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MABEL E LA MORTE
L’EUTANASIA
In occasione della solennità dell'Ascensione del Signore, in attesa della sua Seconda Venuta, come padrone della storia, della vita e della morte, offro assieme alle www.edivi.com il mio studio sulle "Dichiarazioni Anticipate di Trattamento". Prego inserirlo quanto prima su totustuus.it in vista del dibattito parlamentare, ma anche per tutta la problematica della vita e la morte, nel contesto dell'imposizione globale della cultura della morte da parte del progetto mercantilista e materialista del potere mondiale. Padre Arturo Ruiz Freites I.V.E.
Sommario: Ia. PARTE. MABEL E LA MORTE. Da un romanzo profetico, cento anni fa... I.1. Oliviero e Mabel, e la cultura dell’immanenza I.2. L’irruzione della morte I.3. La malattia mortale I.4. La confessione della moribonda I.5. Mabel e l’ultima tentazione. Morte ed eutanasia
IIa. PARTE. L’EUTANASIA II.I. Presupposti antropologici ed etici II.I.1. Oggetto formale della questione II.I.2. Oggetto materiale adeguato della questione: la ricerca della verità nel contesto dei retti presupposti sull’uomo, sulla natura e su Dio II.I.3. “Problema bio-etico” e problema giuridico II.I.4. I princìpi generali derivati
II.II. Eutanasia II.II.1. Definizione, distinzioni, moralità II.II.1.1. Distinzioni o divisioni dell’eutanasia II.II.1.2. Il giudizio morale II.II.2. Argomenti degli eutanasisti II.II.3. Accanimento terapeutico. Cure palliative. Analgesia. Anestesia. Incoscienza II.II.4. Importanza della chiarezza di idee, dottrina e termini, evitando equivoci II.II.5. Obbligo delle cure minime II.II.6. Dichiarazione sull’obbligo delle cure minime II.II.7. Cure minime, “morte apparente” e morte reale II.II.7.1. Definizione e questioni sull’accertamento della morte II.II.7.2. Vita e morte sono dell’unica persona umana. Sofismi contrari II.II.7.3. Conclusione e princìpi etici derivati II.II.8. Disposizioni volontarie su trattamenti e cure II.II.8.1. La volontà del paziente ed il “consenso informato” II.II.8.2. Dichiarazione anticipata di trattamento (DAT) ed il cosiddetto “testamento biologico” II.II.8.3. In Italia II.II.8.4. Cultura della morte, “leggi di fine vita” e DAT II.II.8.5. La verità al paziente terminale II.II.8.6. L’urgenza di sostegno sociale e legale per la cura II.II.8.7. Investigazione, sperimentazione II.III. Politiche, casi e testimonianze II.III.1. Politiche e ideologie II.III.2. Casi e testimonianze. I dibattiti ed il progetto politico-economico mondiale. Esperienze nostre II.IV. Conclusione. La via dell’amore e della vera pietà, cultura della vita, preparazione alla buona morte
IIIa. PARTE. LA FINE III.1. Mabel e la morte III.2. “Mors et Vita duello, conflixere mirando, Dux vitae mortuus, regnat vivus” III.3. La Croce di Gesù Cristo, eutanasia cristiana
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Regina Sacratissimi Rosari, ora pro nobis
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Grazia Mangano Ragazzi, IN OBBEDIENZA ALLA VERITÀ: la discrezione/prudenza come perno della spiritualità di Santa Caterina da Siena (Con una presentazione del Cardinale Carlo Caffarra), Cantagalli, Siena 2010, ISBN: 8882725561, pagine 320, Euro 24,00
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Il secolo scorso è stato per molti aspetti un "secolo cateriniano". È infatti nel ventunesimo secolo che l’autorità ecclesiastica ha elevato Caterina a Dottore della Chiesa e a compatrona d’Europa, ed è sempre nel secolo scorso che si sono sviluppati i primi studi critici sulle fonti cateriniane. A seguito di questi eventi e di questo fermento di studi, oggi il lettore ha a disposizione un’edizione critica di gran parte del corpus cateriniano ed un amplissimo ventaglio di scritti sulla vita e l’opera di Caterina, come evidenziato dai cinque volumi bibliografici finora pubblicati dal Centro Nazionale di Studi Cateriniani.
A tutt’oggi, però, non esisteva una monografia che analizzasse la nozione di discrezione/prudenza che, come conclude l’autrice del libro qui presentato, è davvero una nozione chiave per comprendere il messaggio spirituale di Caterina. Monografia rigorosa ed originale su questo aspetto decisivo della spiritualità cateriniana, questo libro è allo stesso tempo, grazie anche al ricchissimo apparato di note e di richiami bibliografici in tre lingue, un’utilissima introduzione al pensiero di Caterina. Questo suo carattere è stato ben colto dal Cardinal Caffarra che, nella sua presentazione, ha notato come il libro, pur affrontando un tema specifico della teologia cateriniana, s’inserisce in tutto il luminoso contesto del suo pensiero.
