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Giovanni Pietro Pinamonti nacque nel 1632 a Pistoia, in Toscana, figlio di Caterina Campanelli e Giovanni Pinamonti del Terchio. Nel 1647, a Roma vestiva l’abito della Compagnia di Gesù, compiendo gli studi di Retorica e di Filosofia, completando il corso scolastico di Teologia. Dal 1664, insieme a Paolo Segneri, iniziava l’attività nelle missioni, dedicandosi particolarmente alle confessioni. Sulla sua attività di missionario scrive il Segneri, in Il Cristiano Istruito nella sua legge, Venezia, Paolo Baglioni, 1687:
«Ma perché dissi di presentarla sol’io? Ad essi le presenta con esso me, chi, se non dubitassi di fargli un torto, direi che non so distinguere da me stesso. E questi il Padre Gian Pietro Pinamonti, mio collega individuo nelle Missioni; il quale siccome da ventidue anni ha veduto con esso me quanto sia il bisogno dei Popoli abbandonati della Parola Divina per le campagne, così già da gran tempo mi ha stimolato vivamente quest’Opera, fino a congiunge meco indefessamente le mie fatiche in divisarla, in disporla, ed in trarla a fine. Dunque come uniti di cuore, così di sensi, la presentiamo ai Sacri Missionari»
Padre Pinamonti ricoprì l’incarico di Superiore alle Case dei Novizi di Roma e Firenze. Fu sepolto nella Cappella dell’Immacolata Concezione di Orta.
Padre Pinamonti per il suo carattere umile e pacifico lasciò a Padre Paolo Segneri l’onore di pubblicare i suoi scritti. Esso seguì la traccia del correligionario Alfonzo Rodriguez, spagnolo (1526_1646) che lasciò Esercizio di Perfezione, tradotto in italiano da Tiberio Putignano. Certamente fu presente ai voti solenni di Daniello Bartoli, emessi a Pistoia il 31 luglio 1643 storiografo della Compagnia di Gesù.
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Paolo Segneri è stato un gesuita, scrittore e predicatore italiano. Celebre è il suo quaresimale, che comprende prediche composte a Pistoia e recitate nelle più importanti città di tutta Italia. Grande è la sua fama come predicatore e molta, pare, la sua efficacia missionaria, dovuta forse anche al fatto che rifugge dallo sfoggio di erudizione.
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Mons. Giovanni Battista Guzzetti (Turate, 20 novembre 1912 ? Milano, 26 giugno 1996).
Dopo aver frequentato il seminario arcivescovile di Milano fino alla prima Teologia, proseguì gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma risiedendo al Pontificio seminario lombardo. II 5 aprile 1936 fu ordinato sacerdote e nel gennaio 1937 si laureò in Teologia. Dal 1938 al 1947 insegnò filosofia nel seminario liceale di Venegono Inferiore, dal 1948 al 1986 insegnò teologia morale nel quadriennio teologico. Dal 1939 al 1986, inoltre, insegnò teologia morale prima nel biennio per la laurea alla Facoltà teologica milanese, poi nei corsi di specializzazione della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.
Dal gennaio 1948 al dicembre 1965 diresse ?La scuola cattolica?, rivista del seminario diocesano.
Nel 1951, sotto il patrocinio dell’Istituto Giuseppe Toniolo, fondò la Scuola di studi sociali per il clero e la diresse fino al 1969; il 30 novembre 1961 diede vita all’Istituto superiore di scienze religiose che diresse fino al 1991.
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Cornelio A Lapide. Originario di Bucold, villaggio dello stato e della diocesi di Liegi, Cornelis Van den Steen nacque nel 1566 ed entrò molto giovane nella Compagnia di Gesù. A 28 anni era professore di lingua sacra e di Sacra Scrittura al collegio di Lovanio; diciannove anni dopo pubblicava per obbedienza mirabili Commentari sulle Epistole di S. Paolo, e prendeva un posto di primo piano tra gli esegeti cattolici. Fu poi chiamato a Roma per reggere la cattedra di Sacra Scrittura al Collegio Romano. Alla sua morte (avvenuta a Roma, il 12 marzo 1637) lasciò dieci enormi volumi in-folio a due colonne, dì lavori sull?antico e sul nuovo Testamento. Note biografiche più approfondite sono accluse al libro ?Figura di S. Paolo? (scaricabile su questo stesso sito).
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Padre AVIDANO Francesco, nato a Treiso (CN) il 5 gennaio 1895. Direttore spirituale e poi superiore a Casale Monferrato. Il suo nome è soprattutto legato all’opera della Propaganda Mariana e alla rivista Ecce Mater Tua. Morì a Casale Monferrato il 2 febbraio 1971.
