comando le passioni, in particolare il desiderio sessuale.
I cinque, infatti, passarono il loro tempo a villa Diodati consumando rapporti sessuali di ogni genere, pur essendo sia Byron che Shelley sposati, e Mary e Claire sorellastre.
Questa fu, a tutti gli effetti, la prima Rivoluzione Sessuale, ossia la prima volta in cui si teorizzò la rottura delle norme morali e religiose che regolavano la sessualità umana come mezzo per ribellarsi contro il Logos.
Le conseguenze di questo episodio furono diverse.
Innanzitutto, in quell?occasione nacquero sia la letteratura horror che quella romantica. Videro infatti la luce Frankenstein, scritto da Mary ispirandosi all?amante Shelley; e Il Vampiro, che Polidori scrisse ritraendo nel mostro il partner Byron. Da questo momento, horror e sesso rivoluzionario furono legati inscindibilmente.
I due poeti, tuttavia, furono anche gli artefici della nascita del romanticismo. Come ebbe a dire Joris-Karl Huysmans, ex romantico convertitosi al cattolicesimo, il tema della letteratura romantica (quindi di tutto l?Ottocento) è uno solo: l?adulterio. In poche parole, questo genere letterario riguarda lo scontro tra le norme morali e religiose riguardanti il matrimonio e la sessualità, e la sfrenata passione sessuale; ovviamente, il lieto fine consiste nella vittoria della seconda sulle prime. Il marito cornuto, il cattivo del racconto, è destinato a soccombere di fronte alla potenza della passione adulterina. Anche se pochi ci fanno caso ? immersi come siamo nelle conseguenze di questa strategia rivoluzionaria ? questo topos influenzò non solo la poesia e la letteratura, ma la musica, la pittura e il cinema del Novecento. E, ovviamente, l?idea del matrimonio stesso, visto come mera convenzione sociale destinato a soccombere di fronte all?innamoramento.
A questa prima, tragica Rivoluzione Sessuale, seguì quella che tutti conosciamo e che accompagnò il cosiddetto Sessantotto. Anche in quel caso ci fu una rottura netta e totale delle norme morali e religiose che riguardano il sesso. E, anche in quel caso, le passioni (quella sessuale in particolare) divennero la facoltà più importante dell?uomo. Il Sessantotto, infatti, ebbe tra le varie conseguenze quella di rompere con un matrimonio come patto di significato sociale, come dedizione reciproca degli sposi, e divenne mera fonte di soddisfazione personale.
L?altra grande idea rivoluzionaria che ebbe delle enormi conseguenze sul concetto generale di matrimonio fu l?idea che il fine della vita dell?uomo non sia il sacrificio di sé per il bene degli altri, come insegna il Vangelo; e nemmeno il bene comune. Bensì il proprio personale tornaconto.
Anche in questo caso, abbiamo un luogo e una data precisi: Londra, 1714.
Sono il luogo e la data della pubblicazione della novella di Bernard Mandeville intitolata La favola delle api: vizi privati, pubbliche virtù. In questa favola si narra di un alveare che va in rovina perché le api lavorano indefessamente per il bene comune; mentre, se avessero perseguito il loro interesse mettendo all?opera tutti i vizi, l?alveare avrebbe prosperato. Perché, secondo un dogma liberale, la ricerca del proprio interesse porta ? in modo misterioso, involontario ed indiretto ? la prosperità dell?intera società. Le conseguenze sul matrimonio di questo dogma sono sotto gli occhi di tutti: il motivo per cui ci si sposa non è più «dare la vita per le persone che si amano» (Gv 15, 13), bensì «la ricerca della [propria] felicità». Tuttavia, poiché la felicità è delectatio in felicitate alterius (rallegrarsi della felicità altrui), chi si sposa per questo motivo è condannato all?infelicità. E quindi a cercarla compulsivamente in altre relazioni (magari attraverso nuovi strumenti, come le app), sperando che la prossima sia quella buona.
Come si vede, la fragilità attuale dell?istituzione matrimoniale è semplicemente il frutto maturo della modernità. L?abbandono della legge naturale non può produrre altro che odio e infelicità. Se vogliamo un matrimonio felice e duraturo, rifiutiamo la modernità e torniamo al Logos, convertiamoci all?amore che ha dato ordine, senso e fine a tutto il creato. E, come il Logos incarnato ci ha insegnato, diamo la vita per amore ai nostri amici. Cioè facciamo del matrimonio il nostro Golgota quotidiano. La ricompensa sarà immensa. Non c?è, invece, nessuna ricompensa per chi volta le spalle al Logos.
Roberto Marchesini
L'articolo Cause, origini e tappe della guerra contro la famiglia proviene da Difendere la Vita.
L’appello di cento Ong ai governi europei: “L’aborto sia considerato un servizio essenziale“, ma raccoglie solo 3.700 firme:
[https:]]
Laura Boldrini, Roberto Saviano e un centinaio di Ong scrivono al ministro della salute
per chiedere ai governi di tutelare il diritto delle donne ad abortire anche durante l?emergenza coronavirus.
Indispensabile scrivere al proprio deputato per manifestare indignazione e invitarlo a vigilare.
In una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, diverse associazioni di ginecologi abortisti voglion far credere che diverse donne stiano incontrando “difficoltà ad accedere ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza” rischiando di “superare i limiti temporali entro i quali la Legge 194/78 prevede il diritto di interruzione”. Ma non c’è alcuna prova del fatto.
Con medici e anestesisti impegnati giorno e notte a combattere il virus, le interruzioni volontarie di gravidanza potrebbero passare in secondo piano in molti ospedali italiani (e meno male!), denuncia Silvana Agatone, ginecologa e presidente di LAIGA, associazione femminista e sinistrorsa .
Forse i letti di questi reparti sono stati destinati ai pazienti Covid? Così vuol far credere la dottoressa intervistata da Repubblica.
Se anche fosse, gli aborti volontari sono “interventi pro morte” ed è giusto siano posticipati alla fine dell?epidemia di Covid-19.
La richiesta al governo è di allargare ed estendere l’aborto, in deroga alla 194, alle donne incinte
– entro la nona settimana di amenorrea, anziché alla settima, come previsto dalla legge, e
– di aprire all?aborto “fai-da-te” con l?assunzione del mifeprostone, meglio conosciuto come la pillola omicida RU486,
– somministrazione a domicilio delle prostaglandine.
Una questione dibattuta già nel 2017 quando il governatore del Lazio e oggi segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, aprì alla possibilità di accedere all?aborto farmacologico anche nei consultori.
Ora le associazioni femministe, socialiste e pro morte (Potere al popolo, Radicali Italiani, Rifondazione Comunista, Pro-Choice, Arcigay, Luca Coscioni) rilanciano, e sull?onda delle limitazioni imposte dalla pandemia chiedono che in Italia sia consentita l?interruzione di gravidanza “casalinga” gestita da remoto, con i “servizi di telemedicina”.
Tra i primi firmatari dell?appello ci sono lo scrittore Roberto Saviano, l?ex presidente della Camera, Laura Boldrini, l?ex ministro dell?Istruzione Valeria Fedeli, l?ex ministro della Salute, Livia Turco, il radicale Marco Cappato, e poi una sfilza di politici, personaggi dello spettacolo e intellettuali legati alla sinistra.
Dello stesso tenore la richiesta presentata ai governi europei da un centinaio di Ong, tra cui Amnesty International, Human Right Watch e la rete europea di Planned Parenthood. “Bisogna agire con urgenza per garantire assistenza all?aborto nel corso della pandemia”, incalza Leah Hoctor, direttrice regionale europea al Centro per i diritti riproduttivi.
La proposta è quella di riconoscere l?interruzione di gravidanza come un servizio “essenziale”, a cui si deve poter accedere anche a domicilio visto che in tutto il Vecchio Continente “la crisi sanitaria ha colpito i servizi sanitari riproduttivi in ospedali e cliniche, a causa della carenza di personale, dei trasferimenti e degli operatori destinati a mansioni legate al coronavirus”.
Fonti: Cristiana Verdi per [https:] – [https:] – [https:]
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Messaggio per la Settimana Santa dell?Anno
Cari amici,
Fin dall?inizio del mio servizio come vescovo di una diocesi, sembrava che ogni anno, con l?avvicinarsi delle celebrazioni del Natale e della Pasqua, ci sarebbe stato un evento profondamente triste nella diocesi o una crisi difficile da affrontare per il bene della diocesi.
Proprio mentre anticipavo con gioia le celebrazioni dei grandi misteri della nostra salvezza, accadeva qualcosa che, da un punto di vista umano, metteva una nube oscura sulle celebrazioni e poneva in discussione la gioia che esse ispiravano.
Una volta, quando ho commentato con un fratello Vescovo questa esperienza dolorosamente troppo regolare, mi ha semplicemente risposto: ?È Satana che cerca di rubarti la gioia?.
Ha senso che Satana, che Nostro Signore descrive come ?un omicida fin dall?inizio, ? un bugiardo e padre della menzogna? (Gv 8, 44) voglia nascondere ai nostri occhi le grandi realtà dell?Incarnazione e della Redenzione, voglia distrarci dai riti liturgici attraverso i quali non solo celebriamo quelle verità, ma riceviamo le incommensurabili e incessanti grazie che ci hanno conquistato.
Satana vuole convincerci che la perdita e la morte, e la tristezza e la paura che le accompagnano naturalmente dimostrano che Cristo è falso, falsificano la Sua Incarnazione redentrice, e mostrano che la nostra fede e la gioia che essa naturalmente ispira sono una menzogna.
Ma è Satana che è falso. È lui il bugiardo. Cristo, Dio Figlio, si è fatto uomo, ha sofferto la Passione e la Morte più crudele, per riscattare la nostra natura umana, per restituirci la vera vita, la vita divina che supera le peggiori sofferenze e persino la morte stessa, e ci porta sicuramente e di certo al nostro vero destino: la vita eterna con Lui.
San Paolo, di fronte a tante prove profondamente scoraggianti durante tutto il corso del suo ministero apostolico, culminato nel martirio a Roma, scriveva ai cristiani di Colossi: ?Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.? (Col 1, 24).
Per lui, come dovrebbe essere per noi, soffrire con Cristo per la Chiesa, per amore di Dio e del prossimo, è la fonte inattaccabile e inesauribile della nostra gioia. È l?espressione più alta della nostra comunione con Cristo, Dio Figlio Incarnato, condividendo con Lui il mistero dell?amore divino di Dio ? Padre, Figlio e Spirito Santo.
La vita di Cristo, la grazia dello Spirito Santo riversata dal Cuore di Cristo per dimorare nei nostri cuori, ci ispira e ci rafforza ad abbracciare la perdita e la morte con il suo amore che li conquista e li trasforma in guadagno eterno e vita senza fine. La nostra gioia, quindi, non è un piacere o un?emozione superficiale, ma il frutto di un amore ?forte come la morte?, che ?Le grandi acque non possono spegnere?.né i fiumi travolgerlo? (Cantico dei Cantici 8, 6-7).
La nostra gioia non toglie il pungiglione acuto della perdita e della morte ma, con fiducia e coraggio, li affronta come parte della lotta di tutta la vita per l?amore che siamo chiamati a compiere durante questa vita ? in fondo siamo, per grazia di Dio, veri soldati di Cristo (2 Tm 2, 3) ? nella sicura consapevolezza della vittoria della vita eterna.
Così, alla fine della sua vita, san Paolo poté scrivere al suo figlio spirituale e compagno pastore del gregge, san Timoteo:
Perché sono già sul punto di essere sacrificato; il momento della mia partenza è arrivato. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede. D?ora in poi è posta per me la corona della giustizia, che il Signore, il giusto giudice, mi riconoscerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno amato la sua manifestazione (2 Tm 4, 6-8).
Amiamo Nostro Signore, amiamo l?Incarnazione redentrice con la quale Egli è vivo per noi nella Chiesa, e così siamo gioiosi nel combattere la buona lotta con Lui, nel mantenere la rotta, indipendentemente dalle prove che affrontiamo, e nel mantenere la fede, quando il Padre della menzogna ci tenta di dubitare di Cristo e persino di rinnegarlo.
Satana non ha forse mai avuto uno strumento migliore del coronavirus per rubarci la gioia di celebrare i giorni più sacri dell?anno, i giorni in cui Cristo ha vinto per noi la vita eterna. Come vorrebbe prendere la santità di una settimana dell?anno, che è conosciuta semplicemente come Settimana Santa!
L?attuale crisi sanitaria internazionale causata dal coronavirus COVID-19 continua a mietere un tragico raccolto di perdite e di morte, generando profonda tristezza e paura nel cuore dell?uomo.
Certamente, Satana sta usando la sofferenza che ha afflitto così tante case, quartieri, città e nazioni, per tentarci a dubitare di Nostro Signore e della Fede, della Speranza e dell?Amore che sono i suoi grandi doni per la nostra vita quotidiana.
L?effetto dell?intento omicida di Satana e delle sue menzogne è tanto più grande quando siamo lontani dal Signore, quando abbiamo dato per scontata la Sua vita dentro di noi, quando lo abbiamo persino abbandonato mentre inseguiamo piaceri, comodità o successi mondani che passano.
Nella Chiesa stessa, siamo stati testimoni di un fallimento nell?insegnare prima Cristo come Signore. Quanti oggi soffrono profondamente di una paura inutile perché hanno dimenticato o addirittura rifiutato la Regalità del Cuore di Gesù nei loro cuori e nelle loro case. Ricordate le parole di Nostro Signore a Giairo che ha cercato il Suo aiuto per la sua figlia morente: ?Non temere, soltanto abbi fede? (Mc 5, 36).
Quanti oggi sono senza speranza perché pensano che la vittoria sul male del coronavirus COVID-19 dipenda totalmente da noi, perché hanno dimenticato che, mentre noi dobbiamo realizzare tutto ciò che possiamo umanamente fare per combattere un grande male, Dio solo può benedire i nostri sforzi e darci la vittoria sulla perdita e sulla morte.
È così triste leggere documenti ? anche documenti della Chiesa ? che pretendono di affrontare le difficoltà più importanti che affrontiamo e di non trovare in essi alcun riconoscimento della Signoria di Cristo, della verità che dipendiamo completamente da Dio per il nostro essere, per tutto ciò che siamo e per tutto ciò che abbiamo, e che, quindi, la preghiera e il culto sono il nostro primo e più importante mezzo per combattere qualsiasi male.
Qualche giorno fa, un giovane cattolico adulto mi ha detto, come se fosse un fatto logico, che non avrebbe celebrato la Pasqua di quest?anno a causa del coronavirus.
Se la gioia della nostra celebrazione della Pasqua fosse semplicemente una questione di buoni sentimenti, allora capirei il suo sentimento. Ma la gioia della Pasqua è radicata nella verità eterna, la vittoria di Cristo su quello che sembrava chiaramente il suo annientamento, la vittoria conquistata nella sua natura umana per la stessa vittoria nella nostra natura umana, nonostante qualunque avversità possiamo soffrire.
Se crediamo in Cristo, se confidiamo nelle sue promesse, allora dobbiamo celebrare con gioia la sua grande opera di redenzione. Celebrare i misteri della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo non significa mancare di rispetto per le sofferenze di tanti nel tempo presente, ma riconoscere che Cristo è con noi per superare le nostre sofferenze con il Suo amore. La nostra celebrazione è un faro di speranza per coloro la cui vita è messa a dura prova e li invita a riporre la loro fiducia in Nostro Signore.
Sì, la Settimana Santa quest?anno è così diversa per noi. La sofferenza associata al coronavirus ha portato addirittura a una situazione in cui molti cattolici, durante la Settimana Santa, non hanno accesso ai sacramenti della Penitenza e dell?Eucaristia, che sono i nostri incontri straordinari, ma anche ordinari, con il Signore risorto, perché ci rinnovi e ci rafforzi nella Sua vita.