Dopo un capitolo introduttivo, dove l’autrice spiega la scelta dell’argomento assieme al piano ed alla metodologia della sua ricerca (oltre a riassumere i tratti salienti della vita di Caterina), il libro si articola in quattro parti: una prima parte critica in cui l’autrice fa il punto sui problemi di critica testuale delle opere cateriniane (Dialogo, Lettere ed Orazioni); una seconda parte analitica dove l’autrice procede ad un esame puntuale dei passi cateriniani che si riferiscono alla discrezione/prudenza; una terza parte storico-comparativa nella quale vengono ricercate le fonti della discrezione/prudenza cateriniana nella tradizione anteriore (Ambrogio, Agostino, Cassiano, Benedetto, Gregorio Magno, Bernardo, Riccardo di san Vittore e Tommaso d’Aquino) per poi mettere la discrezione/prudenza secondo Caterina a confronto con gli scritti di alcuni suoi contemporanei (Domenico Cavalca, Brigida di Svezia, Giovanni Colombini e Raimondo da Capua); ed infine una parte sintetica dove l’autrice mette in luce come la discrezione/prudenza sia condizione essenziale di unità nella riflessione cateriniana e perno di tutta la sua spiritualità. Alla conclusione generale segue una bibliografia molto estesa che è anche utilissimo inventario delle edizioni dei testi cateriniani e dei principali scritti/periodici/siti web sulla vita e l’opera della santa, in italiano, inglese e francese.
Il contributo principale del libro è quello di avere mostrato come sia proprio nella discrezione/prudenza che emerge in tutta la sua forza il fondamento della riflessione cateriniana, cioè la conoscenza e l’amore della "prima Verità" che è Dio, fonte di ogni essere, verità e bene. Per la senese, infatti, il più grande dono di Dio all’uomo è averlo creato a Sua immagine e somiglianza, dandogli non soltanto l’esistenza ma anche la capacità di conoscerLo ed amarLo attraverso le tre facoltà dell’anima (memoria, intelletto e volontà). Conoscendo Dio, l’uomo conosce anche se stesso: il "vero cognoscimento" è conoscenza di sé e di Dio e quindi dell’unica verità che conta, cioè quella che riguarda la vita o la morte eterna. Questa conoscenza, indispensabile per la salvezza, è una conoscenza soprannaturale che viene data all’uomo attraverso la grazia divina. Ma restare in questa conoscenza, in cui l’uomo deve abitare continuamente come in una "cella", dipende dal suo "esercitare le virtù". In definitiva, la senese nega che si possa restare nella verità ricevuta da Dio senza il concreto esercizio delle virtù.
Nella riflessione cateriniana, la discrezione/prudenza, coniugando il discernimento con la sua realizzazione nel retto agire morale, finisce anche per essere la condizione della vera libertà dell’uomo: facendolo "dimorare" nell’amore della verità quale suo "seguitatore", la discrezione/prudenza libera l’uomo dalla servitù del peccato. Ed è proprio questo fondamento fortemente morale della sua spiritualità, con il costante richiamo all’agire virtuoso quale condizione imprescindibile del rapporto con Dio, che rende la senese una santa tanto scomoda quanto attuale nel tempo presente.
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Presentazione del Cardinale Caffarra
Il libro che presento è frutto di studi prolungati, rigorosi e appassionati sul pensiero di Santa Caterina da Siena.
Assieme a Teresa d’Avila, Caterina fu la prima donna ad essere proclamata dal Santo Padre Paolo VI, di venerata memoria, Dottore della Chiesa. Il solenne atto pontificio non era che la conclusione coerente della stima che la Chiesa da secoli nutriva per questa donna, anche a motivo del suo profondo pensiero teologico.
È noto ai fedeli che la qualifica di Dottore ad un santo/a indica in esso/a un sicuro punto di riferimento circa il modo di pensare la fede, e un maestro fidato per essere più profondamente introdotti nel Mistero di Cristo e della Chiesa. Caterina è tutto questo in grado eminente sulla scia del suo grande fratello di religione Tommaso d’Aquino.
La luminosità, lo splendore della sua teologia, nasce da quel contatto vitale con le Res Divinae di cui Caterina godette fin dalla più tenera età. Ma soprattutto è la sua immersione nel mistero della Chiesa che la introdusse in modo unico nel Mistero di Cristo.
