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Gregorio XVI
Ex debito pastoralis


Per dovere dell’ufficio pastorale posto sulle Nostre spalle dalla suprema provvidenza di Dio, portando il peso, certamente non lieve, di tutto il gregge del Signore, riteniamo che si debba provvedere con maggiore zelo alle pecore che abitano le regioni geograficamente più lontane da questa Sede Apostolica, che è il centro dell’unità cattolica, in modo che, recuperate dalla venuta del Pastore eterno, attraverso il doveroso impegno apostolico possano essere chiamate nel vero ovile e felicemente condotte verso i pascoli del cielo.

Perciò, quando il Venerabile Fratello Gioacchino Salvetti, Vescovo di Eurie e Vicario apostolico di Xansi e Xensi, in Cina, ed il suo coadiutore, il Venerabile Vescovo di Cardice, dichiararono di essere insufficienti a svolgere l’impegno apostolico nelle regioni loro affidate, così numerose, vaste e sconfinate, tanto da non poter gestire e controllare più a lungo nel modo dovuto l’amministrazione di un’altra vastissima provincia – la provincia di Hu-quang –, un tempo Vicariato apostolico, loro affidata nel 1762, e chiesero di poterla cedere, su consiglio dei Venerabili Nostri Fratelli Cardinali di Santa Romana Chiesa preposti agli affari di "Propaganda Fide", accogliendo la richiesta di entrambi i prelati citati, abbiamo stabilito e decretato che l’indicata provincia di Hu-quang, cessando l’amministrazione del Vescovo di Xansi, sia eretta e ripristinata in Vicariato apostolico autonomo, com’era in precedenza, e si provveda ad assegnarle un nuovo Vescovo Vicario apostolico.

Pertanto, motu proprio, per Nostra sicura scienza e Nostra approfondita decisione, nella pienezza della potestà apostolica, in forza di questa lettera disponiamo ed ordiniamo che il Vescovo di Xansi cessi completamente di amministrare la provincia di Hu-quang, che ripristiniamo e nuovamente erigiamo in Vicariato apostolico autonomo. Con la citata Nostra autorità concediamo e assegniamo al Vicario apostolico di detta provincia, che dovrà essere eletto e proclamato da questa Santa Sede, tutte e ciascuna le facoltà che abitualmente vengono concesse ai Vicari apostolici di tale rango.

Queste decisioni abbiamo stabilito ed adottato di Nostra volontà, ecc., nonostante, ecc., qualunque cosa contraria.

Dato a Roma, presso Santa Maria Maggiore, sotto l’anello del Pescatore, il 14 agosto 1838, anno ottavo del Nostro Pontificato.

Roma, 14 agosto 1838 (14/08/1838). Breve

 

 

Il Papa Gregorio XVI. A perpetua memoria.

Per dovere del Nostro ufficio pastorale, imposto dalla suprema provvidenza di Dio sulle Nostre spalle con il compito, non certamente lieve, di curare tutto il gregge del Signore, riteniamo di dover occuparci con maggior sollecitudine di quelle pecorelle che abitano le regioni geograficamente più lontane da questa Sede Apostolica, che è il centro dell’unità cattolica, affinché alla venuta dell’eterno Pastore possano, attraverso l’assistenza apostolica, essere condotte al vero ovile verso i pascoli eterni.

Il Nostro Venerabile Fratello Rocco-Giuseppe Carpena, Vescovo di Theveste e Vicario apostolico di Fo-Kiens, in Cina, Ci ha comunicato di non essere più in grado di reggere l’amministrazione delle province di Tche-Kiang e Kiang-si, affidategli fin dal 1798, in quanto troppo impegnato ed assorbito dalle tante cure di un così vasto Vicariato. Pertanto ha espresso spontaneamente e premurosamente il proposito di rinunciare a tale amministrazione, in modo che da questa Nostra apostolica Sede si provveda altrimenti alla cura spirituale delle suddette province. Conseguentemente, sentito il parere dei Nostri venerabili Fratelli Cardinali proposti agli interessi della Congregazione di Propaganda Fide, aderendo alle richieste del Presule di Fo-Kiens, abbiamo stabilito di costituire per le due province un altro distinto Vicariato apostolico e di mettere alla sua guida un nuovo Vicario da designare.