Ma rimane la settimana più santa dell?anno, perché commemora gli eventi con cui siamo vivi in Cristo, con cui la vita eterna è nostra, anche di fronte a una pandemia, a una crisi sanitaria mondiale.
Vi esorto, quindi, a non cedere alla menzogna di Satana che vi convincerebbe che, quest?anno, non avete nulla da festeggiare durante la Settimana Santa. No, avete tutto da festeggiare, perché Cristo ci ha preceduto in ogni sofferenza e ora ci accompagna nelle nostre sofferenze, affinché rimaniamo forti nel suo amore, l?amore che vince ogni male.
Oggi celebriamo la Domenica delle Palme, quando Cristo è entrato a Gerusalemme con la piena conoscenza della Passione e della Morte che Lo attendeva. Egli sapeva quanto fosse effimera l?accoglienza che aveva ricevuto, un?accoglienza giusta per il Re del cielo e della terra, ma superficiale perché chi la estendeva aveva solo una comprensione mondana della salvezza che Egli era venuto a vincere per noi. Non erano pronti ad essere un tutt?uno con Cristo nell?instaurazione del Suo eterno Regno attraverso gli eventi della Sua Passione e della Sua Morte.
Dopo la Domenica delle Palme, ogni giorno della Settimana Santa è giustamente chiamato santo perché fa parte del fermo abbraccio di Cristo alla sua missione di salvezza al suo culmine.
Prendetevi il tempo oggi per riflettere sulla vera regale accoglienza che avete riservato a Cristo nel vostro cuore e nella vostra casa. Leggete ancora una volta il racconto del Suo ingresso a Gerusalemme e di come, dopo il Suo ingresso trionfale, pianse su Gerusalemme con le parole:
?Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!? (Mt 23, 37).
Se voi o la vostra casa siete lontani da Nostro Signore, ricordate come Egli desidera essere vicino a voi, essere l?ospite costante del vostro cuore e della vostra casa.
Rimanete con Cristo per tutta la Settimana Santa.
In modo particolare, fate del Giovedì Santo un giorno di profondo ringraziamento per i Sacramenti della Santa Eucaristia e del Santo Sacerdozio, che Nostro Signore ha istituito nell?Ultima Cena.
Fate del Venerdì Santo un giorno tranquillo durante il quale intraprendere pratiche penitenziali, per entrare più profondamente nel mistero della sofferenza e della morte di Cristo. Il Venerdì Santo, siate pieni di gratitudine per i Sacramenti della Penitenza e dell?Unzione degli infermi.
Il Sabato Santo, vegliate con Nostro Signore, lodando e ringraziandoLo per il dono della Sua grazia nelle nostre anime attraverso l?effusione dello Spirito Santo dal Suo glorioso Cuore trafitto. Riflettete in particolare su come la Sua grazia è dentro di voi attraverso i sacramenti del Battesimo, della Cresima e della Santa Eucaristia.
Durante tutti questi giorni, riflettete e ringraziate Dio per il dono del Sacramento del Santo Matrimonio e dei suoi frutti, la famiglia ? la ?Chiesa domestica? o piccola Chiesa della casa ? , il primo luogo in cui veniamo a conoscere Dio, per offrirgli la preghiera e il culto, e per disciplinare la nostra vita secondo la Sua Legge.
Se non potete partecipare ai riti liturgici di questi giorni santi, che è una grande privazione, perché nulla può sostituire l?incontro con Cristo attraverso i Sacramenti in questi giorni, sforzatevi nelle vostre case di essere alla Sacra Liturgia attraverso il vostro desiderio di essere in compagnia di Nostro Signore, specialmente nel mistero della sua opera salvifica.
Nostro Signore non si aspetta da noi l?impossibile, ma si aspetta che facciamo del nostro meglio per essere con Lui in questi giorni della Sua potente grazia.
Ci sono molti aiuti meravigliosi per il nutrimento di tale santo desiderio. Prima di tutto, c?è un ricco tesoro di preghiera nella Chiesa, per esempio: la lettura delle Sacre Scritture, per esempio i Salmi penitenziali, specialmente il Salmo 51 [50], e il racconto della Passione di Nostro Signore nei quattro Vangeli, la devozione al Sacro Cuore di Gesù, la meditazione dei misteri della nostra fede attraverso la preghiera del Santo Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, le Litanie del Sacro Cuore di Gesù, della Beata Vergine (di Loreto), di San Giuseppe, e dei Santi, la Via Crucis ? che può essere fatta anche in casa utilizzando le immagini delle Quattordici Stazioni raffigurate in un libro di preghiere o su un oggetto sacro -, la Coroncina della Divina Misericordia, le visite a santuari, grotte e altri luoghi sacri a Nostro Signore e ai misteri dell?Incarnazione redentrice, e la devozione ai santi che sono stati potenti nell?aiutarci, in particolare a San Rocco, Patrono contro le pestilenze.
Anche nel nostro tempo siamo fortunati nell?aver accesso, attraverso i mezzi di comunicazione sociale, ai riti sacri e alle devozioni pubbliche che si celebrano in alcune chiese, soprattutto nelle chiese dei monasteri e dei conventi a cui partecipa tutta la comunità religiosa. Vedere un rito sacro che viene trasmesso non è certo la stessa cosa che partecipare direttamente ad esso, ma, se è tutto ciò che è possibile per noi, è sicuramente gradito a Nostro Signore, che non mancherà mai di inondarci della Sua grazia in risposta al nostro umile atto di devozione e di amore.
In ogni caso, la Settimana Santa non può essere per noi come le altre settimane, ma deve essere segnata dai sentimenti più profondi della fede in Cristo, che è la nostra sola salvezza.
I sentimenti di fede durante questi giorni santi sono, allo stesso modo, sentimenti di profonda gratitudine e di amore. Se la vostra gratitudine e il vostro amore non possono avere la loro massima espressione attraverso la partecipazione alla Sacra Liturgia, lasciate che trovino espressione nella devozione dei vostri cuori e delle vostre case.
Commemorando, con Cristo, la Sua Santissima Madre e tutti i santi, gli eventi del Sacro Triduo, contempliamo il mistero della Sua vita dentro ognuno di noi. Per tutti, il tempo trascorso, ogni giorno, nella preghiera e nella devozione, meditando la Passione di nostro Signore, ci aiuterà a stare con nostro Signore in questi giorni santi nel miglior modo possibile in questo momento. Quanto la sofferenza del tempo presente dovrebbe insegnarci l?incomparabile dono della Sacra Liturgia e dei Sacramenti!
In conclusione, vi assicuro che voi e le vostre intenzioni siete nelle mie preghiere oggi e rimarrete nelle mie preghiere per tutta la Settimana Santa e soprattutto durante il Sacro Triduo del Giovedì Santo, Venerdì Santo e Sabato Santo.
Che tutti noi possiamo stare in compagnia di Cristo con la fede, la speranza e l?amore più profondi, mentre celebriamo questi giorni santi in cui Egli ha sofferto, è morto ed è risorto dai morti per liberarci dal peccato e da ogni male, e per vincere per noi la vita eterna.
Possa la nostra osservanza della Settimana Santa, quest?anno, essere il nostro forte armamento nella lotta in corso contro il coronavirus COVID-19.
In Cristo, la vittoria sarà nostra. ?Non temere, soltanto abbi fede? (Mc 5, 36).
+ Raymond Leo Cardinale BURKE
5 aprile 2020, Domenica delle Palme
Cari amici, con grande piacere condivido, nella mia traduzione dall?inglese, la lettera della meditazione sulla Settimana Santa che il cardinale Raymond Leo Burke, con paterna benevolenza, mi ha inviato. E? molto bella e profonda, e merita da parte nostra un attento raccoglimento in questo periodo di forzato blocco nelle nostre case dovuto al coronavirus. La sua meditazione ci aiuterà a meglio vivere questi giorni della Settimana Santa.
L'articolo Card. Burke: si pensa che la vittoria sul coronavirus dipenda totalmente da noi proviene da Totus Tuus Network.
Tuttavia le richieste di sostegno economico a loro favore presentate nei giorni scorsi come emendamenti al decreto Cura Italia potrebbero, ma solo in parte, scongiurare lo scenario apocalittico della chiusura di tanti istituti e preservare così la libertà di scelta educativa delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese.
Non si sa in che misura queste istanze saranno accolte, ma gli estensori del documento si aspettano la giusta considerazione almeno dalle opposizioni al Governo.
La stragrande maggioranza delle scuole paritarie primarie e secondarie ha fatto la propria parte fin dal primo giorno di chiusura assicurando la didattica online e restando così accanto ai ragazzi e alle loro famiglie.
Ne abbiamo parlato con Virginia Kaladich, Presidente della FIDAE, la federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie che riunisce sotto la sua sigla più di 4mila istituti.
Presidente, le note ministeriali di queste settimane si sono rivolte quasi esclusivamente alla scuola statale, come se le 12mila scuole paritarie, i 900mila allievi, i quasi 2 milioni di genitori, i 100mila dipendenti non esistessero, come se dovessero tutti arrangiarsi tra loro. Sembra una svista grossa, lei come la giustifica?
Purtroppo più che giustificare bisogna dire chiaramente che in Italia perdura ancora una grande discriminazione nei confronti della scuola paritaria. Dispiace doverlo dire in un simile frangente, perché l?emergenza che stiamo vivendo avrebbe dovuto in qualche modo mettere tutti sullo stesso piano e poi anche perché proprio nel mese di marzo abbiamo ricordato, per quanto possibile, i 20 anni dall?approvazione della legge 62 sulla libertà di scelta educativa. È una questione anche culturale che parte da lontano e che viene di tanto in tanto alimentata in maniera trasversale anche da alcuni politici, una distorsione in base alla quale le rette pagate dalle famiglie degli alunni che frequentano le paritarie sarebbero sufficienti per pagare tutte le spese degli istituti paritari, che quindi si trovano ogni volta esclusi da qualsiasi tipo di aiuto statale. Non è così, la scuola paritaria è parte del sistema scolastico nazionale e la libertà di scelta educativa è un diritto sancito per legge, e anche nella nostra Costituzione.
Se accolti solo in parte, gli emendamenti sarebbero sufficienti a tamponare l?emergenza finanziaria in cui versano gli istituti? Quali misure le sembrano al momento più urgenti?
In questo momento è chiaro che qualsiasi misura può essere una boccata di ossigeno per tutto il nostro sistema, in particolare riteniamo importante l?emendamento riguardo la detraibilità delle rette scolastiche e anche tutti gli aiuti che possono essere dati in tal senso alle famiglie. Sarebbe anche importante interrompere per gli istituti qualsiasi pagamento, come le rate dei mutui, dei prestiti o dei leasing, ed accedere al Fondo centrale di garanzia perché manca liquidità e bisogna pagare docenti e personale almeno per garantire la sopravvivenza delle nostre scuole.
C?è sicuramente chi ha storto il naso già per l?accelerazione con cui saranno erogati i contributi del fondo ordinari? eppure gli steccati ideologici in un momento di emergenza epocale come quello attuale potrebbero e dovrebbero abbassarsi in nome della coesione sociale, non trova?
Va detto prima di tutto che è tempo che si passi dal contributo al finanziamento certo. Dispiace che si faccia così fatica, ogni anno, ad ottenere dei fondi che ci spettano per legge e che non sono un favore da parte dello Stato, sembra quasi che si venga a chiedere un regalo o un?elemosina. Non voglio fare polemica né entrare in discussioni sterili con chi si ostina ancora in battaglie ideologiche contro le paritarie, ma vorrei ricordare che, se vogliamo guardare solo al lato economico, lo Stato con gli istituti paritaria risparmia circa 6 miliardi l?anno e questi istituti purtroppo diminuiscono.
Ogni anno, a settembre c?è chi non riapre più e con il coronavirus quest?emergenza è ancora più grande.
Superata l?emergenza, ci saranno tempi duri per la ricostruzione di una fetta di economia che in queste settimane è andata distrutta. Lei è tra quelli che credono potrà essere il momento per affermare definitivamente il criterio di ?costo standard di sostenibilità? (declinabile in convenzioni, detrazioni, buono scuola, voucher, ecc.), cioè quella sorta di ?quota capitaria? spettante all?alunno che va poi alla scuola prescelta?
Questa è una riflessione che abbiamo fatto con il Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, serve una riorganizzazione del finanziamento di tutto il sistema di istruzione italiano, comprensivo di scuole statali e scuole paritarie, affinché si possa definire con chiarezza la ?quota capitaria?, e cioè quella somma necessaria per garantire l?istruzione di ogni alunno. Tale quota sarebbe il punto di partenza per istituire un fondo di bilancio permanente che andrebbe a coprire le quote capitarie di ogni alunno e quindi a definire la somma da versare ad ogni istituto scolastico. Questo però non toglie che, una volta raggiunta la vera parità giuridica ed economica, ci saranno sempre delle spese a carico delle famiglie, che dovrebbero quindi ricevere degli aiuti sotto forma di detraibilità delle rette pagate.
Per concludere, una domanda sul fare scuola di questi giorni: pensa che dopo la massiccia accelerazione verso le tecnologie digitali determinata dall?emergenza, la didattica uscirà davvero rinnovata in alcune metodologie di trasmissione, di interazione con i ragazzi? Si tratta di un?occasione da non lasciarsi sfuggire o di una ?didattica dell?emergenza? che sarà dimenticata in fretta?
Queste settimane di lavoro da casa, di didattica a distanza, sono sicuramente un arricchimento per tutti. In primis per noi docenti che stiamo imparando a padroneggiare una tecnologia che usavamo in maniera ordinaria, ma che mai ci saremmo immaginati sarebbe diventata lo strumento quotidiano per fare le nostre lezioni. È un arricchimento anche per gli studenti che danno un altro senso all?ipertecnologia in cui sono immersi e in cui spesso si disperdono ed è un?occasione anche per le famiglie che possono vivere più da vicino quello che fanno i figli durante una giornata di scuola. Certamente ci manca l?aspetto sociale, la scuola è fatta di confronti, di capacità di mettersi alla prova e di essere valutati, è fatta di vicinanza e di incontri, e credo che resterà tale, ma questo periodo ci sta sicuramente insegnando che possiamo ampliare i nostri strumenti, che anzi dobbiamo usare e sfruttare le nuove tecnologie per migliorare l?apprendimento dei nostri studenti che sono già immersi, e lo saranno sempre di più, in un mondo digitale.
7 Apr 2020 – Eleonora Fortunato per [https:]
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Il virus SARS-CoV2 ? ma chiamiamolo pure ?virus cinese? ? ha suscitato una pandemia che sta colpendo quasi tutto il mondo. Per affrontarla, innanzitutto bisogna che il popolo si mobiliti con preghiere e penitenze per chiedere a Dio misericordia e che, per rimediare alle conseguenze in campo sanitario, ricorra a tutti i rimedi sanitari.
Tuttavia, per rimediare alle conseguenze in campo politico-sociale, bisogna pure che la nazione ricorra a rimedi politico-sociali, perché dopo l?emergenza potrebbero sorgere crisi più pericolose di quella sanitaria. È necessario quindi che gl?Italiani si trovino preparati ai cambiamenti che la pandemia potrà produrre a tutti i livelli della vita sociale. Per scegliere quelli prudenti ed efficaci, però, bisogna prima delineare alcuni scenari che potrebbero realizzarsi a breve in Italia e altrove. Ne proponiamo quattro.