Il libro che l’autrice ora propone, pur affrontando un tema specifico della teologia cateriniana, s’inserisce in tutto il luminoso contesto del suo pensiero. La Chiesa oggi ha particolare bisogno di rimanere alla scuola dei suoi grandi Dottori, chiamata come è ad annunciare Cristo facendo fronte ad inedite sfide del pensiero e della cultura.
Non posso dunque non augurare numerosi lettori a questo libro, perché Caterina sia sempre più conosciuta e assimilata nel suo pensiero!
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UDIENZA
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO INTERNAZIONALE PROMOSSO DAL
PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA MATER ET MAGISTRA
16.05.2011
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... una visione di Chiesa posta al servizio della famiglia umana soprattutto mediante la sua specifica missione evangelizzatrice, ha pensato alla Dottrina sociale – anticipando il beato Giovanni Paolo II – come ad un elemento essenziale di questa missione, perché «parte integrante della concezione cristiana della vita» ... c’è bisogno del ripristino di una ragione integrale che faccia rinascere il pensiero e l’etica. Senza un pensiero morale che superi l’impostazione delle etiche secolari, come quelle neoutilitaristiche e neocontrattualiste, che si fondano su un sostanziale scetticismo e su una visione prevalentemente immanentista della storia, diviene arduo per l’uomo d’oggi accedere alla conoscenza del vero bene umano.
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Solennità dell’Ascensione del Signore – Ciclo A
I Lettura: Atti, 1-1-11;
Salmo: Sal 46;
II lettura: Ef 1,17-23;
Vangelo: Mt 28, 16-20
Nesso tra le letture
"Questo Gesù, che è stato tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo" (prima lettura). Questa attestazione degli Atti degli apostoli ci offre una sintesi profonda della liturgia nella solennità dell’Ascensione. Gesù sale al cielo col suo corpo glorificato. Lascia agli apostoli una missione chiara e impegnativa: "andate e ammaestrate tutte le nazioni" (Vangelo). Si tratta di andare fino agli estremi confini della terra, affinché risuoni l’annuncio di Dio. Si tratta di proclamare, incessantemente, quanto sia grande e profondo l’amore di Dio che si è manifestato in Cristo Gesù. L’apostolo sarà, dunque, l’uomo dell’ "amore più grande". L’uomo consapevole che il Signore che oggi ascende tra le acclamazioni, ritornerà. Ritornerà sicuramente e pieno di gloria! Perciò, in definitiva, si tratta di comprendere qual è la speranza cui siamo stati chiamati (seconda lettura), comprendere qual è l’eredità che Dio prepara a coloro che lo amano. Questa solennità dell’Ascensione è, allora, il momento più adatto per esaminare il nostro peregrinare lungo la vita, considerando che il Signore tornerà per prenderci con sé e che, quindi, dobbiamo intraprendere con entusiasmo i nostri doveri quotidiani, recuperando in essi il valore dell’eternità.
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AsiaNews
IL NUOVO BEATO CLEMENTE VISMARA, PATRIARCA DELLA BIRMANIA
di Piero Gheddo
Domenica 26 giugno in Piazza Duomo a Milano verrà beatificato padre Clemente Vismara (1897-1988), che nel 1983, quando compì i suoi sessant’anni di missione in Myanmar, la conferenza episcopale del luogo proclamò “Patriarca della Birmania”.
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Avvenire 28 maggio 2011
L'ANNIVERSARIO
Vittoriano, massone o pop?
E la religione civile ebbe il suo simbolo
di Massimo Introvigne
Nel 1967 il sociologo americano Robert Bellah pubblicò un celebre saggio sulla «religione civile» come elemento unificante degli Stati Uniti. Il melting pot degli americani venuti da tante terre diverse funziona, secondo il sociologo, perché tutti – pur mantenendo nella maggior parte dei casi la loro religione d’origine – adottano una «religione civile» che ha i suoi simboli e i suoi riti: la bandiera, l’inno, le feste, le parate, il culto non tanto di questo o quel presidente ma della presidenza. Il genio della «religione civile» americana, secondo Bellah, sta nel suo saper evitare i conflitti con le religioni «religiose». I simboli del cristianesimo – talora anche dell’ebraismo – sono assunti nei grandi riti civili, senza che l’americano medio percepisca un conflitto.
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AsiaNews 30-5-2011
Prof. Del Boca: La Nato sta fallendo in Libia, i media nascondono la verità
di Simone Cantarini
Per Angelo Del Boca, giornalista e storico esperto di Libia, gli alti costi della No Fly Zone hanno dissolto le speranze di un conflitto-lampo, che invece potrà durare per diversi mesi. Gheddafi ha ancora a disposizione truppe, armamenti e un patrimonio personale di 1 miliardo di euro. Il presidente del Sud-africa in Libia per tentare un ultima trattativa con il governo libico.
