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Benedetto XV
Natalis trecentesimi

Lettera

Alla Reverenda Madre Angela di Nostra Signora, Superiora Generale dell’Unione Romana delle Vergini Orsoline, nel trecentesimo anniversario dalla fondazione di quella Famiglia religiosa.

Diletta Figlia in Cristo, salute e Apostolica Benedizione.

La solenne celebrazione del terzo centenario dalla fondazione dell’Ordine religioso delle Orsoline cade opportunamente in questa funestissima circostanza. È evidente che la causa di tanti lutti deriva principalmente dal fatto che troppe persone, in privato e in pubblico, hanno abbondanato i precetti e le istituzioni cristiane che costituiscono le fondamenta stesse della convivenza umana. Già da tempo, infatti, ma soprattutto dopo quella rivoluzione della società francese, si è agito ostinatamente in modo tale che la benefica virtù della Chiesa, repressa in un ambito sempre più ristretto, non avesse più alcuna influenza nel consorzio umano: e anzitutto si è usato ogni mezzo per sottrarre il sesso femminile alla cura e alla vigilanza materna della Chiesa. Infatti suscita meraviglia il potere che la donna esercita in ogni vicenda umana; se ella si travierà pubblicamente, sarà facilmente sradicata ogni domestica e civile disciplina. Pertanto, ripudiata la religione, fu possibile vedere le donne indottrinate perdere ogni pudore insieme con la devozione; né furono poche quelle che, troppo dedite ad occupazioni contrarie alla loro natura, assunsero comportamenti propriamente maschili e, rifiutando i doveri domestici, per i quali sono nate, si lanciarono temerariamente nel vivo della lotta per la vita. Da qui deriva quella deplorevole perversità dei costumi che la stessa barbarie della guerra accrebbe incredibilmente e propagò diffusamente.

Per quanto era in voi, voi avete resistito a questo generale sconvolgimento educando piamente le fanciulle alla cristiana sapienza; e grandi e insigni — con l’aiuto di Dio — sono a questo proposito i vostri meriti. Tuttavia confidiamo ostinatamente che, per divina misericordia, emerga da queste immense rovine un nuovo ordine sociale in cui prevalgano i princìpi cristiani di giustizia e di carità. A tale rinnovamento dovranno contribuire tutti i buoni, ciascuno per la propria parte; e voi, praticando la condotta cui finora si è attenuto il vostro sodalizio, insistete con più tenace zelo nel vostro impegno, ossia nell’educare la mente e il cuore delle fanciulle in modo che diventino madri degne della loro fede cristiana.

Noi, per accrescere la solennità e il frutto di codesto fausto evento, concediamo che tutti coloro i quali interverranno nelle vostre chiese o cappelle al triduo di preghiere o ad altro sacro rito solenne indetto per questa occasione — quindi non solo le vostre consorelle ed alunne, ma quanti si uniranno a voi — possano lucrare l’Indulgenza plenaria e la remissione dei peccati secondo le consuete condizioni.

Come auspicio dei doni celesti e come testimonianza della Nostra paterna benevolenza, a te, diletta figlia in Cristo, e a tutta la famiglia delle Orsoline cui tu presiedi, impartiamo con tanto amore nel Signore l’Apostolica Benedizione.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 27 dicembre 1917, nel quarto anno del Nostro Pontificato.


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