Quattro possibili scenari sulle conseguenze della pandemia
Primo scenario. ?Andrà tutto bene!?, la pandemia finirà rapidamente, le sue conseguenze rimarranno limitate al campo sanitario e non avranno gravi ridondanze economiche e politiche, tutto tornerà più o meno come prima.
Se così accadrà, bisognerà chieder conto al sistema mass-mediatico di aver suscitato quella ondata frenetica di notizie allarmistiche che ha diffuso incertezza e paura fra la gente.
Inoltre, bisognerà chieder conto alle autorità politiche di aver imposto provvedimenti statalistici contraddittori, discriminatori e inefficaci, che hanno relegato la società civile agli arresti domiciliari, ostacolandone l?impegno nella lotta alla pandemia.
Inoltre, bisognerà chieder conto all?amministrazione, alla burocrazia e ai sindacati dell?evidente fallimento del welfare state, ossia di avere in passato ridotto la struttura statale (anche quella sanitaria) in condizioni organizzative così precarie da non riuscire a reggere l?urto della pandemia, nonostante l?eroismo tempestivamente dimostrato dal personale medico e sanitario.
Inoltre, bisognerà chieder conto alla gerarchia ecclesiastica di aver sottomesso la propria missione cultuale e ministeriale alle pretese dell?autorità politica, vanificando il tentativo fatto da clero e fedeli per difendere il diritto alla libertà religiosa (teoricamente) garantita dalla Costituzione e dal Concordato.
Soprattutto, bisognerà vigilare affinché le autorità politiche rinuncino a mantenere i poteri speciali ottenuti, approfittandosi slealmente dell?ondata emotiva di allarme suscitata dall?emergenza sanitaria.
È infatti noto che le ?eccezioni alle regole? tendono a diventare regole che escludono eccezioni e i ?provvedimenti temporanei? tendono a diventare definitivi.
Ad esempio, ciò accadde in Italia all?epoca dell?emergenza terroristica, alla fine della quale le norme poliziesche di controllo e di repressione rimasero parzialmente in vigore.
Del resto, anche le dittature comunista e nazista s?imposero approfittandosi di emergenze suscitate da disordini, guerre, crisi economiche.
Comunque sia, questo primo scenario ottimistico appare improbabile; ricordiamoci che la terribile pandemia del 1918 imperversò per due anni in due ondate distinte (cfr. Eugenia Tognotti, La ?spagnola? in Italia. Storia della influenza che fece temere la fine del mondo, Franco Angeli, Milano 2015).
Secondo scenario. Le conseguenze sanitarie della pandemia verranno superate in gravità da quelle sociali. Ossia, ci saranno crollo della produzione, del commercio e della distribuzione, penuria di beni, crisi finanziaria, mancanza di liquidità, disoccupazione di massa, livellamento delle classi sociali; di conseguenza, il tenore di vita si abbasserà drasticamente, fino a scivolare nella miseria.
A questo punto, il Governo si approfitterà di questa crisi per imporre alla società civile il progetto di ?decrescita felice? (ossia d?impoverimento), tanto desiderato, per motivi diversi, dall?ecologismo radicale, dal neo-socialismo e dal cristianesimo progressista.
Al fine di scaricare gli effetti perversi del binomio globalizzazione-impoverimento proprio su coloro che ne stanno subendo le gravi conseguenze e che potrebbero opporvisi, la burocrazia statale ostacolerà la ripresa economica delle classi produttive ostili al progetto, ad esempio discriminandole nella distribuzione dei sussidi e delle agevolazioni nazionali e internazionali.
L?Unione Europea spingerà il Governo a consegnare a lei la direzione economica dello Stato (come ha auspicato l?economista Lorenzo Bini Smaghi su Il Foglio del 25-3-2020).
In questo caso, la società civile rimasta sana dovrà reagire impegnarsi a ottenere il ritorno all?equità sociale, particolarmente alla tutela delle libertà di proprietà privata, della imprenditoria e del commercio; le società e le classi produttive, ma anche i sindacati, dovranno imporre a Governo e Stato di rispettare e anzi di facilitare il loro ruolo che permette la sussistenza economica della nazione.
Terzo scenario. Le conseguenze sociali della pandemia verranno superate in gravità da quelle politiche e giuridiche. Ossia, il Governo si approfitterà dei provvedimenti sanitari e di ordine pubblico, approvati sull?ondata emotiva della passata emergenza, per far sì che i poteri speciali concessi allo Stato, da eccezionali e temporanei che erano, diventino normali e definitivi.
Col pretesto di preservare l?unità nazionale di reprimere le prevedibili rivolte delle classi e della gente ridotta in miseria, verrà gradualmente imposto un forte potere esecutivo che limiterà ulteriormente le libertà costituzionali.
Questo nuovo regime prospetterà la necessità di asservire o imbavagliare l?informazione e la cultura dissidenti, col pretesto di vietare lo ?screditamento degli esperti? e la ?propaganda di false notizie e di odio sociale?, che sarebbero promossi dalla ?cultura populista? diffusa dal ?popolo della rete informatica?.
Pertanto, si provvederà a concentrare dati, informazioni e conoscenze della società civile in una ?rete globale?, organizzata da un comitato internazionale di ?saggi? provenienti da note fondazioni globaliste quali MIT, EFC, UNESCO (come auspica il prof. Massimo Lapucci su Avvenire, 22-3-2020).
In questo modo, col pretesto di prevenire o risolvere future crisi, lo Stato potrà evitare elezioni regolari, sostituire il Parlamento con un ?senato degli Esperti?, mobilitare magistratura e forze dell?ordine per realizzare spionaggio e delazione tecnologici di massa (il famoso Panopticon!), progettare una ?riforma ecologica? dell?economia e un nuovo welfare state, nel quale ? come alcuni hanno già proposto ? lo Stato diventi l?unico gestore dei principali beni vitali.
Inoltre, col pretesto di prepararsi ad affrontare future emergenze globali, le ?autorità mondiali umanitarie? (Unione Europea, Nazioni Unite, Organizzazione Mondiale della Sanità, Fondo Monetario Internazionale) tenteranno d?imporre le loro direttive sia in campo politico che sanitario, ad esempio liberalizzando e anzi imponendo aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, psichiatria, (dis)educazione sessuale, etc. (come ha già proposto per l?Italia il prof. Walter Ricciardi dell?O.M.S.).
In questo caso, i ?corpi intermedi? rimasti sani e svegli dovranno reagire reclamando dalle autorità il ritorno alla legalità e alle libertà costituzionali, restituendo la rappresentanza politica e l?azione legislativa agli ordinari organismi elettivi.
Come il popolo ha rispettato le regole della quarantena sanitaria, così il Governo dovrà rispettare quelle dello ?Stato di diritto? e della ?democrazia rappresentativa? (per quel poco che valgono).
Bisognerà denunciare che l?impegno per l?unità nazionale e per una efficace amministrazione delle emergenze non può diventare un pretesto ricattatorio per sopprimere le libertà di espressione, di riunione, di movimento e di lavoro (come ha giustamente ammonito il costituzionalista prof. Francesco Cavalla su La Verità, 23-3-2020).
Quarto scenario. Le conseguenze politiche della pandemia verranno superate in gravità da quelle culturali, specialmente morali e religiose.
Approfittandosi dello smarrimento psicologico e del disarmo morale, il nuovo ?potere emergente dall?emergenza? mobiliterà le sue lobby nel tentativo di portare a compimento la ?rivoluzione culturale? avviata dal Sessantotto e oggi pilotata dall?ecologismo radicale.
La propaganda eco-socialista tenterà di dissolvere tutte le certezze e le garanzie civili, morali e religiose rimaste, diffondendo un relativismo che promette la ?liberazione? dalle responsabilità, dal sacrificio, dal lavoro, dal denaro (e dal benessere).
Il noto scrittore israeliano David Grossmann prevede che la crisi sanitaria cambierà la mentalità e le abitudini del popolo: «Ci sarà chi non vorrà tornare alla vita precedente, chi rinuncerà agli impegni presi, chi vorrà lasciare il posto di lavoro, chi deciderà di separarsi dal coniuge o di abbandonare la famiglia o di non volere figli, chi smetterà di credere in Dio».
Quanto ai cristiani, col tempo essi si abitueranno a fare a meno delle funzioni religiose, del clero e delle stesse chiese; alla fine, si convertiranno dalla vera Religione a una ?religiosità? sentimentale relegata nell?intimo delle coscienze, ridotta alla solidarietà con le vittime della globalizzazione e impegnata nel ?ritorno alla Madre-Terra?.
In questo caso, gli ambienti culturali rimasti sani e svegli dovranno reagire organizzando, più che una propaganda, una sorta di predicazione pubblica impegnata ad ammonire autorità, mass-media e opinione pubblica che valori materiali e temporali (come salute, sicurezza, benessere e libertà) non hanno alcun diritto di prevalere su quelli valori spirituali ed eterni (come verità, morale, giustizia e soprattutto pietas).
Sono quindi legittime solo quelle autorità politiche che, per provvedere al bene comune, assicurano ai cittadini il facile esercizio pubblico delle virtù sociali, le quali culminano in quelle religiose dette cardinali. Altrimenti, ogni potere ?democratico? diventa dittatura della menzogna, della ingiustizia e della empietà.
Una possibile alternativa finale. La recente letteratura dell?ecologismo radicale si augura che l?attuale ?catastrofe sanitaria? provochi uno ?choc epocale? che avvierà il ?caos creatore? necessario per realizzare il ?grande balzo?, facendoci passare dalla fallimentare ?civiltà moderna? alla promettente ?civiltà post-moderna?, incaricata d?instaurare il tanto atteso ?nuovo mondo ecologico?.
Se si succedessero gli scenari che abbiamo descritto, potremmo giungere al bivio decisivo costituito dalla seguente alternativa finale: o il tumore ucciderà la sua vittima prima di morire con questa, o la vittima si libererà del suo tumore prima di esserne uccisa. In ogni caso, la conclusione non sarà facile né indolore. Spieghiamoci.
Prima alternativa: il crollo delle residue strutture sociali della nazione avverrà prima che crollino le artificiali strutture del nuovo potere statale, per cui queste riusciranno a soffocare quelle, provocando una vittoria della Rivoluzione.
Seconda alternativa: al contrario, il crollo delle artificiali strutture statali precederà quello delle residue strutture sociali, per cui queste riusciranno a liberarsi di quelle e avvieranno la riscossa della nazione reale.
Ovviamente, tutti ci auguriamo che si realizzi questa seconda alternativa, perché in questo modo la Rivoluzione gnostica e anticristiana cadrà in una crisi peggiore di quella stava affrontando e che l?aveva spinta ad approfittarsi della emergenza sanitaria.
Ma questa felice soluzione dipenderà innanzitutto dall?aiuto divino, secondariamente dal nostro impegno vigilante e combattivo; facciamo in modo che questo non manchi nella cruciale fase che attraversiamo.
Guido Vignelli, per [https:]
Abstract. L’allucinante decreto liquidità:
– prima ti impediscono di lavorare
– poi ti fanno indebitare.
Vignelli (testo difficile): quattro possibili scenari per il nostro impegno
1) ?Andrà tutto bene!?
2) Le conseguenze economiche saranno peggiori di quelle sanitarie
3) Il Governo renderà permanenti le leggi speciali
4) Il cambiamento culturale sarà peggiore di quello politico.
La speranza: che crolli prima lo Stato.
L'articolo ?Pandemia cinese?: quattro possibili scenari per il nostro impegno. proviene da FattiSentire.org - Per la vita e la famiglia.
Midsommar è un film horror di Ari Aster che racconta l’abominio di un’Europa che, abbandonata la croce, torna al paganesimo immergendosi nell?orrore di società dove il sesso è libero, le donne comandano gli uomini (che sono macchine da riproduzione), i figli vengono allevati da tutti e si è vegetariani. Se qualcuno pensa che sia solo un film, vada a vedere cosa accade al festival di Beltane.
Può un film horror insegnare qualcosa sulla nostra società? La maggior parte dei film horror (genere che detesto) sono b-movies: grotteschi, involontariamente ridicoli, pressoché inutili.
Ma, forse, Midsommar fa eccezione. Si tratta del secondo film del giovane e talentuoso regista ebreo Ari Aster.
La trama è presto raccontata. La studentessa Dani è sconvolta dal suicidio/omicidio della sorella Terri e dei genitori. Dani, vittima di attacchi di panico, chiede aiuto al suo fidanzato Christian, laureato in antropologia culturale. Christian mostra a Dani scarsa empatia: è molto più interessato ad organizzare un viaggio con i suoi amici Josh (un altro antropologo), Mark (il buffone della compagnia) e Pelle, uno svedese trasferito negli Stati Uniti per frequentare l?università. Pelle, infatti, ha invitato i suoi amici in Svezia per visitare una comunità nella quale vive suo fratelli Ingemar.
Quell?estate, infatti, la comunità celebrerà una cerimonia che si svolge ogni novant?anni. Un?occasione da non perdere per degli antropologi. Dani, che ormai ha solo Christian, chiede di partecipare al viaggio.
Il gruppo arriva quindi ad Hårga che, che appare loro un posto bellissimo. Perché? Semplice: è il paradiso dei progressisti.
La comunità è una grande famiglia che condivide tutto. I bambini vengono allevati da tutta Hårga, si dorme tutti insieme e insieme si consumano i pasti preparati insieme dalle donne, mentre gli uomini si dedicano alla cura dei campi. Sono ovviamente vegetariani, vivono dei frutti che la terra dona loro spontaneamente; non c?è elettricità, niente social media né tecnologia.
Ovviamente, il sesso è libero e completamente slegato dalla riproduzione (programmata). Dimenticavo: ad Hårga comandano le donne; gli uomini fungono da fuchi da riproduzione o da animali da fatica. Tutti vanno in giro con dei vestiti etnici svedesi in tessuto naturale. E praticano (all?inizio sembra uno scherzo, ma poi si scopre che è vero) l?eutanasia: arrivati a 72 anni, i membri della comunità muoiono (o vengono eutanasizzati), perché «invece di invecchiare e morire nel dolore e nella paura e nella vergogna, noi doniamo la nostra vita». E? hanno davvero un gran rispetto per gli alberi, persino eccessivo (se qualcuno ha visto il film capirà l?ironia).
Un?ultima cosa: hanno abbandonato il cristianesimo e sono tornati agli antichi culti pagani. Il rito famoso è, infatti, midsommar, calendimaggio in italiano: l?inizio della primavera, il risveglio della natura e della fertilità. Il resto non ve lo racconto, ma non è difficile da immaginare. Va solo sottolineato che si tratta di un vero e proprio film d?autore: luci, fotografia e inquadrature sono di livello altissimo. E ? anche questo va detto ? ci sono scene raccapriccianti e di sesso esplicito. Del resto, il genere è quello…
Ora, passiamo alla parte più interessante. Midsommar rappresenta il nostro futuro; o almeno uno dei nostri possibili futuri. È dove molti vorrebbero portarci: gaia, l?economia circolare, la crescita zero, il potere alle donne, l?eutanasia, la riproduzione programmata, il sesso libero? c?è tutto. Ed è, apparentemente, un paradiso.
Tutti sereni, sorridenti, educati, felici (ma ricordiamoci che è un film horror?). E Midsommar rappresenta il nostro passato. Il passato pre-cristiano, il passato pagano. Sembra che il cristianesimo sia stato una parentesi in un unico flusso di paganesimo. Il mondo era pagano, tornerà pagano. Il nord Europa ha voltato le spalle al cristianesimo ed è già tornato (o sta tornando) al paganesimo.