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Il 31 maggio la Chiesa di Cristo festeggia la Visitazione della B. Vergine Maria. Per onorare la Vergine del "magnificat", anche in vista della prossima festa di Pentecoste, totustuus.it offre in dono agli utenti registrati di totustuus.it il libro:
I doni dello Spirito Santo
Studio di psicologia soprannaturale e letture per il tempo della Pentecoste
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Presentazione: Qual è l'ufficio dei Doni nell'economia della nostra vita spirituale? Questione interessante in supremo grado!
Dalla sua soluzione dipende forse la cognizione delle più meravigliose tra le operazioni dello Spirito Santo nelle anime nostre, l'intelligenza dei nostri più alti doveri soprannaturali, e perfino, giacché Dio non ci giustifica senza di noi, il frutto e il felice successo di queste divine operazioni.
Alla scuola di S. Tommaso d'Aquino e del pio teologo che pare abbia penetrato più profondamente il suo pensiero su quest'argomento, Giovanni di S. Tommaso, noi cercheremo di renderei conto dell'ufficio dei Doni nell'anima fedele.
Indice. Introduzione: L'Ufficio dei Doni dello Spirito Santo; 1. I Doni dello Spirito Santo e la Vita soprannaturale; 2. Il Dono del Timore: san Lodovico Bertrando, san Vincenzo Ferreri, santa Rosa da Lima; 3. Il Dono della Forrezza: santa Caterina de' Ricci, San Giovanni di Gorcum, san Pietro martire; 4. Il Dono della Pietà: santa Agnese di Montepulciano, san Pio V, san Raimondo da Pennafort; 5. Il Dono del Consiglio: sant'Antonino; 6. Il Dono della Scienza: san Domenico, san Giacinto; 7. Il Dono dell'Intelletto: santa Caterina da Siena; 8. Il Dono della Sapienza: san Tommaso d'Aquino; 9. I Doni dello Spirito Santo nel Cuore purissimo della Vergine Maria.
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Regina Sacratissimi Rosari, ora pro nobis!
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Don Robert Skrzypczak, Karol Wojtyła al Concilio Vaticano II. La storia e i documenti, , Fede & Cultura, 2011, pp. 448, € 35.
Sconto su:
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Per gentile concessione dell'editore pubblichiamo le pp. 7-15 del 1° capitolo
Il Collegio Pio Latino Americano in via Aurelia a Roma vanta una bellissima biblioteca con una ricca collezione di libri, stampe e riviste.
A tre giorni dal conclave, mercoledì 11 ottobre 1978, quel luogo attirava l’attenzione di molti cardinali. Si chinavano sui documenti e, sfogliandone le pagine, rievocavano i grandi temi d’attualità di cui era vissuto il mondo cattolico ai tempi del Concilio Vaticano II, conclusosi ormai da tredici anni. Si parlava del bisogno di una Chiesa molto più biblica e meno clericale; di una fede che potesse diventare un incontro più personale con Dio anziché una sintesi dei testi sacri. Le grandi sfide del mondo contemporaneo: il comunismo e l’ateismo come il relativismo morale, pretendevano dalla Chiesa, consapevole della propria identità e missione, una risposta coerente; oltre a tutto, nel moderno dopoguerra non ci si aspettava dal cristianesimo un atteggiamento moralistico o un potere autoritario bensì un messaggio evangelico che sapesse spiegare all’uomo il suo destino e illuminare la sua esperienza.
Tutti questi testi, letti e riletti con dovuta concentrazione dai presuli in visita a quella singolare mostra, risalivano ad uno di loro – il cui nome veniva pronunciato sempre più spesso nei colloqui di corridoio, fra i commenti, battute e prove pre-elettive –: Karol Wojty
ła. Erano i testi dei suoi interventi tenuti durante le sedute plenarie del Concilio. A qualcuno dei visitatori, forse, veniva spontaneo chiedersi come mai un uomo del genere si fosse perso nella congerie dei resoconti e studi postconciliari. La mostra era stata voluta ed organizzata da due porporati che portavano singolari cognomi: il cardinale Franz König di Vienna e il cardinale John Krol di Philadelphia. Era stata per caso quella circostanza, in apparenza di poco conto, che sembrava configurare un «corteo regale»[1] che avrebbe portato l’arcivescovo di Cracovia alla dignità di Successore di san Pietro, e avrebbe arricchito la Chiesa per molti anni di uno dei più straordinari papi moderni?