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Beato Bartolo Longo Sposo, Avvocato, Terziario domenicano, Fondatore
Festa liturgica: 5 ottobre
Latiano, Brindisi, 10 febbraio 1841 ? Valle di Pompei, Napoli, 5 ottobre 1926
Bartolo Longo nacque a Latiano, in provincia di Brindisi, ma si trasferì a Napoli per studiarvi Giurisprudenza. Messo in crisi nella fede dalle idee atee e materialistiche, si lasciò coinvolgere nelle pratiche dello spiritismo. Aiutato da un gruppo di santi amici e da saggi consiglieri spirituali, riprese ad accostarsi ai Sacramenti. Inviato dalla contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco come amministratore dei suoi beni fondiari nella cittadina di Valle di Pompei, si diede alla diffusione della preghiera del Santo Rosario tra i contadini, bisognosi di riscatto morale e spirituale. Convinto che «chi propaga il Rosario è salvo», costruì non solo una chiesa più grande di quella preesistente, ma un vero e proprio Santuario, con opere caritative annesse. Sposò la contessa per mettere a tacere i pettegolezzi sul loro conto: con lei fu padre degli orfani e dei poveri. Fino all?ultimo scrisse, pregò, lavorò instancabile per la Madonna, la sua dolce Regina e Signora. Morì a Pompei il 5 ottobre 1926. È stato beatificato il 26 ottobre 1980. I suoi resti mortali sono venerati nella cappella a lui dedicata, annessa al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei.
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Autore: Padre Giuseppe Boero S.J.
Storico gesuita (Isolabona, Imperia, 1814 – Roma 1884); archivista e postulatore generale, assistente (1876-83) per la provincia d’Italia; ha lasciato varî scritti apologetici della Compagnia e agiografici (Vita del p. Pietro Canisio, 1864), ha curato la pubblicazione di opere inedite (di Paolo Segneri e altri) e la ristampa ufficiale dell’Institutum Societatis Jesu (1869-70).
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Teologo e scrittore francese, nato a Fuans (Franca Contea) nel 1802, morto a Parigi nel 1879. Legato alla diocesi di Nevers, fu allo stesso tempo professore di teologia, direttore del ?piccolo seminario?, canonico e vicario generale della diocesi. Gregorio XVI lo nominò Cavaliere dell’Ordine Riformato di San Silvestro. Dottore in teologia presso l’Università di Praga, membro di diverse società di studiosi, vicario generale onorario di diverse diocesi, ricevette da Pio IX nel 1854 il titolo di protonotario apostolico.
L’abate Gaume è autore di numerosi libri di teologia, storia ed educazione. Quelli della prima categoria sono ancora apprezzati, quelli della seconda sono caduti nell’oblio, e quelli della terza hanno dato origine alla famosa questione dei classici.
Questi ultimi scritti sono tutti ispirati da un unico pensiero intensamente segnato dal degrado religioso e morale del suo tempo. L’autore ne cerca la causa originaria e crede di averla trovata nel Rinascimento, che fu per la società una resurrezione del paganesimo dell’antichità, preparò la strada alla Rivolta protestante e, di conseguenza, alla Rivoluzione illuminista.
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Paolo VI lo incluse nell’elenco dei beati il ??17 ottobre dell’anno 1965.
Dopo aver espletato quanto stabilito dalla legge canonica, nel 2005 nell’arcidiocesi di Antananarivo è stata condotta un’indagine diocesana su una presunta guarigione miracolosa. I Consultori medici della Congregazione delle Cause dei Santi il ??7 maggio 2009 lo giudicarono inspiegabile alla scienza e i Consultori Teologici riuniti in un Congresso Speciale il 21 maggio 2011 votarono a favore dell’effettiva intercessione del Beato. I Cardinali Padri e Vescovi, riuniti in Sessione Ordinaria l’8 novembre 2011, hanno considerato questo caso un vero miracolo.
Pertanto abbiamo dato la possibilità alla Congregazione delle Cause dei Santi di emanare un Decreto il 29 dicembre 2011 (Benedetto XVI).
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Nella storia dell?Apparizione della Madonna a La Salette si era creato un vuoto che sembrava incolmabile: i segreti dei due pastorelli, Melania e Massimino, inviati dal vescovo di Grenoble a papa Pio IX nel 1851 e mai rivelati, erano scomparsi e sembravano irrimediabilmente perduti. Uno studioso francese, l?abbé Michel Corteville, impegnato a Roma in una ricerca per la sua tesi di laurea su La Salette, li ha provvidenzialmente scoperti nel 1999 nell?Archivio della Congregazione della dottrina per la fede. Su questo importante ritrovamento ha pubblicato in Francia uno studio.
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Lisbona, Portogallo, 1 marzo 1647 – Oriur, India, 11 febbraio 1693
Martirologio Romano: In località Oriur nel regno di Maravá in India, san Giovanni de Britto, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, dopo aver convertito molti alla fede imitando la vita e la condotta degli asceti di quella regione, coronò la sua vita con un glorioso martirio.
