Rimane ben arduo giustificare logicamente e storicamente quella specie di conciliatorismo, a cui inclinano e si acconciano negli ultimi tempi non pochi scrittori cattolici di scienze filosofiche, naturali e sociali, i quali, o per scoraggiamento dell'animo fra persistenti conflitti di cui agevolmente non si scorge il termine, o per il sentimento commendevole di agevolare il ritorno di nobili intelligenze alla fede, o per non so quale paura di esser detti retrogradi, fanno alla scienza razionalistica concessioni infondate, frettolose, audacissime, fino all'estremo limite, che rasenta l'eresia. Dai cultori dell'ermeneutica biblica, ai filosofi di professione, ai naturalisti e sociologi, è ben noto che in tutte le nazioni cattoliche, anche in Italia, intra iliacos muros peccatur et extra.