Karol Wojtyła quale Padre del Concilio Vaticano II è tuttora poco conosciuto[2]. Vi è un gran numero di pubblicazioni sulla vita e le opere di questo personaggio, conosciuto successivamente con il nome di Giovanni Paolo II; tuttavia manca un adeguato studio sul periodo della sua effettiva partecipazione ai lavori della più grande assemblea dei Pastori della Chiesa Cattolica nel XX secolo. Le biografie del Santo Padre, anche le più dettagliate, vi dedicano a malapena alcune pagine nel tentativo di riempire le lacune che emergono tra due importanti tappe della vita di Giovanni Paolo II: la sua polacca «maturazione» alle dignità ecclesiastiche, e quello che ha inaugurato il giorno 16 ottobre 1978[3]. Nessuno, fino ad ora, aveva tentato di misurarsi con la totalità del contributo apportato ai dibattiti del Vaticano II da parte dell’arcivescovo di Cracovia, e ciò fa sembrare l’esperienza della sua partecipazione ai discorsi conciliari solamente un «episodio».
La presente antologia di tutti gli interventi di Karol Wojtyła al servizio del Concilio, sia orali sia messi per iscritto, esposta nella seconda parte del saggio, è alla sua primissima edizione. Essa viene anche pubblicata in polacco con il testo latino a fronte. Il latino era allora la lingua ufficiale della Chiesa, lo usavano i Padri conciliari per comunicare fra di loro, il polacco invece era il modo con il quale pensava la mente e sentiva il cuore del Pastore di Cracovia. Credo, che integrare la biografia di Giovanni Paolo II con la più ampia presentazione del suo impegno conciliare, non esaurisca l’importanza di questa pubblicazione.
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI
AD AQUILEIA E VENEZIA
INCONTRO CON IL MONDO DELLA CULTURA E DELL’ECONOMIA NELLA BASILICA DELLA SALUTE A VENEZIA
08.05.2011
L’essere Venezia "città d’acqua" fa pensare ad un celebre sociologo contemporaneo, che ha definito "liquida" la nostra società, e così la cultura europea: una cultura "liquida", per esprimere la sua "fluidità", la sua poca stabilità o forse la sua assenza di stabilità, la mutevolezza, l’inconsistenza che a volte sembra caratterizzarla.
E qui vorrei inserire la prima proposta: Venezia non come città "liquida" – nel senso appena accennato –, ma come città "della vita e della bellezza".
Certo, è una scelta, ma nella storia bisogna scegliere: l’uomo è libero di interpretare, di dare un senso alla realtà, e proprio in questa libertà consiste la sua grande dignità.
Nell’ambito di una città, qualunque essa sia, anche le scelte di carattere amministrativo culturale ed economico dipendono, in fondo, da questo orientamento fondamentale, che possiamo chiamare "politico" nell’accezione più nobile e più alta del termine.
Si tratta di scegliere tra una città "liquida", patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell’effimero, e una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo dalle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli.
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Sesta domenica di Pasqua
LETTURE
Atti 8,5-8,14-17
Salmo 66
1Pt 3,15-18
Giovanni 14,15-21
TEMA DELLE LETTURE
Le letture di oggi si riferiscono alla prima epoca missionaria dei cristiani e alla presenza e alla guida dello Spirito Santo che il Signore invia ai suoi fedeli. Nella sua lettera alle varie comunità cristiane, san Pietro le esorta ad essere pronte a spiegare agli altri il senso delle aspettative della fede cristiana. Ciò suggerisce un atteggiamento di franchezza e la capacità di comunicare ciò in cui crediamo e le ragioni della nostra fede. Questa esposizione della fede cristiana deve essere fatta con gentilezza e rispetto. San Pietro dà ad intendere che la sofferenza è una conseguenza della predicazione. È interessante il fatto che san Pietro qualifichi il cristianesimo a partire dalla speranza, dalle aspettative di quel che deve avvenire a motivo di Cristo.
Sia il vangelo di Giovanni sia gli Atti degli Apostoli parlano dello Spirito Santo di Dio che viene inviato ai cristiani. Gesù lo chiama il Consolatore, lo Spirito di verità che dimorerà nei cuori dei fedeli per consolarli e guidarli. Per quanto la presenza dello Spirito Santo sia un dono gratuito dell’amore di Dio, lo ricevono soltanto coloro che vogliono accoglierlo e che si preparano opportunamente a farlo. Gesù promette anche la sua presenza spirituale nei fedeli. Egli afferma pure che l’amore autentico di Dio si dimostra vivendo una vita autenticamente cristiana.