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Perróne, Giovanni. – Gesuita (Chieri 1794 – Roma 1876).
Già sacerdote, si aggregò alla Compagnia di Gesù (1815).
Prof. di teologia dogmatica al Collegio Romano, del quale fu rettore (1853–55) e prefetto agli studi (1855–56).
Fece parte di molte Sacre congregazioni e della commissione nominata da Pio IX (1848) per definire il dogma dell’Immacolata Concezione; fu teologo del concilio Vaticano I.
Scrisse trattati teologici e opuscoli apologetici e storici.
Cfr. [www.treccani.it]
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Celestino Testore, autore dei testi sui martiri gesuiti, è stato un religioso italiano. Nato a Biella il 18 gennaio 1886, entra nel Noviziato dei Gesuiti ad Avigliana nel 1903. Viene ordinato presbitero a Novara il 24 dicembre 1916 ed esercita attività in varie istituti dei Gesuiti. E’ fecondissimo scrittore di appassionanti romanzi ambientati nelle missioni. Muore a Cuneo l’8 novembre 1973.
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Orazione a San Giuseppe.
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua Santissima Sposa.
Deh! per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all?Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l?amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l?eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità: e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché sul tuo esempio, e mercé il tuo soccorso, possiamo vivere virtuosamente, piamente morire, e conseguire l?eterna beatitudine in cielo. Così sia.
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Celestino Testore è stato un religioso italiano. Nato a Biella il 18 gennaio 1886, entra nel Noviziato dei Gesuiti ad Avigliana nel 1903. Viene ordinato presbitero a Novara il 24 dicembre 1916 ed esercita attività in varie istituti dei Gesuiti. E’ fecondissimo scrittore di romanzi ambientati nelle missioni. Muore a Cuneo l’8 novembre 1973.
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Sebastiano Visconti Prasca (1883-1961) fu un generale italiano, veterano della guerra italo-turca e della I Guerra Mondiale. Raggiunse il grado di generale di Corpo d’Armata durante la II Guerra Mondiale nella sfortunata Campagna di Grecia.
Fu decorato, tra l’altro, con la Croce al Merito di Guerra; Grande ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Pubblicazioni
La guerra decisiva, Arti Grafiche Ubezzi & Dones, Milano, 1935.
Giovanna d’Arco, Fratelli Treves Editori, Milano, 1937.
La Jugoslavia e gli Jugoslavi, Fratelli Treves Editori, Milano, 1938.
Ho aggredito la Grecia, Rizzoli Editore, Milano, 1947.
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TAPARELLI d?AZEGLIO, Luigi. ? Nato a Torino dal marchese Cesare e da Cristina dei conti Morozzo di Bianzé il 24 novembre 1793, morto a Roma il 21 settembre 1862. Studiò a Siena nel collegio Tolomei diretto dagli scolopî, e voltosi allo stato ecclesiastico ricevette i primi ordini sacri dall?arcivescovo di Torino, finché, trasferitosi nel 1814 con parte della famiglia a Roma, entrò il 12 novembre dello stesso anno nella Compagnia di Gesù, mutando il suo nome originario di Prospero in quello di Luigi. Compiuto il noviziato, fu dal 1814 al ?24 nel collegio di Novara, successivamente procuratore, ministro e rettore, e là il 25 marzo 1820 venne ordinato prete; dal 1824 al 1829 a Roma rettore del Collegio Romano; dal 1829 al 1833 a Napoli preposito della provincia; dal 1833 al 1850 a Palermo insegnante nel collegio Massimo; dal 1850 fino alla morte redattore della Civiltà Cattolica (v.), prima a Napoli e dal settembre del ?50 a Roma.
Il suo nome cominciò a essere conosciuto per il Saggio teoretico di diritto naturale appoggiato sul fatto (Palermo 1841-1843, in 5 volumi; rifatto nell?edizione definitiva di Roma, 1855, in 2 volumi): libro che offre un intero e saldamente congegnato sistema di filosofia sociale, dove le trattazioni particolari della società, del potere, del diritto hanno per presupposto la trattazione generale dell?operare umano, che si rifià alla sua volta da Dio e dalla creazione. L?autore, non estraneo all?influenza della restaurazione filosofica di V. Cousin e della scuola controrivoluzionaria del De Bonald, di J. De Maistre, di C. L. Haller, produce ammodernate le dottrine più ortodosse della filosofia scolastica. E ai ricordi della cristianità medievale si riporta, quando si eleva alla visione di una società etnarchica, organizzazione internazionale degli stati che protegga la loro indipendenza, limiti le guerre e sviluppi la cooperazione comune in tutto ciò che attiene al bene universale.