Pertanto, motu proprio, per Nostra sicura scienza, con Nostra matura deliberazione, nella pienezza della potestà apostolica, con la presente istituiamo tanto nella provincia di Tche-Kiang, quanto in quella di Kiang-si, un Vicariato apostolico distinto l’uno dall’altro e ordiniamo altresì che il Vicario apostolico da eleggersi dalla Santa Sede in ognuna delle due province abbia tutte quelle facoltà che si è soliti concedere a tutti i Vicari apostolici in quelle regioni.

Questo abbiamo stabilito e decretato, volendo, ecc. Nonostante, ecc., qualunque eccezione contraria.

Dato a Roma, presso Santa Maria Maggiore, sotto l’anello del Pescatore, il 14 agosto 1838, anno ottavo del Nostro Pontificato.

Roma, 14 agosto 1838 (14/08/1838). Breve

 

 

Il Papa Gregorio XVI. A perpetua memoria.

Per dovere dell’ufficio pastorale posto sulle Nostre spalle dalla suprema provvidenza di Dio, portando il peso, certamente non lieve, di tutto il gregge del Signore, riteniamo che si debba provvedere con maggiore zelo alle pecore che abitano le regioni geograficamente più lontane da questa Sede Apostolica, che è il centro dell’unità cattolica, in modo che, recuperate dalla venuta del Pastore eterno, attraverso il doveroso impegno apostolico possano essere chiamate nel vero ovile e felicemente condotte verso i pascoli del cielo.

Perciò, quando Ci fu riferito che in alcune regioni dell’Impero cinese soggette alla Diocesi di Pechino, e soprattutto nella vastissima provincia Tartara chiamata Leao-Tung, la Religione cristiana già da gran tempo era in situazione critica; che cresceva di giorno in giorno il pericolo che, privato di ogni sostegno della Religione, colà il seme evangelico andasse del tutto perduto; che il Venerabile Fratello presule di Pechino, date le circostanze, non era in grado di amministrare con la necessaria attenzione tali regioni; su consiglio dei Venerabili Nostri Fratelli, abbiamo ritenuto di dover adottare – per il Nostro ruolo e per la generale cura delle anime – qualche specifico e preventivo provvedimento, a vantaggio della Religione e per l’incolumità della fede cattolica nelle regioni indicate.

Perciò, dopo aver attentamente tutto valutato, motu proprio e per certa scienza, nella pienezza del potere apostolico, derogando dalla Costituzione E sublimi, emessa il 15 ottobre 1696 dal Nostro Predecessore Innocenzo XII, di felice memoria, nella quale erano stati fissati i confini della Diocesi pechinese, scorporiamo e scindiamo dalla Diocesi di Pechino la citata provincia di Leao-Tung; contemporaneamente dichiariamo decadute tutte le competenze delegate nel 1702 al Vescovo di Pechino, relative alla Tartaria. Con la stessa Nostra autorità erigiamo la medesima provincia di Leao-Tung in Vicariato apostolico, che sarà governato da un Vescovo Vicario apostolico, scelto e destinato da questa Santa Sede, dalla quale dipenderà direttamente, dotato di tutte e singole le facoltà che furono concesse dai Romani Pontefici Nostri Predecessori agli altri Vicari apostolici in Cina, e per di più con l’aggiunta, allo stesso Vicario apostolico, della giurisdizione su tutte quelle regioni della Tartaria, della Mongolia e della Manciuria fino ad ora soggette al Vescovo di Pechino, attualmente sottratte alla sua autorità e che fin qui non sono state assegnate ad un altro Vicario apostolico.

Questo abbiamo deciso, stabilito e vogliamo, eccetera, che abbia osato contrastare. Nonostante, eccetera, in qualunque modo contrarie.

Dato a Roma, presso Santa Maria Maggiore, sotto l’anello del Pescatore, il 14 agosto 1838, anno ottavo del Nostro Pontificato.


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