Gli Atti degli Apostoli ci mostrano Pietro e Giovanni che invocano e impartiscono lo Spirito Santo sui Samaritani (noti per la loro religiosità eclettica e per la loro accettazione solo parziale della Bibbia dell’Antico Testamento), tramite l’imposizione sacramentale delle mani.
Le lodi del Salmo 65 possono suonare stravaganti ai nostri orecchi, ma ci ricordano la grandezza delle opere del Signore: il mondo intero si prostri di fronte al terribile potere di Dio.
MESSAGGIO DOTTRINALE
La presenza dello Spirito Santo. Il cristianesimo è una sorgente vitale dentro di noi, un’esperienza permanente, reale, di Dio che riceviamo con il Battesimo e che viene completata nell’età della maturità con la Confermazione. La presenza dello Spirito Santo fortifica ed illumina il cristiano affinché adempia con la propria esistenza, sull’esempio di Cristo, la sua missione sulla terra. In questo modo, dimora in noi lo Spirito di Dio, e ci sentiamo ispirati ed illuminati senza essere spogliati di noi stessi. Continuiamo a determinare liberamente la nostra vita. Lo Spirito Santo ci aiuta a discernere il valore relativo di tutte le cose in rapporto alla sapienza di Dio, e ad agire di conseguenza. Lo Spirito ci fortifica nel riconoscere Dio come Signore e Creatore. Ci fortifica perché adempiamo la missione dell’evangelizzazione, con dolcezza e rispetto, nonostante gli ostacoli e la persecuzione.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 683-690 parlano dello Spirito Santo; i paragrafi 731-741 dicono dello Spirito e della Chiesa negli ultimi giorni; i paragrafi 1285-1321 trattano del sacramento della cresima.
Spiegare le ragioni della fede. San Pietro ci chiede di essere capaci di spiegare la speranza che è in noi. Ciò richiede da parte nostra una chiara comprensione delle realtà essenziali che sorreggono l’esperienza cristiana e di come esse siano compatibili con quel che sappiamo delle altre realtà. Non è un’impresa facile, ma prospetta grandi risultati e produce rispetto per la sapienza dell’uomo. I cristiani non devono temere i progressi della conoscenza umana, né si deve rifuggire da quel che appare difficile da spiegare. Il cristiano non ha una spiegazione o una risposta per tutto. Non c’è contraddizione tra conoscenza e fede; anzi, quella è perfezionata dall’esperienza di questa; la fede può guidare la ricerca della conoscenza umana. Sappiamo che la vita e la realtà sono complesse. Il cristianesimo non semplifica né deforma i fatti; piuttosto, ci aiuta a restare aperti e pieni di speranza nel proseguire l’inarrestabile ricerca di senso e di salvezza.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 904-907 si riferiscono alla partecipazione all’ufficio profetico di Cristo; i paragrafi 2471-2474 trattano del dovere cristiano di dare testimonianza alla verità.
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Il salesiano pro pedofilia e gli ultimi fuochi della rivoluzione olandese
24 maggio 2011
di Paolo Rodari
Tutti parlano di lui. Del salesiano olandese di 73 anni – si conoscono soltanto le iniziali, padre van B. – salito agli onori della cronaca in quanto dichiaratamente appartenente alla Martijn, un’associazione legalmente riconosciuta in Olanda e che sostiene le relazioni pedofile: “Sono perfettamente legittime” dicono, “seppure discriminate dalla società”
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Il cielo in una stanza (con sbarre)
19 maggio 2011
di Antonio Socci
Un albero che cade – com’è noto – fa più rumore di una foresta che cresce. I telegiornali sono pieni di alberi che cadono: lotte di potere, una serie infinita di omicidi, gli scandali sessuali, le guerre.
Ne viene fuori ogni giorno una rappresentazione mostruosa della realtà.
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Avvenire 24 maggio 2011
La Giornata indetta da Benedetto XVI
Cina, il regime reprime la Chiesa prega
Decine di sacerdoti sono stati arrestate nel Nord della Cina; altre decine sono state bloccate ieri a Shanghai e "portate in vacanza" a spese del governo, impedendo loro così di celebrare Messa per i fedeli. Il motivo: volevano partecipare al pellegrinaggio verso il santuario della Madonna di Sheshan, che si celebra oggi, 24 maggio, festa di Maria aiuto dei cristiani
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il Foglio 15 maggio 2011
Le “armi affilate” dell’uomo di Ratzinger alla guida del clero
di Paolo Rodari
La lezione che Mauro Piacenza, prefetto del Clero, attualmente il cardinale più giovane italiano (66 anni), ha tenuto alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, sezione parallela di Torino, è una spada conficcata nello spirito del mondo.
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Arturo Ruiz Freites, Mabel e la morte. L’eutanasia (EDIVI, Segni 2011), di prossima apparizione.
