Ven. Prof. Giuseppe Toniolo
Dell'opposizione sistematica del programma cattolico sociale con quello socialistico
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Lettera aperta a mons. Bigliani in risposta ad insinuazioni di connivenza con il cattolicesimo democratico
"Sulle differenze di vedute interne ai cattolici sulle questioni sociali, perché io stesso quasi mi giustifichi oppure fornisca chiarimenti in proposito, essendo in quella polemica ricordato il mio nome"
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da: La scuola cattolica, Milano, 1894, serie II, a. IV, v. VIII, pp. 49-58
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Ill.mo monsignore!
Ella mi indirizza alcuni numeri di un giornale1, perché io prenda conoscenza di certe differenze di vedute fra i cattolici che ivi si palesano o fanno capolino intorno alle questioni sociali, e perché io stesso quasi mi giustifichi e porga schiarimenti in proposito, essendo in quella polemica ricordato il mio nome. Non posso accettare le espressioni di elogio contenute nella lettera, le quali contemporaneamente ella mi dirige; bensì aderisco di rispondere per iscritto, sia per debito di cortesia, sia per l'affetto che io porto a quanti si interessano dei problemi sociali fra noi, e soprattutto alla causa cattolica, cui tutti dobbiamo sinceramente servire. 2
Quanto al Programma dei cattolici di fronte al socialismo, dettato nell'assemblea dell'Unione cattolica del 2 gennaio p. p. in Milano, esso è abbastanza noto ed esplicito anche rispetto ai possibili contatti di fatto o di nome coi socialisti, da non abbisognare di essere qui riprodotto. Le dirò solamente che la proposizione di quel programma, ove è detto che, sebbene noi prendiamo in mano la causa del popolo, come pretendono di farlo i socialisti, respingiamo ogni connivenza anco nominale col socialismo perocchè questo è la negazione intrinseca del cristianesimo ed il programma socialista è l'antitesi del nostro, tale proposizione, ripeto, ebbe posteriormente il conforto di autorevolissime approvazioni e svolgimenti, come p. e., nella lettera pastorale del vescovo di Liegi mons. Victor Doutreloux, e nelle dichiarazioni del conte de Mun alla seduta della Camera francese del 20 aprile p. p.
Tutto al più se si desidera uno schiarimento intorno a quella frase usata dall'articolo della effemeride in discorso, ove si parla dell'alleanza della critica cattolica colla critica socialista nell'atterrare il conservatorismo liberale, dichiaro che la frase afferma un vero bene assodato, ma lo eccede nei termini.
La scienza cristiana si incontrò e si incontra bensì col dottrinarismo socialistico nel criticare il sistema sociale-economico del liberalismo, e sovente con efficacia grandissima, contribuendo così al tramonto di quest'ultimo, sia nella teoria che nella vita pratica. Solamente l'accordo fra le due dottrine si restringe a quella che si potrebbe dire la critica prossima o positiva, ma non si estende a quella remota o finale, o come oggi dicono i positivi teleologica, risalente cioè alle ragioni prime ed ultime.
I cattolici, in altre parole, si trovano di regola all'unisono coi socialisti nel dimostrare la fallacia di alcune teorie economiche del liberalismo, e nel condannare i fatti storici che hanno generato l'odierna crisi, per colpa delle classi superiori, della politica e della legislazione. Ma non sono mai o quasi mai d'accordo con essi nell'additare le cause e ragioni prime di quelle false teorie o di quei deplorevoli abusi pratici dell'economia liberale; le quali cause per noi stanno nell'offesa dei principi sovrannaturali cristiani, ciò che invece i socialisti disconoscono, qualche volta pervertono ed infine decisamente rifiutano. Né trovansi d'accordo nelle ragioni ultime di questa critica, che sono per i cattolici quelle di rivendicare il pregio dell'ordine sociale cristiano per ricondurvi novellamente la società traviata; mentre i socialisti sono condotti dall'intento di distruggere ogni resto di legittime istituzioni storiche, per ricomporre, sopra basi affatto nuove, innaturali ed anticristiane, il sistema sociale dell'avvenire.
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Ma non è di queste inesattezze di frase, in cui l'autore di quell'articolo è incorso, e per cui la parola alleanza della critica cristiana con quella socialistica, può sembrare soverchia (laddove non si tratta per così dire fuorché d'un incontro accidentale per un fine prossimo e non di un accordo intimo e durevole per un fine remoto comune); non è di ciò, ripeto, che mi preoccupo, bensì di certe tendenze in parecchi dei cattolici zelanti, operosi, militanti fra noi, i quali sembra amino di lasciar apparire che noi cattolici ci confondiamo coi socialisti.
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