Forse i popoli germanici si sono convertiti in modo solo superficiale al cattolicesimo? Non hanno, in fondo, mantenuto una interiorità pagana? E i popoli mediterranei? Si, parlo di popoli mediterranei, non di «occidente». Perché l?impero romano era un impero mediterraneo, e l?impero romano ha ricevuto la Luce dalla Grecia, quella Luce che venne nel mondo ma non fu accolta dai suoi. Ma il Mediterraneo l?accolse. Hai voglia a far adorare la Pachamama: chi ha veramente visto la Luce è un blues brother, in missione per conto di Dio? Ah, no, quello era un altro film. Torniamo a Midsommar.
Si tratta di un remake di un film del 1973, un altro film culto: The wicker man, con Christopher Lee. Anche questo è ambientato nel nord Europa, anche questo parla di un gruppo di persone che, in un ambiente bucolico, abbandona la croce e abbraccia il paganesimo. Anche qui c?è sesso libero, anche qui c?è un rito per propiziare la fertilità. Anche questo è un film horror. Perché abbandonare la croce per tornare al paganesimo significa immergersi nell?orrore.
Lo ha spiegato Jung, che di queste cose se ne intendeva. Un tempo, la terra era popolata di demoni. Gli antichi li chiamavano «dei». Poi è arrivato Cristo, e gli dei sono fuggiti.
Dove? Secondo Jung si sono rifugiati all?interno dell?uomo: gli dei, gli antichi demoni, sono diventati malattie (C. G. Jung, Opere, Vol.XIII, Studi sull’alchimia, Bollati Boringhieri, Torino 1988, p.47). Ma ora, invocati, stanno tornando a popolare la terra. E torna l?orrore che Cristo aveva scacciato.
Qualche lettore dirà: vabbeh, ma sono solo film. Che esagerazione.
È vero, sono solo film.
Non è un film, però, il festival di Beltane, che si tiene in Scozia ogni anno e che raduna ad ogni edizione sempre più partecipanti. Si tiene la vigilia di calendimaggio, o midsommer; la notte di Valpurga. Si adorano il fuoco, si celebra (vi lascio immaginare) la fertilità.
Non è un film il festival del Burning man, che si tiene in Nevada ogni anno (e che ha molte attinenze con il rito di The wicker man). È un appuntamento irrinunciabile per i miliardari della Silicon Valley e per le star di Hollywood, insomma: per quelli che contano veramente.
Se volete sapere cosa accade al Burning man dovete accontentarvi di qualche resoconto piuttosto purgato. Da Wikipedia: «Tutte le macchine fotografiche e le videocamere devono essere registrate all’arrivo in città e chi ha intenzione di effettuare delle riprese o fare fotografie per scopi commerciali deve accordarsi preventivamente con l’organizzazione del festival. Non tutti gli eventi possono essere ripresi». Chissà perché.
Se vi dicono che la società del futuro satà una società «laica», non credetegli.
Vogliono solo che abbandoniate Cristo. La società del futuro sarà pagana.
Il futuro è l?orrore.
Roberto Marchesini, per [https:]
Abstract. Condivisione delle donne: quindi, figli “della comunità”, prodotti dai maschi ridotti a “fuchi da riproduzione”. Adorazione del “dio fuoco” e del “dio natura”. I frutti del lavoro sono della comunità: rifiuto della proprietà privata.
L’uomo moderno fugge dalla civiltà e ritorna nelle selve.
L'articolo Il film horror che spiega il nostro ritorno al paganesimo proviene da Difendere la Vita.
Francesco Borgia, terzo Generale della Compagnia di Gesù, il 30 settembre del 1572 rendeva la sua anima a Dio con la serenità confidente dell’uomo, che ha sempre fatto il suo dovere.
Nella sua esistenza movimentata il dovere era stato molto vario. Marito fedelissimo, padre di otto figli, Nipote di Alessandro VI, elegante ed abile cavaliere, confidente di Carlo V imperatore, vice re di Catalogna, gesuita, vicario generale della Compagnia di Gesù per la Spagna, poi successore di sant’Ignazio
L'articolo Vita di San Francesco Borgia Duca di Gandia e poi gesuita proviene da TotusTuus e-book gratuiti.
Già lavoriamo più di 5 mesi su 12 per lo Stato: ora, per fronteggiare il coronavirus, arriva l?assurda richiesta di dare soldi alle Regioni e agli Enti Pubblici.
E? noto che gli assessorati alla salute delle Regioni promuovono l?aborto e la RU486, il sesso libero tramite gli Spazi Giovani, portano il gender nelle scuole ( [www.fattisentire.org] ).
Stupisce come nessuna Regione abbia ridotto o limitato la pratica dell?aborto o la formazione libertaria dei giovani al fine di liberare risorse per assegnarle ai malati di Covid-19.
E?, invece, meno noto che nelle Regioni a guida PD le attività intese a diffondere l?ideologia gender sono state incrementate.
E? il caso della Toscana, che lo scorso 23 marzo 2020 ha stanziato 80.000 ? a favore dei transessuali (qui il video-denuncia: [https:]] ). E anche il Cismai (Bibbiano) approfitta del momento di crisi per cercare di far passare un decreto per incrementare le possibilità di sottrarre i figli alla famiglia.
Anche la Protezione Civile chiede soldi (per l?acquisto di macchinari per la terapia intensiva), ma contestualmente la Società di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva propone di lasciar morire il nonno: in nome della possibile insufficienza dei posti-letto si suggerisce brutalmente di non permettere l?ingresso in Terapia Intensiva di anziani affetti dal virus (qui il documento: [comitatoveritaevita.it] ).
L?irruzione nelle Chiese per interrompere le Messe (vedi Cerveteri), con l?impunità per la polizia municipale responsabile, è un altro fatto che sa di totalitarismo (vedere [www.paginecattoliche.it] ).
I provvedimenti per salvare l?economia del paese NON sono solo offensivi per il buon senso, ma avranno anche un effetto certo.
Infatti, si continua a pensare solo alle fasce più deboli e alle imprese con minor fatturato: ad essere colpite saranno, invece, quelle più solide, più disposte al rischio d?impresa, che han fatto più sacrifici: probabilmente queste non potranno risollevarsi dopo questo lungo periodo di chiusura.
Come sempre le banche non potranno ? giustamente – prestare soldi a chi non è più in grado di restituirli, pur con tutti i Fondi di Garanzia del mondo (vedasi l?inutilizzato Fondo per il terremoto in Emilia-Romagna).
Così, saranno colpiti i migliori: le partite IVA, i professionisti, gli artigiani, le imprese ? sì, anche quelle grandi ? e ci ritroveremo tutti a chiedere il ?reddito di cittadinanza?.
Il coronavirus è davvero la priorità di questo Governo e delle Regioni?
Dietro a tutte queste morti, non c?è solo l?idea di far pagare meno pensioni all?INPS.
Tutti gli errori compiuti potrebbero non essere frutto di incapacità: c?è sotto un progetto.
Si chiama ?Welfare?, che non significa solo ?benessere del cittadino?: lo statalismo welfarista è una forma di socialismo che si occupa della nostra vita ?dalla culla alla bara?.
Tutti schiavi dello Stato, è chiaramente lo scopo che si vuole raggiungere approfittando del virus che, come abbiam visto nei punti precedenti, è solo un?occasione per colpire la famiglia, la religione, la proprietà privata.
No, non dobbiamo dar altri soldi allo Stato e agli Enti pubblici: li utilizzerà per le sue priorità ideologiche.
Spieghiamo, invece, al clero, ai vescovi, agli esponenti del centro-destra, queste tessere del mosaico di Conte e del PD.
David Botti
L'articolo Donazioni alle Regioni per la salute? Serviranno a procurare più aborti proviene da FattiSentire.org - Per la vita e la famiglia.
Mons. Ramon Castro Castro, Vescovo di Cuernavaca nel Messico, ha colto l?occasione anche per mettere in guardia che, di fronte al coronavirus, il Messico affronterà una crisi economica
Fonte: LaVerdad del 23 de Marzo 2020 [nostra traduzione] ? video omelia in [https:]] oppure sul nostro canale: [https:]]
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Il Vescovo intrepido difensore de la vita y la familia, durante l?ultima omelia davanti al popolo fatta nella ?Giornata nazionale della sana distanza? (che in Messico è cominciata come modo di prevenzione nell?emergenza sanitaria causata dal nuovo coronavirus), ha scatenato la solita violenza delle lobby LGBT e femministe dicendo:
«La pandemia di Covid-19 è un grido di Dio all?umanità causato dal disordine sociale, l?aborto, la violenza, la corruzione, l?eutanasia e l?omosessualità».
Dalla Cattedrale di Cuernavaca, il Prelato ha invitato i fedeli a riflettere sulle barriere infrante dal virus COVID-19, «ci mostra la vulnerabilità, senza tener conto del colore né della classe sociale».
«Osservate che cosa interessante: neri e bianchi, atei e fedeli, poveri e ricchi: siamo tutti uguali. Si sta fermando l?umanità, volenti o nolenti, che si abbia denaro o non lo si abbia? »
«E? interessante che un microscopico virus venga a dire all?umanità: Ehi! Sei fragile, sei vulnerabile, né il tuo potere né il tuo successo ti aiuteranno… renditi conto di chi sei! Non giocare a essere Dio»
Castro Castro ha proseguito dicendo: «L?umanità ha voluto giocare a essere Dio e a decidere chi può vivere? ».
«Osservate il 2019: 50 milioni di aborti nel mondo? e l?essere umano ha proclamato con gioia la sua pseudo libertà. Quei figli di Dio li abbiamo assassinati e l?essere umano è come se non fosse nulla».
Il Vescovo ha aggiunto che «la corruzione, la violenza, i furti… e ci stiamo abituando a tutto questo. L?eutanasia: mi son già stufato di soffrire, mi ammazzerò? oppure i bambini malati gravemente, che in Olanda e Belgio i genitori possono dire di ammazzarli. Si aspetta che i bambini decidano di che gender vogliono essere; un bambino decida che vuole essere una bambina, una bambina che vuol essere bambino? Capperi! Sicuramente Dio dice: figli, dove state andando?».
«Pian pianino stanno andando verso un abisso. Ci vuol bene e ci ama, ma ci sta dicendo: attenti figli».
Vescovo mette in guardia sulla crisi economica provocata dal coronavirus
Il Vescovo della Diocesi di Cuernavaca ? Ramon Castro Castro ? ha approfittato dell?occasione per lanciare un allarme sulla crisi economica che il Messico dovrà affrontare a causa della pandemia del coronavirus.
«La situazione economica sarà terribile: ci colpirà una crisi, le nostre necessità saranno moltiplicate».
«Non dimentichiamo i poveri, dobbiamo essere solidali, saremo afflitti da una situazione gravissima [perché] il 50 per cento del nostro popolo vive alla giornata».
Infine, ha chiesto ai fedeli di pregare per i malati, esortandoli anche a seguire la liturgia attraverso dei mass media, dato che saranno sospese le Messe alla presenza del popolo fino al termine della fase critica del coronavirus.
+ Ramon Castro Castro
[https:]]
L'articolo Vescovo di Cuernavaca (MX): il coronavirus è un castigo di Dio per l?aborto, l?omosessualismo e l?eutanasia proviene da Totus Tuus Network.
[Premessa. La Costituzione Italiana è cattiva: frutto degli accordi Dossetti-Togliatti, è uno scivolamento dal liberalismo alla democrazia relativista.
Tuttavia, va sottolineato come l’Avv. Nitoglia, autore del parere sottostante, non ne faccia l’elogio, né la ritenga un nuovo Vangelo, ma si limiti a riscontrare le ingruenze tra la recente legislazione Coronavirus e la Costituzione stessa]
1. Uno dei terreni sui quali incide l?emergenza a seguito della pandemia detta Covid 19 è quello dei rapporti fra Stato italiano e Chiesa cattolica, o meglio tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, enti entrambi sovrani, regolati dai Patti Lateranensi dell?11 febbraio 1929, sottoposti a revisione con l?Accordo del 18 febbraio 1984.
I Patti Lateranensi constano di tre distinti documenti: il Trattato, che fondava lo Stato della Città del Vaticano, riconoscendo l?indipendenza e la sovranità della Santa Sede; la Convenzione finanziaria, che regolava le questioni economiche sorte a seguito delle spoliazioni degli enti ecclesiastici con le cosiddette leggi eversive, e il Concordato, che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa e il Governo.
I Patti Lateranensi sono stati ?costituzionalizzati? con il recepimento di essi operato dall?art. 7 della Costituzione italiana del 1948: ?Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale?. Questo significa che per rivedere i Patti occorre un previo accordo tra le due parti, ovvero, se lo Stato intende procedere autonomamente, un procedimento di revisione costituzionale secondo l?art. 138 Cost.
Nel 1984, con l?Accordo stipulato il 18 febbraio di quell?anno tra le due parti, venne modificato il Concordato (non il Trattato). L?art 2 dell?Accordo stabilisce: ?La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica?.
Fra le fonti primarie di riferimento va richiamato pure l?art. 19 della Costituzione: ?Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume?.
2. Il d.p.c.m. 8 marzo 2020, definito senza precedenti nella storia repubblicana[1], ? una norma di rango secondario nella gerarchia delle fonti, seppur sorretto dal decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6, norma di carattere primario ? all?art. 2 al co. 1 lett. v, dispone che ?l?apertura dei luoghi di culto è condizionata all?adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all?allegato 1, lettera d). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri?.
La sospensione delle cerimonie civili e religiose, con l?aggiunta della possibilità di ?limitazione dell?ingresso nei luoghi destinati al culto?, non contemplate dal d.c.p.m. 8 marzo 2020, è ribadita dal decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19.
E? significativo che in una bozza dell?ultimo D.L., che circolava prima della firma e della pubblicazione, fosse contemplata anche la ?completa chiusura? dei luoghi di culto: è verosimile che la sua rettifica nel testo definitivo dipenda dalle forti proteste che l?anticipazione ha provocato[2].
Seppure non sia impedita la professione privata della religione ? e ci mancherebbe! -, né si impedisca direttamente l?accesso ai luoghi di culto, bensì se ne preveda ?soltanto? la ?limitazione?, viene interdetto, seppur temporaneamente ed eccezionalmente, l?esercizio pubblico della religione, con il blocco delle cerimonie sia in chiesa, sia all?aperto o altrove (la norma non specifica).
3. I problemi sono immediati e concreti: la norma mantiene comunque confini vaghi, lasciando molto a una discrezionalità applicativa suscettibile di diventare arbitraria.
In Sicilia un sacerdote è stato denunciato per violazione della disposizione del d.p.c.m. 8 marzo 2020, unitamente a due parrocchiani, perché costoro lo assistevano tecnicamente nella trasmissione della S. Messa in streaming: erano solo loro tre, a distanza di metri l?uno dall?altro in una grande cappella.
In Puglia un altro sacerdote ha subito la stessa sorte perché ?colto in flagranza? dopo aver dichiarato agli agenti di polizia che si recava a celebrare la S. Messa in un convento di clausura, che ospita cinque suore! In sede di conversione del DL una norma così ambigua va o eliminata, o corretta, se del caso collegando l?autocertificazione anche alla possibilità di raggiungere la chiesa più vicina al proprio domicilio.
4. I problemi sono altrettanto gravi nel rapporto fra ordinamenti. Come sottolinea il prof. Carrer, ?è impossibile non rilevare l?antinomia che si crea tra la norma di cui all?art. 2, co. 1, lett. v d.p.c.m. 8 marzo 2020 e l?art. 19 della Carta fondamentale. Un ulteriore contrasto è tra la norma statale citata e l?art. 7 della Costituzione, che prevede l?indipendenza e la sovranità reciproca della Chiesa? [3].