SULLA “DICHIARAZIONE ANTICIPATA DI TRATTAMENTO (DAT)”
Estratto dal libro, per gentile concessione dell'autore.
II.II.8.2. Dichiarazione anticipata di trattamento (DAT) ed il cosiddetto “testamento biologico”
La “dichiarazione anticipata di trattamento” (DAT), antecedente e per iscritto, avente un oggetto entro i limiti morali, non sarebbe di per sé illecita. Anche se, come indichiamo più avanti (1), sono molto discutibili la sua convenienza e la sua prudenzialità, soprattutto in certe circostanze culturali e politiche, particolarmente quando non si garantisce che non si offrirà in qualche modo la possibilità e l’occasione di leggi e pratiche eutanasiche – nell’immediato o in un futuro più o meno prossimo, una volta che si è aperta alle maggioranze numeriche la possibilità di dettare legge su di un oggetto così delicato ed importante, confinante con il divino, in un modo così volubile e contingente –.
Il problema grave sorge quando, infatti, la si vuole imporre come “diritto” di dichiarazione senza limite morale e di conseguenza senza limite legale né per il paziente né per gli eventuali responsabili, parenti o agenti sanitari. Di fatto ciò viene promosso da tanti con questo scopo immorale e contrastante con la cultura umanista e cristiana dei nostri popoli, mettendo in atto una illegittima rivoluzione culturale mossa dagli interessi politici ed economici che abbiamo indicato.
Accettare di legiferare in materia deve presupporre un contesto che eviti che la legge, sottomessa a una volontà di maggioranze senza regole, permetta di entrare nell’ambito indisponibile della vita, come ad esempio un articolo costituzionale che indichi, appunto, l’inviolabilità della vita umana e di conseguenza l’indisponibilità all’intervento umano su di essa dal concepimento fino al suo termine naturale. E quanto più si rinforza in conformità con l’etica il limite legale fondamentale per garantire la saldezza di un retto ordinamento legale secondario in materia tanto grave, data la malizia della rivoluzione culturale all’attacco contro l’integrità degli uomini, meglio è.
Occorre ancora precisare che la terminologia “testamento biologico” è di per sé abusiva, perché indicativa di una disponibilità della vita anche in ambito indisponibile, giacché si fa “testamento” dei beni disponibili, non della propria vita. Perciò è evidente l’ambigua malizia, di fatto, delle campagne per promuovere leggi di libero “testamento biologico”. È preferibile, per evitare le ambiguità, se si vuole dire ciò che è lecito, parlare piuttosto di “volontà o dichiarazione anticipata di trattamento”.
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DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
ALLE NUOVE RECLUTE DELLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA, CON I GENITORI, IN OCCASIONE DEL GIURAMENTO
Sala Clementina
6 maggio 2011
Il ricordo di quel saccheggio terreno deve far riflettere che esiste anche la minaccia di un saccheggio più pericoloso, quello che potremmo definire spirituale. Nell’odierno contesto sociale molti giovani rischiano, infatti, di cadere in un impoverimento progressivo dell’anima, poiché inseguono ideali e prospettive di vita superficiali, che colmano solo bisogni ed esigenze materiali.
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Quinta domenica di Pasqua
LETTURE
Atti 6,1-7
Salmo 33
1Pt 2,4-9
Giovanni 14,1-12
TEMA DELLE LETTURE
Nelle letture odierne, c’è un evidente spostamento dell’attenzione dalla risurrezione di Gesù all’attività e all’organizzazione dei primi cristiani. Nel vangelo di Giovanni, Gesù avverte i suoi discepoli della sua partenza e ricorda loro come devono giungere alla casa del Padre celeste. Gesù deve essere il loro modo di vita, la luce sulla via e lo spirito che sostiene il loro animo. I suoi seguaci compiranno opere perfino più grandi di quelle del Maestro. C’è un chiaro senso di preparazione per i tempi a venire.
Il salmo 32 sottolinea il senso della fiducia nel Signore che sostiene il giusto. Gesù ripete l’appello all’affidamento fiducioso e, in una frase che era molto significativa per gli ebrei, chiede ai suoi discepoli di aver fiducia in Dio e in Lui. Egli è lo stesso Dio della rivelazione.
La prima Lettera di Pietro, inserendo frasi tratte dal profeta Isaia, incoraggia i cristiani ad essere consapevoli del proprio compito di "pietre vive", per costruire, insieme a Cristo quale pietra angolare, un "edificio spirituale" (v. 6). C’è il senso di qualcosa che deve essere formato in unità, che dipende dalla libera ed attiva cooperazione di tutti coloro che arrivano a credere.