Dopo la tempesta del 1848-49, che rivelò l?inconciliabilità della Rivoluzione nella Penisola con le posizioni della retta ragione della S. Sede, egli si diede a combattere il liberalismo, le sue premesse, anche remote, i suoi postulati, le sue applicazioni, i suoi istituti politici, e a sostenere in tutti i campi del pensiero e della prassi la tradizione cattolica e l?autorità e i diritti della Chiesa. In tale arringo esercitò una immensa influenza nel mondo cattolico, molto forte anche in quello clericale, trattando di diritto pubblico, di economia politica, di filosofia. L?Esame critico degli ordini rappresentativi nella società moderna (Roma 1854, volumi 2), l?altra delle due sue opere fondamentali, nacque dagli articoli con i quali egli bolla gli ordini rappresentativi per il loro spirito informatore da lui ricondotto al protestantesimo e all?individualismo razionalistico. I suoi articoli di filosofia rappresentano la condanna del pensiero moderno dall?Umanesimo in poi e il ritorno al tomismo, alla cui restaurazione nelle scuole ecclesiastiche il T. contribuì molto.
(da Enc. Treccani online, con correzioni)
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San Pietro Canisio, missionario ecumenico tra i luterani
TRECCANI ONLINE – [https:]
Gesuita (Nimega 1521 – Friburgo, Svizzera, 1597). Vissuto in pieno clima di rivolta protestante e Riforma cattolica, prese parte attiva al Concilio di Trento. Si distinse per la profondità della sua cultura teologica, per la sua operosità e per lo spirito invitto. Come scrittore non badò solamente alle opere di erudizione, ma anche e soprattutto a quelle catechetiche, adattando l’insegnamento alle capacità dei piccoli e dei grandi. Gli fu conferito l’appellativo di secondo apostolo della Germania.
VITA. Magister artium a Colonia (1540), entrò tre anni dopo, primo dei Tedeschi, nella Compagnia di Gesù, e, compiuti a Colonia stessa gli studi teologici, fu ordinato sacerdote (1546); nel 1547 era al Concilio di Trento procuratore del cardinale O. Truchsess. S. Ignazio lo chiamò allora a Roma, quindi lo mandò a Messina come maestro di retorica e predicatore (1548), poi in Germania, a Ingolstadt (1549), che divenne, per sua opera, una roccaforte della Riforma cattolica. Di lì egli estese la sua iniziativa riformatrice non solo in tutta la Baviera, ma anche in Boemia e in Austria; fondò collegi dell’ordine, intervenne autorevolmente nelle diete di Augusta (1555 e 1566) e di Ratisbona (1556-57). Nominato provinciale dell’ordine nella Germania superiore, nel 1565 è ancora a Roma, poi, come nunzio apostolico, emana in Germania i decreti tridentini. Beatificato nel 1864, fu proclamato santo e dottore della Chiesa nel 1925. Festa, 21 dicembre.
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Panslavismo. Termine con il quale si è espressa sia una generica solidarietà fra tutti gli Slavi o parte di essi sia l?aspirazione a un?unione politica di tutti i popoli slavi o parte di essi. In questo secondo senso il p. ispirò alcuni progetti federativi, riguardanti i popoli slavi sottoposti al dominio dell?Impero austro-ungarico, che furono discussi dal Congresso slavo di Praga del giugno 1848. Nella Russia della seconda metà del 19° sec., soprattutto sulla base delle idee di N.J. Danilevskij, il p. acquisì il carattere di un progetto politico, nazionalista e imperialista, tendente alla liberazione degli Slavi dei Balcani e alla loro unificazione in una federazione guidata dalla Russia. Esso fornì la base propagandistica alla politica estera zarista negli anni successivi alla guerra di Crimea (1853-56) e in coincidenza con la guerra russo-turca del 1877-78. Riemerso nella propaganda militare russa nel corso delle due guerre mondiali, al p. hanno fatto riferimento alcune formazioni affermatesi in Russia dopo lo scioglimento dell?URSS.
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Carlo Borromeo, santo. Arcivescovo di Milano (Arona, Novara, 1538-Milano 1584). Chiamato (1560) a Roma dallo zio Pio IV e nominato cardinale, ricoprì importanti uffici di curia, ove fu tra l?altro cardinal nipote. Alla morte dello zio (1565), passò a Milano, di cui era arcivescovo dal 1560, e avviò un?intensa attività pastorale e una profonda riforma del clero. Fondò la Congregazione degli oblati (1581) e istituì vari seminari e istituti religiosi. Ebbe frequenti contrasti giurisdizionali con le autorità civili e nel 1569 pagò con una archibugiata, che lo risparmiò, lo sforzo d?aver tentato di riformare il potente ordine religioso degli umiliati, che il papa poi, conseguentemente, sciolse. Ecclesiastico modello della Controriforma, fu canonizzato santo nel 1610.
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