Quelle che il d.c.p.m. dell?8 marzo e il successivo D.L. del 25 marzo definiscono, nel sospenderle, ?cerimonie?, la Chiesa chiama sacra liturgia, che è il nucleo della sua attività: ?La chiesa adempie la funzione di santificare in modo peculiare mediante la sacra liturgia?, recita il canone 834 del codice di diritto canonico. L?ufficio di santificare è uno dei tre uffici (gli altri due sono quello di insegnare e quello di governare) in cui si esplica la missione della Chiesa [4].
Il can. 838 del codice di diritto canonico, al paragrafo 1 prevede che «regolare la sacra liturgia dipende unicamente dall?autorità della Chiesa: ciò compete propriamente alla Sede Apostolica e, a norma del diritto, al Vescovo diocesano» nonché, al par. 4 è ulteriormente ribadito che «al Vescovo diocesano nella Chiesa lui affidata spetta, entro i limiti della sua competenza, dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti».
5. Sospendere, seppur per motivi eccezionali, la cui validità nessuno contesta, e per un tempo ristretto, questo ufficio fondamentale della Chiesa vuol dire limitare la sua missione; significa, altresì, invadere il campo della Chiesa, alla cui autorità compete unicamente regolare la sacra liturgia. È vero che in questa occasione lo Stato ha ottenuto la pronta collaborazione della Conferenza episcopale italiana, ma le questioni in diritto restano tutte.
La misura incide inoltre sulla libertà costituzionale, garantita dall?art. 19 della Costituzione, che hanno tutti i cittadini, a qualsiasi religione o confessione appartengano di professare liberamente la loro fede e di esercitarne in privato o in pubblico il culto. ?Tutti ? recita il citato art. 19 Cost. ? hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume?.
Per Carrer, ?è evidente che, insieme all?art. 19 Cost., la normativa commentata ha inciso in profondità sull?art. 7 Cost.: quanto al co. 2°, si tratta di modificazioni dei Patti Lateranensi non accettate e nemmeno aventi la forma di revisione costituzionale; quanto al co. 1° la sovranità dello Stato prevale su quella della Chiesa, almeno nelle condizioni dettate dall?emergenza? [5].
Se passa il principio che circostanze eccezionali, per ora collegate a questioni di salute, possono limitare le libertà costituzionali dei cittadini e quelle della Chiesa (anch?esse costituzionalmente garantite), cosa potrebbe accadere, in futuro, in circostanze eccezionali di diverso tipo?
In quali materie e per quanto tempo si possono giustificare tali limitazioni?
Possono esse divenire definitive?
Non si rischia di stravolgere i princìpi basilari del nostro ordinamento giuridico?
Ne riparleremo.
Avvocato Stefano Nitoglia, per [https:]
Il video dell’irruzione: [https:]
NOTE
[1] Così Alessandro Candido, parlando del d.c.p.m. 8 marzo 2020 e del d.p.c.m. 9 marzo 2020, che nulla ha aggiunto al primo per quanto riguarda il tema del diritto al culto, in Poteri normativi del Governo e libertà di circolazione al tempo del COVID-19, in Forum di quaderni Costituzionali, 10 marzo 2020.
[2] V. ?Nota sul decreto legge di chiusura delle chiese? del Centro Studi Livatino del 25 marzo 2020.
[3] Matteo Carrer, Salus rei publicae e salus animarum, ovvero sovranità della Chiesa e laicità dello Stato: gli artt. 7 e 19 Cost. ai tempi del Coronavirus, in BioLaw Journal 2/2020.
[4] ?L?ufficio di santificare 893 ? Il vescovo ?è il dispensatore della grazia del supremo sacerdozio?, [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 25] specialmente nell?Eucaristia che egli stesso offre o di cui assicura l?offerta mediante i presbiteri, suoi cooperatori. L?Eucaristia, infatti, è il centro della vita della Chiesa particolare. Il vescovo e i presbiteri santificano la Chiesa con la loro preghiera e il loro lavoro, con il ministero della Parola e dei sacramenti. La santificano con il loro esempio, ?non spadroneggiando sulle persone? loro ?affidate?, ma facendosi ?modelli del gregge? ( 1Pt 5,3 ), in modo che ?possano, insieme col gregge loro affidato, giungere alla vita eterna? [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 25]?. Catechismo della Chiesa Cattolica, Articolo 9, paragrafo 4, p. 244, Libreria Editrice Vaticana, 1994
[5] Matteo Carrer, op. cit.
ABSTRACT.
Per giuristi.
E’ stato interdetto l?esercizio pubblico della religione, con il blocco delle cerimonie sia in chiesa, sia all?aperto o altrove.
Dei sacerdoti sono stati denunciati per aver detto Messa.
E’ impossibile non rilevare l?antinomia che si crea tra la norma di cui all?art. 2, co. 1, lett. v d.p.c.m. 8 marzo 2020 e l?art. 19 della Carta fondamentale.
Un ulteriore contrasto è tra la norma statale citata e l?art. 7 della Costituzione, che prevede l?indipendenza e la sovranità reciproca della Chiesa.
La democrazia totalitaria di Stato ha fatto un altro passo avanti.
L'articolo Polizia interrompe le S. Messe: è in gioco la libertà religiosa proviene da Pagine Cattoliche.
Partiamo dalla notizia: a Torino sono aumentati i Tso, cioè i trattamenti sanitari obbligatori, un intervento sanitario proposto dal sindaco in casi estremi e urgenti.
Purtroppo, bisogna dirlo, è una delle conseguenze carsiche della quarantena che è stata imposta all?Italia.
Dopo i cartelli «Andrà tutto bene», i canti sul balcone, i flash mob organizzati via social media («Facciamo tutti insieme un applauso agli italiani!», «Accendiamo tutti la torcia del cellulare» e via dicendo), la quarantena presenta il suo conto che, per qualcuno, è piuttosto salato.
È un po? come andare in campeggio: i primi giorni è una bella avventura; poi il materassino comincia a diventare duro, e rimpiangiamo il bidet. Detto brutalmente: qualcuno comincia a dare i numeri.
Alla privazione della libertà personale, al fatto di dover restare confinati in pochi metri quadri, alla condivisione forzata del tempo e dello spazio con un numero limitato di persone (per quanto care) o alla solitudine, recentemente si sono aggiunte misure ancora più restrittive che possono seriamente mettere alla prova la serenità degli italiani: il divieto di attività fisica all?aperto e la chiusura di parchi, aree gioco e giardini pubblici.
Eravamo consapevoli che la quarantena avrebbe potuto portare effetti negativi sul benessere degli italiani: per questo motivo avevamo steso un elenco (in tono leggero e positivo) di cose da fare per mantenere una certa serenità. Purtroppo l?ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo scorso limita parecchio un?attività importante come l?attività all?aperto:
1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sono adottate, sull?intero territorio nazionale, le ulteriori seguenti misure:
a) è vietato l?accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici;
b) non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all?aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona;
Si tratta di una limitazione che, pur contribuendo a limitare il contagio, avrà (e forse sta già avendo) effetti negativi sulla salute degli italiani.
Cerchiamo di non scoraggiarci e facciamo quello che possiamo, cioè i primi quattro punti che abbiamo indicato. Li ripassiamo.
1) Curiamo la vita spirituale. Il tempo lo abbiamo: possiamo pregare da soli oppure usare i social media in modo intelligente per pregare con altri. Preghiamo per i morti, per i malati e perché la Madonna faccia passare questo flagello che Dio ha permesso che colpisse il mondo e il nostro Paese.
2) Cerchiamo di godere degli aspetti positivi che la quarantena ci offre: il silenzio, la calma, la possibilità di pensare e prendersi cura di noi stessi. Non coltiviamo pensieri negativi, non disperiamoci, non compulsiamo i numeri dei ricoverati, dei morti e dei positivi.
3) Cerchiamo di sfruttare il tempo a nostra disposizione in modo costruttivo: leggiamo, impariamo qualcosa di nuovo, approfondiamo. Quanti libri abbiamo acquistato e non letto («Non ho tempo…»)? Quanti libri si sono impolverati sul nostro comodino? Un suggerimento? Qui ( [www.carimo.it] ) è disponibile tutta la Summa Teologica di san Tommaso. Potremmo leggere qualche quaestio al giorno?
4) Manteniamo le relazioni sociali. Se siamo soli in casa, utilizziamo il telefono, Skype o altri mezzi per restare in contatto con amici e parenti: confortiamoli, preghiamo per e con loro, cerchiamo di passare del buon tempo. Se siamo con i familiari: parliamo, giochiamo a carte, con giochi in scatola. Se abbiamo dei bambini: facciamo dei lavoretti, approfondiamo (se necessario, correggendo) ciò che hanno imparato a scuola.
Insomma: il pericolo non viene solo dagli assembramenti, il nemico non è solo il «vairus». Attenzione alla solitudine, all?angoscia: anche loro possono farci del male.
L'articolo Lo psicologo e la reclusione per virus: 4 consigli per non scoraggiarsi e coltivare il proprio benessere fisico e spirituale. proviene da Difendere la Vita.
La sera del 29/3 è terminata la possibilità di vedere gratuitamente in streaming il film-documentario ?Torri, checche e tortellini?: una celebrazione ? con chiari intenti propagandistici – dei 43 anni del movimento omosessualista in Italia.
Il film è realizzato con denaro pubblico da Cinemare grazie al Ministero dei Beni Culturali e alla regionale Emilia Romagna Film Commission.
Scopo della visione gratuita è pubblicizzare l?imminente uscita di un nuovo film LGBT (realizzato sempre da Cinemare con Rai Cinema): la biografia di Mario Mieli, noto attivista della liberazione omosessuale in chiave marxista (morto suicida nel 1983) che – secondo Wikipedia ? teorizza per primo la legalizzazione della pedofilia e la necrofilia.
C’è qualcosa da imparare da ?Torri, checche e tortellini?. Qualcosa che narrano gli stessi attivisti LGBT e che può essere utile ai pro-famiglia. Vediamolo.
Scegliere il momento storico opportuno. Il primo gruppo di attivisti LGBT ? il ?Collettivo frocialista bolognese? – nasce nel 1977 e ha come sede quella del Partito Socialista in Via Castiglione 24.
Ai bolognesi quell?anno ricorda i violenti scontri culminati con l?uccisione per legittima difesa dell?agitatore comunista Francesco Lorusso.
Ma per l?Italia è l?anno in cui il Partito Comunista perde il controllo delle masse, fatto simboleggiato dall?assalto di ?studenti? al massimo esponente del sindacalismo comunista, Luciano Lama.
Pertanto, il PCI vira verso la strategia del ?riflusso, disimpegno e liquidazione della contestazione?; anziché alla politica, i giovani vengono ora orientati verso le discoteche (nel 1978 esce ?La febbre del sabato sera?).
Scegliere la città più ?protettiva?. Bologna non è sempre stata gay friendly, anzi: ma se l?Italia ha conosciuto il Partito Comunista più forte d?Occidente, Bologna è stata la Federazione comunista più importante d?Italia.
Per decenni, terminata la scuola di partito delle Frattocchie, i quadri migliori venivano mandati nella sede di Via Barberia a imparare come far funzionare il partito.
Bologna è la città in cui, dal dopoguerra, ca. 10.000 iscritti hanno donato tutte le proprie ferie per preparare la Festa Nazionale del quotidiano comunista l?Unità.
Pertanto, è a Bologna che il PCI può finanziare e proteggere il movimento LGBT (nel frattempo indirizzato all?area radical-liberale) senza correre il rischio di perdere consensi.
Scegliere il luogo dove la destra è più debole. Bologna vive il dopoguerra nel terrore perché si trova ?triangolo della morte?, una zona dove i partigiani comunisti hanno assassinato decine di migliaia di persone, tra cui un centinaio di sacerdoti.
Inoltre, grazie all?influenza di Giuseppe Dossetti, Bologna è la città dove la resistenza dei cattolici è più debole: dal 1958 al 1983 i Vescovi brillano per il loro silenzio.
Perciò, proprio nel 1982, nasce il primo centro italiano LGBT che diventa subito leggendario: per la prima volta in Europa un?amministrazione pubblica concede uno spazio, peraltro assai prestigioso, a un?associazione di omosessuali.
Infatti, senza alcun timore di reazioni, l?amministrazione comunista del Sindaco Zangheri assegna come sede il ?Cassero di Porta Saragozza?, il luogo dove da secoli sosta la processione della Madonna di San Luca, patrona della città.
L?irrisione dei cattolici e la violenza verso ogni tipo di destra sono continuati per anni, con la complicità della Magistratura e di prefetti compiacenti, come testimonia l?immagine in alto a sinistra.
38 anni di finanziamenti continui, dei quali il più eclatante è la Convenzione del 2017, che permette a decine di attivisti di ricevere una sorta di stipendio.
Un fiume di denaro con cui le lobbies elaborano e affinano sofisticate tecniche di penetrazione nella società: ad esempio, è del 2002 il primo modello di infiltrazione del gender nelle scuole.
Sostegno, contributi, soldi, immobili, beni mobili, personale? che vengono sempre e solo dal Partito Socialista, dal Partito Comunista? fino al Partito Democratico.
Con buona pace del centro-destra, che ancora non ha imparato che investire nella cultura è il modo con cui ci si costruisce l?elettorato del futuro.
E alla faccia del clero ? di qualunque colore vestito – e dei laici cattolici che sostengono che il pericolo sia costituito dall?egoismo individualista, dalla società dei consumi e radical-liberale.
Nossignori: contra factum non valet argumentum. Le ideologie individualiste e libertarie sono solo mezzi: è chi detiene il potere locale e statale che decide se e come usarli.
David Botti
Nota. Tra le molte fonti, cfr. [https:]]
L'articolo Le lobbies LGBT celebrano la vittoria: quali lezioni per i pro-famiglia? proviene da FattiSentire.org - Per la vita e la famiglia.
?Noi ci vantiamo anche delle tribolazioni? (Rom 5, 3)
Milioni di cattolici nel cosiddetto mondo occidentale libero, nelle settimane o addirittura nei mesi a venire, e specialmente durante la Settimana Santa e la Pasqua, culmine dell?intero anno liturgico, saranno privati ??di qualsiasi atto di culto pubblico a causa della reazione civile ed ecclesiastica alla scoppio della malattia del Coronavirus (Covid-19). La più dolorosa e desolante di queste misure è la privazione della Santa Messa e della Comunione Sacramentale.
Si constata l?atmosfera di panico quasi planetario. Misure di sicurezza drastiche e sproporzionate, associate alla negazione dei diritti umani fondamentali come la libertà di movimento, la libertà di riunione e la libertà di opinione, sembrano essere quasi orchestrate a livello globale secondo un piano preciso.
Un importante effetto collaterale di questa nuova ?dittatura sanitaria? che si sta diffondendo in tutto il mondo è il crescente e intransigente divieto di tutte le forme di culto pubblico. L?attuale situazione del divieto di culto pubblico a Roma riporta la Chiesa ai tempi di un divieto del culto cristiano emesso dagli imperatori pagani romani nei primi secoli.
I chierici che osino celebrare la Santa Messa alla presenza dei fedeli in tali circostanze potrebbero essere puniti o imprigionati.
Una tale ?dittatura sanitaria? mondiale ha creato una situazione che respira l?aria delle catacombe, di una chiesa perseguitata, di una chiesa sotterranea, specialmente a Roma.
Papa Francesco, che il 15 marzo, con passi solitari ed esitanti, ha vagato per le strade deserte di Roma nel suo pellegrinaggio dall?immagine della Salus populi Romani nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Croce Miracolosa nella Chiesa di San Marcello, ha trasmesso un?immagine apocalittica. Ricordava la seguente descrizione della terza parte del segreto di Fatima (rivelato il 13 luglio 1917): ?Il Santo padre attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena?.