Gli Atti degli Apostoli descrivono un momento di organizzazione pratica nella vita dei primi cristiani per rispondere a necessità concrete della comunità. C’è una spartizione delle funzioni per consentire agli apostoli di dedicarsi totalmente al proprio compito ministeriale, consacrando così altri affinché si dedichino alle esigenze della carità. Possiamo vedere qui il plasmarsi nel concreto dell’edificio spirituale.
MESSAGGIO DOTTRINALE
La Chiesa. Le letture richiamano le caratteristiche essenziali della Chiesa. Innanzitutto, la Chiesa è dove Dio dimora. È quel che si sperimenta nella presenza spirituale di Dio nel cuore dell’uomo. È questa vita cristiana che muove ogni fedele a stabilire un rapporto di fratellanza con tutti gli altri e, spinto dall’amore, ad offrire la stessa "via, verità e vita" agli altri. C’è una struttura e un ordine per questo proposito di comunione con Dio e con i santi in cielo, e con gli altri in questa vita temporale. Soprattutto, la Chiesa è chiamata a testimoniare l’amore salvifico di Dio per ogni uomo, e ad amare tutti gli uomini e le donne così come Dio li ama.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 748-959 trattano della Chiesa, e specialmente della sua origine, fondazione e missione, della sua cattolicità, della missione degli apostoli, della costituzione gerarchica della Chiesa e della comunione dei santi.
Vita cristiana. Al cuore della fede cristiana c’è l’esperienza interiore della presenza di Dio. È questa esperienza che può trasformare la vita del cristiano e portarlo a vivere come Gesù. Credere in lui significa impegnarsi ad essere specchio del suo amore fattivo per il prossimo, ma questo è un impegno che, a motivo dell’amore che si ha per Dio, si accoglie e volentieri. Un’esperienza cristiana autentica ci porta ad essere aperti ad una verità più grande e a voler esprimere nelle nostre azioni quel che sentiamo nel cuore. Questo è ciò che distingue il cristianesimo da un semplice codice di condotta, o da una morale dell’obbligo.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 683-686 trattano della nuova nascita del battesimo e della comunicazione della vita nuova.
Sasso d’inciampo e pietra di scandalo". Questo è una delle strane frasi delle Sacra Scrittura che necessita di essere ben intesa. L’intervento di Dio nella vita umana non è un invito casuale, nonostante esso, in questa vita, abbia sempre l’aria di un invito più che di un obbligo. Siamo sempre liberi, e la decisione spetta sempre e solo a noi. Questa espressione si riferisce alla scelta che viene offerta alla nostra libertà. La vita e gli eventi ci vengono presentati in modo tale che finiamo con l’inciampare sugli "inviti" di Dio, per decidere liberamente quel che intendiamo fare. Le nostre decisioni, anche le più piccole, o che prendiamo da soli nel santuario della nostra coscienza, fanno sempre la differenza per il nostro futuro.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 1731-1742 trattano della libertà umana e della responsabilità.
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Avvenire 18 maggio 2011
Scola: salvare l’uomo, prima ecologia
Sono quattro le parole chiave che compongono il tema di Expo 2015 «Nutrire il pianeta. Energia per la vita»: alimentazione, energia, pianeta, vita. Ciascuna forma di vita – è stato detto – ha bisogno di energia e l’energia viene fornita dall’alimentazione. A sua volta, il nesso vita-alimentazione incide sullo sviluppo del pianeta, unitamente all’interazione di una molteplicità di fattori naturali e antropici. Da questa circolarità complessa emerge allora quella che viene definita come la quinta parola chiave: la persona che – si legge nel Memorandum – «con gli strumenti del suo vivere e del suo lavoro, contribuisce a trasformare in positivo o in negativo la natura nella quale vive».
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CorSera RAPPORTO ISTAT
Matrimoni in crisi: -30.000 in due anni
Nel Nord-est uno su dieci sposa una straniera
MILANO - Agli italiani l'altare non piace più. Non è una novità dal momento che il trend negativo prosegue dal 1972, ma nel biennio 2009-2010 sono state celebrate 30.000 nozze in meno, vale a dire che il calo è del 6%. Il record negativo, reso noto dall'Istat, è molto al di sopra del -1,2% registrato, mediamente negli ultimi 20 anni. Nel 2009 sono stati celebrati 230.613 matrimoni mentre nel 2010 poco più di 217 mila (3,6 ogni mille abitanti); nel 2008 erano stati 246.613 (4,1). Il calo ha interessato tutte le aree del paese. Tra le grandi regioni, il Lazio (-9,4%), Lombardia (-8%), Toscana (-6,7%), Piemonte e Campania (-6,4%).