Come dovrebbero reagire e comportarsi i cattolici in una situazione del genere?
Dobbiamo accettare questa situazione per mano della Divina Provvidenza come una prova, che ci porterà maggiori benefici spirituali che se non l?avessimo vissuta. Possiamo comprendere questa situazione come un intervento divino nell’attuale crisi senza precedenti della Chiesa. Dio ora usa questa situazione per purificare la Chiesa, per risvegliare i responsabili nella Chiesa, e prima di tutto il Papa e l?Episcopato, dall?illusione di un bellissimo mondo moderno, dalla tentazione di flirtare con il mondo, dall?immersione nelle cose temporali e terrestri. I poteri di questo mondo hanno ora forzatamente separato i fedeli dai loro pastori.
L?attuale divino intervento purificatore ha il potere di mostrarci tutto ciò che è veramente essenziale nella Chiesa: il sacrificio eucaristico di Cristo con il suo Corpo e il suo Sangue e l?eterna salvezza delle anime immortali. Questa improvvisa e inattesa privazione di ciò che è centrale faccia sì che nella Chiesa si inizi a vedere e apprezzarne più profondamente il suo valore.
Nonostante la dolorosa situazione di privazione della Santa Messa e della Santa Comunione, i cattolici non devono arrendersi alla frustrazione o alla malinconia. Dovrebbero accettare questa prova come occasione di abbondanti grazie che la Divina Provvidenza ha loro preparato. Molti cattolici hanno ora, in un certo senso, l?opportunità di sperimentare la situazione delle catacombe, della Chiesa sotterranea. Si spera che una tale situazione produca i nuovi frutti spirituali dei confessori della fede e della santità.
Questa situazione costringe le famiglie cattoliche a sperimentare letteralmente il significato di ciò che è la chiesa domestica.
In assenza della possibilità di partecipare alla Santa Messa anche di domenica, i genitori cattolici dovrebbero riunire intorno a sé le proprie famiglie.
Potrebbero assistere, in casa, a una Santa Messa trasmessa in televisione o su Internet o, se ciò non fosse possibile, dovrebbero dedicare un?ora di preghiera per santificare il Giorno del Signore e unirsi spiritualmente alle Sante Messe celebrate dai sacerdoti a porte chiuse, anche nella loro città o nel loro quartiere.
Di Domenica un?ora santa di una chiesa domestica potrebbe ad esempio essere fatta nel modo seguente: Preghiera del rosario, lettura del Vangelo della domenica, atto di contrizione, atto di comunione spirituale, litanie, preghiera per tutti coloro che soffrono e muoiono, per tutti coloro che sono perseguitati, preghiera per il papa e i sacerdoti, preghiera per la fine del?’attuale epidemia fisica e spirituale.
La famiglia cattolica deve anche recitare il pio esercizio della Via Crucis il Venerdì di Quaresima.
Inoltre, la domenica, i genitori possono radunare i loro figli nel pomeriggio o alla sera per leggere loro storie della vita dei santi, in particolare quelle tratte da periodi di persecuzione della Chiesa.
Ho avuto il privilegio di vivere un’esperienza simile durante la mia infanzia e mi ha dato le basi della fede cattolica di tutta la mia vita.
I cattolici che oggi, forse solo per un breve periodo di alcune settimane o mesi, sono privati ??della partecipazione alla Santa Messa e della Santa Comunione Sacramentale, possono pensare ai tempi di persecuzione, in cui per anni i fedeli non potevano assistere alla Messa o ricevere altri sacramenti, come ad esempio durante la persecuzione comunista in molti luoghi dell?Impero sovietico.
Possano queste parole di Dio rafforzare tutti i cattolici che attualmente soffrono per la privazione ??della Santa Messa e della Santa Comunione:
?Carissimi, non siate sorpresi per l?incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare? (1 Pietro 4, 12-13).
?Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio? (2 Cor 1, 3-4).?
?Il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo? (1 Pietro 1, 6-7).
Al tempo di una crudele persecuzione della Chiesa, San Cipriano di Cartagine (+258) diede questo insegnamento edificante sul valore della pazienza:
?È proprio la pazienza a rafforzare saldamente le basi della nostra fede, ad accrescere ed elevare la nostra speranza. Essa guida il nostro agire, perché possiamo rimanere fedeli alla via di Cristo mentre camminiamo nella grazia della sua pazienza. Quanto è grande il Signore Gesù e quanto è grande la sua pazienza che Colui che è adorato in cielo non è ancora vendicato sulla terra! Amati fratelli, consideriamo la sua pazienza nelle nostre persecuzioni e sofferenze; offriamo l’obbedienza piena dell’attesa del suo avvento? (De patientia, 20; 24).
Vogliamo pregare con tutta la nostra fiducia la Madre della Chiesa, invocando il potere di intercessione del suo Cuore Immacolato, affinché l?attuale situazione di privazione della Santa Messa possa portare abbondanti frutti spirituali per il vero rinnovamento della Chiesa dopo decenni di notti di persecuzione dei veri cattolici, clero e fedeli, avvenuta all’interno della stessa Chiesa.
Ascoltiamo queste parole confortanti di San Cipriano:
?Se viene riconosciuta la causa di un disastro, la ferita viene immediatamente sanata. Il Signore voleva che la sua famiglia fosse messa alla prova; e poiché una lunga pace aveva corrotto la disciplina ecclesiastica che ci era stata divinamente consegnata, il rimprovero celeste ha risvegliato la nostra fede giacente quasi, direi, addormentata; e sebbene meritassimo di peggio per i nostri peccati, il Signore clementissimo ha disposto tutte le cose in modo che tutto ciò che è accaduto è sembrato più un processo che una persecuzione? (De lapsis, 5).
Possa Dio accordare che questa breve prova di privazione del culto pubblico e della Santa Messa ispiri nei cuori del Papa e dei vescovi un nuovo zelo apostolico per i tesori spirituali perenni divinamente loro affidati – vale a dire, lo zelo per la gloria e l’onore di Dio, l?unicità di Gesù Cristo e del suo sacrificio redentore, per la centralità dell?Eucaristia e il modo sacro e sublime di celebrarla, lo zelo per la maggiore gloria del Corpo eucaristico di Cristo e lo zelo per la salvezza delle anime immortali, lo zelo per un clero casto e pieno di spirito apostolico. Possiamo ascoltare queste incoraggianti parole di San Cipriano:
?Dobbiamo lodare Dio e celebrare le sue benedizioni e i suoi doni con un rendimento di grazie, mentre anche in tempi di persecuzione, la nostra voce non abbia smesso di ringraziare. Perché l?avversario non ha il potere di impedirci, che amiamo il Signore con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra vita e con tutta le nostre forze, di proclamare le sue benedizioni e le sue lodi sempre e ovunque celebrando la sua gloria. È venuto il giorno così ardentemente desiderato dalle preghiere di tutti; e dopo l?orribile e tetra caligine di una lunga notte il mondo risplende irradiato dalla luce del Signore? (De lapsis, 1).
19 marzo 2020
+ Athanasius Schneider,
vescovo ausiliare dell?arcidiocesi di Santa Maria ad Astana
Fonte: [https:] traduzione a cura di [https:]]
L'articolo Mons. Schneider (As): Consigli spirituali quando la S. Messa è proibita proviene da Totus Tuus Network.
L?alto prezzo della debolezza cattolica (1). Ho la fortuna, nella mia missione internazionale per Human Life International, di avere la frequente opportunità di visitare le Filippine, un posto che considero una seconda casa.
Mentre io e la squadra di Human Life International (Vita Umana Internazionale) eravamo lì, abbiamo intrapreso iniziative per educare la popolazione sulle questioni pro-vita e pro-famiglia e dotarle degli strumenti di cui hanno bisogno per combattere l?agenda antinatalista.
La scorsa settimana il dott. Brian Clowes, la dott.ssa Ligaya Acosta e io abbiamo viaggiato in lungo e in largo nelle Filippine per tenere conferenze sulla vita e sulla famiglia e per incontrare vescovi, sacerdoti, religiosi e capi civili locali.
Come sempre, ho trovato l?esperienza edificante. Sebbene molti Filippini affrontino difficoltà quotidiane, sono sempre colpito dalla loro gioia autentica, che in molti casi è chiaramente l?espressione naturale della loro fede profonda e ricca di speranza.
D?altra parte, mi sento sempre più angosciato dal modo in cui il veleno dei ?valori? laicisti del socialismo cominciano a penetrare in questo paese, erodendo silenziosamente le verità fondamentali che finora hanno protetto le Filippine dai peggiori aspetti della decadenza occidentale: divorzio senza conseguenze, educazione sessuale radicale, legalizzazione di contraccezione e aborto, cosiddetto ?matrimonio? omosessuale, ecc.
Il globalismo aveva assicurato che gli svaghi dell?Occidente sono onnipresenti nelle Filippine, con le loro rappresentazioni pervasive (e spesso alla moda) del libertinismo sessuale e dell?insensata ricerca del piacere e della ricchezza. Nel frattempo, molte ONG guidate dall?Occidente e altre organizzazioni no profit hanno intenzionalmente preso di mira le Filippine, vedendo in questo paese cattolico fedele un?accanita opposizione, e persino una minaccia, al trionfo dei valori socialisti e progressisti.
Oggi, la squadra di HLI ha avuto un posto in prima fila da cui osservare l?impatto di questa campagna per ?modernizzare? le Filippine. Siamo appena tornati da una giornata intera, trascorsa in un liceo cattolico per sole ragazze.
Purtroppo, abbiamo potuto constatare fino a che punto è arrivato il marciume della Cultura di Morte. Un cospicuo gruppo di studentesse della scuola ha espresso il proprio malcontento per l?insegnamento della Chiesa su questioni come l?omosessualità, il transessualismo e l?ideologia del gender. Queste studentesse hanno dichiarato di non essere d?accordo con ciò che abbiamo detto su questi argomenti.
Per noi era evidente che le studentesse erano state influenzate da insegnanti dalla mentalità progressista, dall?ambiente familiare, dai coetanei e da una cultura laicista dilagante.
Vorrei poter dire che questa esperienza è stata per noi la prima, ma purtroppo non è stato così.
In effetti era evidente dalle domande e dagli atteggiamenti delle studentesse che erano state indottrinate e plagiate. È stato sorprendente sentirle parlare di ?autodeterminazione? e ?auto-identificazione? come dei valori più importanti. Inoltre, hanno dimostrato una desolante ignoranza delle conseguenze negative che questo individualismo radicale ha sulla vita degli individui e sul benessere della società nel suo insieme. Quando non ci siamo mostrati d?accordo con la loro idee, alcune studentesse hanno detto che eravamo odiosi e meritavamo di essere presi a pugni in faccia.
Quello che è evidente nelle Filippine è il tragico desiderio di essere come l?Occidente, abbracciando le sue ideologie, le sue filosofie e la sua agenda. La certezza morale viene rifiutata a vantaggio dell?individualismo, del relativismo e del socialismo, e l?individuo è la sola fonte della morale. Sebbene la fede sia ancora presente, è minacciata dallo stesso laicismo e progressismo che vediamo in Occidente.
Come negli Stati Uniti, molte università e istituzioni cattoliche hanno compromesso i loro mandati apostolici: insegnare, spiegare e difendere la fede. I giovani, invece, stanno ricevendo ideologie e insegnamenti terreni, confermati nel secolarismo e nel modernismo, ma non nel cattolicesimo.
In HLI lo sperimentiamo costantemente in seminari e workshop a cui partecipiamo. Ciò ha reso sempre più difficile proclamare e sostenere l?insegnamento perenne della Chiesa sulla famiglia, la vita e il matrimonio.
Il prezzo della debolezza cattolica. L?esperienza che abbiamo avuto nella scuola per ragazze, ha fatto venire ancora una volta a galla la verità che quando i Cattolici non riescono a vivere la loro fede coraggiosamente, esprimendola nella pubblica piazza e a trasmetterla alla generazione successiva, ci sono conseguenze pratiche molto concrete e molto gravi.
Sfortunatamente, i nostri avversari ideologici sono maestri nel nascondere la miseria che le loro teorie hanno generato, dipingendo invece un quadro idilliaco di ?libertà? e ?autonomia? illimitate. Inoltre, ai credenti cristiani viene detto che non devono ?imporre? le loro credenze agli altri, ma piuttosto abbracciare la ?tolleranza?; ci viene detto che il ?pluralismo? è di fatto un bene, indipendentemente dalle convinzioni particolari che ci è detto che dobbiamo tollerare.
Nel frattempo, tuttavia, dietro questa facciata imbiancata troviamo milioni di bambini non nati uccisi, innumerevoli donne traumatizzate, famiglie distrutte o disgregate e la gioventù derubata delle verità perenni sulla natura umana che l?avrebbe preparate per vivere una vita piena di senso, sana e produttiva.
Come ha affermato la Congregazione per la Dottrina della Fede della Chiesa in un documento del 2002 sulla partecipazione dei Cattolici alla vita politica: ?invocando ingannevolmente il valore della tolleranza, a una buona parte dei cittadini ? e tra questi ai cattolici ? si chiede di rinunciare a contribuire alla vita sociale e politica dei propri Paesi secondo la concezione della persona e del bene comune che loro ritengono umanamente vera e giusta, da attuare mediante i mezzi leciti che l?ordinamento giuridico democratico mette ugualmente a disposizione di tutti i membri della comunità politica. La storia del XX secolo basta a dimostrare che la ragione sta dalla parte di quei cittadini che ritengono del tutto falsa la tesi relativista secondo la quale non esiste una norma morale, radicata nella natura stessa dell?essere umano, al cui giudizio si deve sottoporre ogni concezione dell?uomo, del bene comune e dello Stato? (Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l?impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, n. 2).
I numeri deprimenti nel sondaggio di EWTN. Come Cattolici, abbiamo tutte le ragioni per avere la fierezza e la fiducia nella nostra fede e nel suo impatto sulla sfera politica e sociale. Sfortunatamente, tuttavia, molti sedicenti Cattolici dimostrano una maggiore lealtà verso i valori del tempo rispetto alle verità perenni della loro fede. Ciò è dimostrato abbastanza chiaramente in un recente sondaggio commissionato dalla EWTN.
Dei 1.521 Cattolici, elettori certificati, intervistati per il sondaggio, solo il 13% ha dichiarato di essere d?accordo con ?tutti? gli insegnamenti della Chiesa e di provare a seguirli nella loro vita. Un altro 38% ha affermato di accettare ?complessivamente? la maggior parte degli insegnamenti della Chiesa, mentre un altro 42% ha affermato di rifiutare alcuni degli insegnamenti della Chiesa o che la fede ha solo un impatto superficiale sulla loro vita.
L?atteggiamento di laissez-faire dei Cattolici statunitensi nei confronti dell?insegnamento della Chiesa non è una qualche espressione moralmente neutra dell?autonomia personale. Ha conseguenze reali. Ciò è chiaro nelle risposte degli intervistati sul problema dell?aborto. Se un insegnamento della Chiesa è chiaro al 100%, è l?insegnamento sull?aborto. E giustamente, perché se c?è qualcosa che va contro l?insegnamento di Cristo ?tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro? (Matteo 7,12), è proprio l?assassinio insensato di innocenti bambini, non nati.
Sfortunatamente, solo l?11% dei Cattolici intervistati nel sondaggio ha affermato che l?aborto dovrebbe ?sempre? essere posto fuori legge. Un altro 33% ha dichiarato che dovrebbe essere fuori legge, tranne nei casi di stupro, incesto e minaccia alla vita della madre. Tuttavia, un altro 51% ha affermato che dovrebbe essere legale, tranne in caso di aborto tardivo, o che dovrebbe sempre essere legale. Cioè, un massiccio 84% di sedicenti Cattolici era dell?opinione che l?omicidio di bambini non nati dovrebbe essere consentito, almeno in parte. Non c?è da stupirsi che non abbiamo ancora rovesciato Roe vs. Wade (la sentenza che ha legalizzato l?aborto negli USA, N.d.T.)!
La cosa più strana di tutte, forse, è stata il modo in cui molti degli intervistati sembravano non preoccuparsi se i loro fratelli cristiani, nel vivere la propria fede, subiscono pressioni e ingiustizie da parte dello stato o di ideologi progressisti. Un sorprendente 40% di sedicenti Cattolici ha risposto che i Cristiani proprietari di imprese che forniscono servizi ai matrimoni dovrebbero essere costretti a elargire tali servizi per i matrimoni omosessuali! La stessa identica percentuale ha affermato che le agenzie di adozione confessionali dovrebbero essere costrette a dare in adozione i bambini a coppie omosessuali.
Una sveglia. Ora, si potrebbe rispondere che un modo per leggere il sondaggio è semplicemente quello di riconoscere che molti sedicenti Cattolici non sono affatto Cattolici, almeno non nel senso pieno del termine.
Forse sono stati battezzati ma la fede non è mai veramente stata insegnata loro, o forse provengono da un popolo con una forte identità ?culturale? cattolica, ma questo è tutto. Penso che tutto questo sia abbastanza vero. In effetti, come osserva la stessa analisi della EWTN del sondaggio, sembra che ci sia un forte e crescente abisso tra i Cattolici che aderiscono alla loro fede e chi si professa cattolico a parole, ma di fatto nella maggior parte delle situazioni quotidiane, non sa cosa questo voglia dire.
?Ci sono praticamente due comunità cattoliche nel paese?, ha osservato la EWTN.
Tuttavia, come anche l?articolo afferma, il fatto che questa sia la realtà non è di grande conforto. ?Questo nuovo sondaggio è anche una diagnosi del fallimento nel presentare ai Cattolici l?insegnamento della Chiesa in modo chiaro ed efficace su tali questioni morali vitali che coinvolgono atti intrinsecamente malvagi come l?aborto, l?eutanasia e il suicidio assistito?, ha osservato la EWTN.
Dopotutto, se non possiamo aspettarci che i sedicenti Cattolici conoscano e apprezzino gli insegnamenti della loro Chiesa su delicate questioni morali, come possiamo aspettarci che più in generale la cultura conosca e apprezzi quegli insegnamenti? Se noi che siamo nella Chiesa avessimo dato una forte testimonianza cristiana di fede vissuta, e avessimo insegnato chiaramente quello che la Chiesa insegna e spiegato perché quell?insegnamento è buono, non ci sarebbero così tanti sedicenti Cattolici che si sentono così liberi di liquidare la dottrina cattolica.
La mia speranza è che questo sondaggio risvegli i nostri vescovi, pastori e capi spirituali sulla gravità del nostro fallimento nel trovare argomenti convincenti per affermare le verità perenni contenute nella dottrina cattolica sulla dignità della persona umana e sulla malizia intrinseca della contraccezione, dell?aborto, dell?eutanasia e degli attacchi alla famiglia e alla libertà religiosa.
Ho il timore che senza il baluardo della verità a difenderle, molte di quelle ragazze della scuola nelle Filippine impareranno sulla loro pelle a cosa portano la miseria e il vuoto secolarismo occidentale. Nel frattempo, sono state derubate della ricchezza degli insegnamenti della Chiesa, che ci indicano come vivere una vita trascendente e piena di significato, la quale, alla fine, conduce alla gioia eterna che deriva dalla visione di Dio.
Senza una solida difesa di queste verità, temo che gli innocenti continueranno a soffrire, e che saremo condannati a ripetere gli orribili errori che hanno devastato il XX Secolo e che molte anime andranno perse.
Don Shenan J. Boquet (Originale in Inglese). Fonte: [www.vitaumanainternazionale.org]
Abstract. Un nuovo esame di coscienza: un caso seguito da Vita Umana Internazionale rivela le campagne di propaganda per ?modernizzare? i cattolici. Molte ONG promosse dai partiti socialisti occidentali (Gretina) e altre organizzazioni non-profit inculcano che ?autodeterminazione? e ?auto-identificazione? sono i valori più importanti. La cosa più strana è che molti sembrano non preoccuparsi delle pressioni e ingiustizie da parte dello Stato e i suoi ideologi welfaristi e progressisti.
NOTA. (1) ?La fede in Gesù Cristo che ha definito se stesso «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6) chiede ai cristiani lo sforzo per inoltrarsi con maggior impegno nella costruzione di una cultura che, ispirata al Vangelo, riproponga il patrimonio di valori e contenuti della Tradizione cattolica.
La necessità di presentare in termini culturali moderni il frutto dell?eredità spirituale, intellettuale e morale del cattolicesimo appare oggi carico di un?urgenza non procrastinabile, anche per evitare il rischio di una diaspora culturale dei cattolici.
Del resto lo spessore culturale raggiunto e la matura esperienza di impegno politico che i cattolici in diversi paesi hanno saputo sviluppare, specialmente nei decenni posteriori alla seconda guerra mondiale, non possono porli in alcun complesso di inferiorità nei confronti di altre proposte che la storia recente ha mostrato deboli o radicalmente fallimentari?.
(Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l?impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, n. 7).
L'articolo HLI: l?incapacità nella trasmissione delle eterne verità proviene da Difendere la Vita.
La SIAARTI, la Società Scientifica di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, ha emanato delle Raccomandazioni di etica clinica dirette agli operatori correlate all?emergenza creata dal Covid-19 (SIAARTI ? Covid19).
In nome della ?straordinarietà della situazione? e della possibile insufficienza dei posti-letto, si propone brutalmente di non permettere l?ingresso in Terapia Intensiva di anziani affetti dal virus, soprattutto se già portatori di altre patologie o in condizioni precarie, nonché di interrompere la Terapia intensiva in atto nei loro confronti, anche se ancora utile; azioni da porre in essere anche in presenza di altri posti-letto disponibili, per riservarli ad eventuali altri pazienti più giovani.
I criteri sono quelli di ?giustizia distributiva? e di ?appropriata allocazione delle risorse sanitarie limitate?: occorre la ?massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone?, per cui è opportuno ?riservare risorse ha chi ha più probabilità di sopravvivenza e a chi può avere più anni di vita salvata?. Insomma: curare gli anziani con la Terapia Intensiva costa troppo e non vale la pena (tanto dovrebbero morire dopo pochi anni?).
1. Sgombriamo il campo dalla giustificazione della emergenza: viene proposto un criterio che ?riguarda tutti i pazienti intensivi, non soltanto quelli affetti da Covid-19?.
È una soluzione utile per tutti i casi di budget sanitario limitato: non curare al meglio chi ne ha necessità attuale ma, piuttosto, negare preventivamente agli anziani le terapie migliori.
Uno strumento duttile: non è indicata l?età limite per accedere alla Terapia Intensiva, cosicché ? a seconda del budget sanitario disponibile ? questo limite potrà salire o scendere.
Tutto questo dovrebbe avvenire a prescindere dalla volontà del paziente e dalla sua volontà di essere curato nel migliore modo possibile, anche con la Terapia Intensiva.
2. Come stupirsi? Abbiamo capito benissimo che l?enfatizzazione del consenso informato e l?esaltazione dell?autodeterminazione di ciascuno, fino al suicidio, sono ?specchietti per le allodole? per nascondere la realtà opposta: l?eutanasia non consensuale delle persone che appartengono alle categorie dei soggetti ?inutili?, malati, anziani, disabili.
La legge 219 del 2017 non a caso, permette ai rappresentanti legali di rifiutare le terapie salvavita sui minori e incapaci.
Chi ha scritto queste Raccomandazioni ha il merito di avere posto la questione esplicitamente: gli anziani e le persone fragili ?valgono? meno dei più giovani e più sani, tanto che non ?vale la pena? di curarli efficacemente e salvare loro la vita; poiché le risorse sono limitate, non possono essere utilizzate per questi anziani ?testardi? che non hanno ancora capito quando è il momento di farsi da parte ?
3. Il Comitato Verità e Vita denuncia questo nuovo passo verso l?eutanasia legale, esercitata direttamente dai medici sulla base di criteri di valore dagli stessi decisi.
La morte per mancata sottoposizione alla Terapia Intensiva necessaria e disponibile dovrà essere addebitata come omicidio.
Non sono i medici a decidere se ?vale la pena? curare una persona! L?obbligo di curare è assoluto! La società si interroghi sulla china che abbiamo preso e sugli effetti di avere negato il valore di ogni vita dal concepimento fino alla morte naturale.
fonte: [https:]
Sullo stesso tema e a completamento di quanto sostiene V&V si veda: “USA, La lobby dei suicidi assistiti sta usando il coronavirus per promuovere i suicidi assistiti tramite la telesalute“, in [https:]]
L'articolo V&V: un altro passo verso l?eutanasia legale: gli anziani non si ammalino di coronavirus! proviene da Difendere la Vita.
Il Consiglio Onu per i diritti umani ha diffuso le raccomandazioni degli Stati indirizzate all?Italia a seguito della discussione sull?esame del rapporto italiano nell?ambito della Revisione periodica universale sul rispetto dei diritti umani del 4 novembre scorso.
In breve, molti Paesi che fanno parte dell?Onu hanno presentato all?Italia delle osservazioni, che in parte sono elogi e in parte vere e proprie raccomandazioni, in merito alla tutela dei diritti fondamentali.
Buona parte delle raccomandazioni attengono ai diritti delle donne, dei minori, delle minoranze, dei migranti e al tema della tratta di esseri umani.
L?Italia un paio di giorni or sono ha pubblicato le sue risposte a tali osservazioni. Il documento finale del Consiglio Onu in merito a tale Revisione periodica sarà approvato nel corso della 43esima sessione che si terrà entro il 20 marzo 2020, coronavirus permettendo.
Su 306 raccomandazioni ? di cui solo una tratta della famiglia naturale – il nostro Paese ne ha accettate 292.
Prendiamo in esame quelle che riguardano due materie: la tematica LGBT e l?aborto. In merito alla prima l?Italia, già nel documento licenziato a novembre dal Consiglio Onu, teneva a precisare al punto n. 103 che «l’Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale sta lavorando con determinazione per prevenire e combattere la discriminazione e la violenza basate su orientamento sessuale e identità di genere, raccogliendo i rapporti sulla discriminazione attraverso i suoi centri di contatto, fornendo un piano strategico ad ampio raggio».
Inoltre al punto successivo ricorda che «un dialogo permanente con le organizzazioni non governative che lavorano sulle tematiche gay, bisessuali, lesbiche e transgender era stato avviato nell’ottobre 2018, attraverso l?istituzione di un gruppo di lavoro consultivo per la promozione dei diritti delle persone gay, bisessuali, lesbiche e transessuali», un dialogo che ha visto coinvolto 48 associazioni arcobaleno.
Inoltre la nostra rappresentanza all?Onu ha accolto 16 raccomandazioni che invitavano a rafforzare dal punto di vista legale la tutela delle persone omosessuali contro le discriminazioni, ossia a promulgare una legge contro la cosiddetta omofobia. E infatti il disegno di legge Zan sull?omofobia è attualmente all?esame del Parlamento.
La delegazione italiana ha poi espresso contrarietà verso le operazioni chirurgiche di rettificazione sessuale sui minori intersessuali – ossia bambini che presentano conformazioni morfologiche non pienamente corrispondenti al sesso genetico – se inutili e, inoltre, il governo italiano ha accolto due raccomandazioni simili che chiedono di non intervenire chirurgicamente su persone intersessuali se l?operazione viene fatta senza consenso ed è inutile.
Ora appare evidente che se una operazione è inutile non si debba fare, ma il nostro timore è il seguente: forse questo divieto non è motivato dalla inefficacia dell?intervento, bensì dalla volontà di preservare un individuo nella sua intersessualità, quasi fosse un terzo sesso. Dunque non interveniamo laddove possibile per eliminare una malformazione anatomica-genitale perché secondo il pensiero gender quella non è una anomalia bensì la prova che esiste un terzo sesso.
Sempre rimanendo nelle tematiche LGBT, l?Italia non ha invece accolto la seguente raccomandazione proveniente dall?Islanda, seppur ? in termini tecnici ? ne abbia preso nota: «Adottare leggi sul riconoscimento di entrambi i genitori dello stesso sesso coinvolti nella crescita del bambino ed estendere il loro accesso all’adozione alla pari di altri soggetti» (148.171).
Il rifiuto, però non assoluto, mostrato dall?Italia è forse motivato dal fatto che nella legge sulle Unioni civili la materia filiazione non ha subito l?equiparazione ?matrimonio-unioni civili? che è invece presente per tutte le altre materie.
In breve una donna di coppia lesbica che è unita civilmente ad un?altra donna che ha messo al mondo un bambino non può essere considerata automaticamente anche lei madre del minore.
Idem per l?adozione.
Ciò detto, però dove non è arrivata la legge sono arrivati i giudici e quindi è ormai da tempo che in modo diffuso i tribunali hanno aperto alla stepchild adoption per le coppie omosex e alla vera e propria omogenitorialità legale, ossia il bambino è considerato figlio legittimo di entrambi i partner della coppia gay senza nemmeno passare dall?istituto della adozione.
Passiamo alla tematica dell?aborto. L?Italia ha accolto le seguenti due raccomandazioni: «Prendere le misure necessarie per garantire un accesso effettivo all’aborto» (Francia 148.201).
Viene da chiedersi: forse che, ahinoi, nel nostro Paese l?accesso all?aborto non è effettivo, libero e comodo?
Quanti casi abbiamo dal 1978, anno di approvazione della legge, ad oggi di aborti negati? Zero, purtroppo.
Seconda raccomandazione accolta dall?Italia: «Garantire il libero esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne [leggi: aborto e contraccezione], garantendo l’accesso ai servizi legali per l’interruzione della gravidanza, riducendo al minimo l’impatto dell?obiezione di coscienza nell’esercizio di questo diritto dell?uomo» (Uruguay 148.200).
Il governo italiano quindi certifica la sua avversione per l?obiezione di coscienza perché intralcio alla libera determinazione della donna di uccidere il figlio che porta in grembo.
E l?aborto, ricordiamolo, provoca una quantità di morti al giorno nel mondo, molto, ma molto più elevata del numero di morti quotidiane provocate dal covid-19.
Tommaso Scandroglio, per [https:]
Abstract.
Mentre infuria il corona virus di cosa si occupano i rappresentanti del Governo all’ONU?
La rappresentanza italiana all?Onu ha accolto raccomandazioni che invitano a rafforzare i diritti Lgbt.
Accolte anche quelle sulle «misure necessarie per garantire un accesso effettivo all’aborto», insieme alle critiche verso l?obiezione di coscienza.
Ovviamente si tace sull?aborto, che provoca una quantità di morti al giorno molto maggiore di quella da Covid-19.
L'articolo L’Italia e il pensiero Lgbt-abortista imposto dall’Onu proviene da Difendere la Vita.
Niente sarà più come prima. L?epidemia connessa con la diffusione del ?COVID-19? ha un forte impatto su molti aspetti della convivenza tra gli uomini e per questo richiede anche un?analisi dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa.
Il contagio è prima di tutto un evento di tipo sanitario e già questo lo collega direttamente con il fine del bene comune. La salute ne fa certamente parte.
Nel contempo pone il problema del rapporto tra l?uomo e la natura e ci invita a superare il naturalismo oggi molto diffuso e dimentico che, senza il governo dell?uomo, la natura produce anche disastri e che una natura solo buona e originariamente incontaminata non esiste.
Poi pone il problema della partecipazione al bene comune e della solidarietà, invitando ad affrontare in base al principio di sussidiarietà i diversi apporti che i soggetti politici e sociali possono dare alla soluzione di questo grave problema e alla ricostruzione della normalità quando fosse passato.
È emerso con evidenza che tali apporti devono essere articolati, convergenti e coordinati.
Il finanziamento della sanità, problema che il coronavirus fa emergere con grande evidenza, è un problema morale centrale nel perseguimento del bene comune. Urgono riflessioni sia sulle finalità del sistema sanitario, sia sulla sua gestione e sull?utilizzo delle risorse, dato che un confronto con il recente passato fa registrare una notevole riduzione del finanziamento per le strutture sanitarie.
Connessi con il problema sanitario ci sono poi le questioni dell?economia e della pace sociale, dato che l?epidemia mette in pericolo la funzionalità delle filiere produttive ed economiche e il loro blocco, se continuato nel tempo, produrrà fallimenti, disoccupazione, povertà, disagio e conflitto sociale.
Il mondo del lavoro sarà soggetto a forti rivolgimenti, saranno necessarie nuove forme di sostegno e solidarietà e occorrerà fare delle scelte drastiche.
La questione economica rimanda a quella del credito e a quella monetaria e, quindi, ai rapporti dell?Italia con l?Unione Europea da cui dipendono nel nostro Paese le decisioni ultime in questi due settori.
Ciò, a sua volta, ripropone la questione della sovranità nazionale e della globalizzazione, facendo emergere la necessità di rivedere la globalizzazione intesa come una macchina sistemica globalista, la quale può anche essere molto vulnerabile proprio a motivo della sua rigida e artificiale interrelazione interna per cui, colpito un punto nevralgico, si producono danni sistemici complessivi e difficilmente recuperabili.
Destituiti di sovranità i livelli sociali inferiori, tutti ne saranno travolti. D?altro canto, il coronavirus ha anche messo in evidenza le ?chiusure? degli Stati, incapaci di collaborare veramente anche se membri di istituzioni sovranazionali di appartenenza.
Infine, l?epidemia ha posto il problema del rapporto del bene comune con la religione cattolica e quello del rapporto tra Stato e Chiesa. La sospensione delle messe e la chiusura delle chiese sono solo alcuni aspetti di questo problema.
Così si sembra essere il quadro complesso dei problemi investiti dall?epidemia da coronavirus. Si tratta di argomenti che interpellano la Dottrina sociale della Chiesa per cui il nostro Osservatorio si sente chiamato ad offrire qualche riflessione, sollecitando altri contributi in questa direzione. L?enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI, scritta nel 2009 al tempo di un?altra crisi, affermava che ?La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità? (n. 21).
La fine del naturalismo ideologico. Le società erano e sono attraversate da varie forme ideologiche di naturalismo che l?esperienza di questa epidemia potrebbe correggere.
L?esaltazione di una natura pura e originariamente incontaminata di cui l?uomo sarebbe l?inquinatore non teneva e, a maggior ragione, non tiene ora.
L?idea di una Madre Terra dotata originariamente di un suo equilibrio armonico con il cui spirito l?uomo dovrebbe connettersi per ritrovare il giusto rapporto con le cose e con se stesso è una sciocchezza che questa esperienza potrebbe dissolvere.
La natura deve essere governata dall?uomo e le nuove ideologie panteiste (e non solo) postmoderne sono ideologie disumane. La natura, nel senso naturalistico del termine, produce anche disequilibri e malattie e per questo deve essere umanizzata. Non è l?uomo a doversi naturalizzare, ma la natura a dover essere umanizzata.
La rivelazione ci insegna che il creato è affidato alla cura e al governo dell?uomo in vista del fine ultimo che è Dio. L?uomo ha il diritto, perché ha il dovere, di gestire la creazione materiale, governandola e traendo da essa quanto necessario e utile per il bene comune. Il creato è affidato da Dio all?uomo, al suo intervento secondo ragione e alla sua capacità di dominio sapiente. È l?uomo il regolatore del creato, non viceversa.
I due significati del termine ?Salus?. Il termine ?Salus? significa salute, nel senso sanitario del termine, e significa anche salvezza, nel senso etico-spirituale e soprattutto religioso. L?attuale esperienza del coronavirus testimonia ancora una volta che i due significati sono interconnessi.
Le minacce alla salute del corpo inducono cambiamenti negli atteggiamenti, nel modo di pensare, nei valori da perseguire.
Essi mettono alla prova il sistema morale di riferimento dell?intera società.
Esigono comportamenti eticamente validi, denunciano atteggiamenti egoistici, disinteressati, indifferenti, di sfruttamento.
Evidenziano forme di eroismo nella comune lotta al contagio e, nello stesso tempo, forme di sciacallaggio di chi approfitta della situazione.
La lotta al contagio richiede un ricompattamento morale della società in ordine a comportamenti sani, solidali, rispettosi, forse più importante del ricompattamento delle risorse.
La sfida alla salute fisica si pone quindi in rapporto con la sfida alla salute morale.
Serve un profondo ripensamento delle derive immorali della nostra società, a tutti i livelli. Spesso le disgrazie naturali non sono del tutto naturali, ma hanno alle spalle atteggiamenti moralmente disordinati dell?uomo.
Non è ancora definitivamente chiarita l?origine del ?COVID-19? e anche esso potrebbe dimostrarsi non di origine naturale. Ma anche ammessa la sua origine puramente naturale, il suo impatto sociale chiama in causa l?etica comunitaria.
La risposta non è e non sarà solo scientifico-tecnica, ma dovrà essere anche morale.
Dopo la tecnica, la grave contingenza del coronavirus dovrebbe far rivivere su nuove solide basi la morale pubblica.
La partecipazione al bene comune. Si richiede una partecipazione etica perché in causa c?è il bene comune.
L?epidemia da coronavirus contraddice tutti coloro che hanno sostenuto che il bene comune come fine morale non esiste.
Se così fosse, per cosa si impegnerebbero tutte le persone che, dentro e fuori le istituzioni, si danno da fare e lottano?
A quale impegno sarebbero chiamati i cittadini con le ordinanze restrittive se non ad un impegno morale per il bene comune? Su quale base si dice che alcuni comportamenti in questo momento sono ?doverosi??
Chi negava l?esistenza del bene comune o chi affidava il suo conseguimento solo a delle tecniche, ma non all?impegno morale per il bene, oggi è contraddetto dai fatti. È il bene comune a dirci che quello della salute è un bene che tutti dobbiamo promuovere. È il bene comune a dirci che la parola Salus ha due significati.
Questa esperienza del coronavirus sarà fatta lievitare al punto da approfondire e allargare questo concetto del bene comune?
Mentre si lotta per salvare la vita di tante persone, gli interventi di aborto procurato non cessano, né cessano le vendite delle pillole abortive, né cessano le pratiche eutanasiche, né cessano i sacrifici di embrioni umani e tante altre pratiche contro la vita e la famiglia. Se si riscopre il bene comune e la necessità di una corale partecipazione in suo favore nel campo della lotta all?epidemia, si dovrebbe avere il coraggio intellettivo e della volontà di estendere il concetto fino a là dove naturalmente deve essere esteso.
La sussidiarietà nella lotta per la salute. La mobilitazione in atto contro la diffusione del coronavirus ha visto la partecipazione di molti livelli talvolta coordinati talvolta meno. Ci sono dei compiti diversi che ognuno ha svolto secondo la sua responsabilità.
Una volta superata la tempesta questo permetterà di rivedere qualcosa che nella filiera sussidiaria non abbia funzionato a dovere e di riscoprire il principio importante della sussidiarietà per applicarlo meglio e applicarlo in ogni campo esso possa essere applicato.
Una esperienza in modo particolare deve essere valorizzata: la sussidiarietà deve essere ?per? e non come difesa ?da?: deve essere per il bene comune e, quindi, deve avere un fondamento etico e non solo politico o funzionalistico. Un fondamento etico fondato sull?ordine naturale e finalistico della vita sociale. L?occasione è propizia per abbandonare le visioni convenzionali dei valori e dei fini sociali.
Un punto importante messo ora in evidenza dall?emergenza coronavirus è il ruolo sussidiario del credito.
Il blocco di ampi settori dell?economia per garantire maggiore sicurezza sanitaria e diminuire la diffusione del virus mettono in crisi economica, soprattutto di liquidità, le imprese e le famiglie.
Se la crisi dovesse durare a lungo si prospetta una crisi della circolarità di produzione e consumo, con lo spettro della disoccupazione. Davanti a questi bisogni il ruolo del credito può essere fondamentale e il sistema finanziario potrebbe riscattarsi da tante e riprovevoli dilapidazioni interessate del recente passato.
Sovranità e globalizzazione. L?esperienza in atto del coronavirus impone di riconsiderare anche i due concetti di globalizzazione e di sovranità nazionale.
C?è una globalizzazione che intende l?intero pianeta come un ?sistema? di rigide connessioni e incastri, una costruzione artificiale governata da addetti ai lavori, una serie di vasi comunicanti apparentemente incrollabili.
Una simile concezione si è però rivelata anche debole perché basta colpire il sistema in un punto e si crea un effetto domino a valanga.
L?epidemia può mettere in crisi il sistema sanitario, le quarantene mettono in crisi il sistema produttivo, questo fa crollare il sistema economico, povertà e disoccupazione non alimentano più il sistema del credito, l?indebolimento della popolazione la espone a nuove epidemie e così via in una serie di circoli viziosi ad estensione planetaria.
La globalizzazione presentava fino a ieri i suoi fasti e le sue glorie di perfetto funzionamento tecnico-funzionale, di indiscutibile sicumera circa l?obsolescenza di Stati e nazioni, di assoluto valore della ?società aperta?: un unico mondo, un?unica religione, un?unica morale universale, un unico popolo mondialista, un?unica autorità mondiale.
Però poi può bastare un virus per far crollare il sistema, dato che i livelli non globali delle risposte sono stati disabilitati. L?esperienza che stiamo vivendo ci mette in guardia da una ?società aperta? intesa in questo modo, sia perché essa si pone nelle mani del potere di pochi, sia perché altre poche mani potrebbero farla cadere in fretta come un castello di carte.
Ciò non significa negare l?importanza della collaborazione internazionale che proprio le pandemie richiedono, ma una simile collaborazione non ha nulla a che fare con strutture collettive, meccaniche, automatiche e globalmente sistemiche
La morte per coronavirus dell?Unione Europea. L?esperienza di questi giorni ha mostrato un?Unione Europea ancora una volta divisa e fantomatica. Tra gli Stati membri sono emerse dispute egoistiche più che collaborazione. L?Italia è rimasta isolata e lasciata sola.
La Commissione europea è intervenuta tardi e la Banca Centrale Europea è intervenuta male. Di fronte all?epidemia ogni Stato ha provveduto a chiudersi in se stesso.
Le risorse necessarie all?Italia per fronteggiare la situazione emergenziale, che in altri tempi si sarebbero trovate in proprio per esempio con la svalutazione della moneta, ora dipendono dalle decisioni dell?Unione a cui ci si deve prostrare.
Il coronavirus ha definitivamente mostrato l?artificiosità dell?Unione Europea che non riesce a far collaborare tra loro gli Stati ai quali si è sovrapposta per acquisizione di sovranità.
La mancanza del collante morale non è stata compensata dal collante istituzionale e politico.
Bisogna prendere atto di questa ingloriosa fine per coronavirus dell?Unione Europea e pensare che una collaborazione tra gli Stati europei nella lotta per la salute è possibile anche fuori di istituzioni politiche sovranazionali.
Lo Stato e la Chiesa. La parola Salus significa, come abbiamo visto, anche salvezza e non solo salute. La salute non è la salvezza, come ci hanno insegnato i martiri, ma in un certo senso la salvezza dà anche la salute. Il buon funzionamento della vita sociale, con i suoi benefici effetti anche sulla salute, ha anche bisogno della salvezza promessa dalla religione: ?l?uomo non si sviluppa con le sole sue forze? (Caritas in veritate, 11).
Il bene comune è di natura morale e, come abbiamo detto sopra, questa crisi dovrebbe indurre alla riscoperta di questa dimensione, ma la morale non vive di vita propria, dato che è incapace di fondarsi ultimamente.
Qui si pone il problema della relazione essenziale che la vita politica ha con la religione, quella che meglio garantisce anche la verità della vita politica.
L?autorità politica indebolisce la lotta contro il male, come accade anche con l?epidemia in corso, quando equipara le Sante Messe alle iniziative ludiche, pensando che debbano essere sospese, magari anche prima di sospendere altre forme aggregative senz?altro meno importanti.
Anche la Chiesa può sbagliare quando non fa valere, per lo stesso autentico e completo bene comune, l?esigenza pubblica delle Sante Messe e dell?apertura delle chiese.
La Chiesa dà il suo contributo alla lotta contro l?epidemia nelle varie forme di assistenza, aiuto e solidarietà che essa sa realizzare, come ha sempre fatto in casi simili in passato. È il caso, però, di mantenere alta l?attenzione alla dimensione religiosa del suo apporto, affinché non sia considerata una semplice espressione della società civile.
Per questo assume un valore particolare quanto affermato da Papa Francesco che ha pregato lo Spirito Santo di dare ?ai pastori la capacità e il discernimento pastorale affinché provvedano misure che non lascino da solo il santo popolo fedele di Dio. Che il popolo di Dio si senta accompagnato dai pastori e dal conforto della Parola di Dio, dei sacramenti e della preghiera?, naturalmente con il buon senso e la prudenza che la situazione richiede.
Questa emergenza del coronavirus può essere vissuta da tutti ?come se Dio non fosse? e in questo caso anche la fase successiva, quando l?emergenza terminerà, applicherà per continuità una simile visione delle cose.
In questo modo però si sarà dimenticato il nesso tra salute fisica e salute morale e religiosa che questa dolorosa emergenza ha fatto emergere. Se, al contrario, si sentirà l?esigenza di tornare a riconoscere il posto di Dio nel mondo, allora anche i rapporti tra la politica e la religione cattolica e tra Stato e Chiesa potranno prendere una strada corretta.
L?emergenza dell?epidemia in atto interpella in profondità la Dottrina sociale della Chiesa. Questa è un patrimonio di fede e di ragione che in questo momento può dare un grande aiuto nella lotta contro l?infezione, lotta che deve riguardare tutti i gradi ambiti della vita sociale e politica.
Soprattutto può dare un aiuto in vista del dopo-coronavirus.
Serve uno sguardo di insieme, che non lasci fuori nessuna prospettiva veramente importante. La vita sociale richiede coerenza e sintesi, soprattutto nelle difficoltà, ed è per questo che nelle difficoltà gli uomini che sanno guardare in profondità e in alto possono trovare le soluzioni e, addirittura, le occasioni per migliorare le cose rispetto al passato.
+ Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste
da: [https:]
Abstract.
Formidale (e lungo) intervento dell’arcivescovo di Trieste.
Da leggere tutto, con calma, perchè contiene concetti che quasi nessuno più dice.
“Mentre si lotta per salvare la vita di tante persone, gli interventi di aborto procurato non cessano, né cessano le vendite delle pillole abortive, né cessano le pratiche eutanasiche, né cessano i sacrifici di embrioni umani e tante altre pratiche contro la vita e la famiglia“.
L'articolo Mons. Giampaolo Crepaldi. Coronavirus, l?oggi e il domani. Riflessioni su un?emergenza non solo sanitaria proviene da Totus Tuus Network.