___
Uno sviluppo odierno che fa contrastare la città dell?essere umano con la Città di Dio e l?ordine del mondo con la fede cristiana è sicuramente la teoria del Gender.
Che cosa implica la teoria del gender? Il termine ?sesso? riguarda le due categorie ?maschio? e ?femmina? in cui gli esseri umani e la maggior parte degli esseri viventi sono divisi in base alle differenze anatomiche e fisiologiche degli organi riproduttivi e le caratteristiche sessuali secondarie. A partire dagli anni ?50 fu introdotto il termine gender (genere). Questo concerne piuttosto il ruolo sociale del maschio e della femmina. L?idea fondamentale della teoria del gender è che questo ruolo sociale ha nessun rapporto o solo un rapporto remoto con il sesso biologico.
Nel passato il gender come ruolo sociale sarebbe imposto dalla società all?uomo e alla donna e in molte parti del mondo è ancora così. Tuttavia, nella società occidentale con il suo iper-individualismo e l?etica autonoma annessa l?individuo è sottoposto di non accettare un ruolo imposto dalla società, ma di scegliere autonomamente un proprio gender. D?altronde, che l?individuo si fa guidare in questo dall?opinione pubblica, dai mezzi di comunicazione e dai mezzi sociali e dal mondo della pubblicità gli sfugge. L?individuo ha praticamente solo il sentimento di essere autonomo.
Il ruolo che l?individuo sceglie per se stesso si chiama ?identità del gender?. L?individuo potrebbe scegliere questa identità del gender senza pressione sociale e indipendentemente dal sesso biologico. Così avrebbe la scelta di essere secondo il proprio orientamento sessuale o a propria scelta un uomo eterosessuale, una donna eterosessuale, un omosessuale, una lesbica, un transessuale, un transgender o un neutro. Un transgender è una persona, la cui identità del gender non coincide con il sesso biologico: si sente donna, mentre è biologicamente un uomo o all?opposto. Nel caso in cui qualcuno è malcontento del proprio sesso, si parla di disforia di genere. Un transessuale è un transgender che intende far cambiare o ha fatto cambiare il suo sesso biologico nell?altro mediante trattamenti medici e operazioni chirurgiche.
Molte organizzazioni internazionali mirano a introdurre ovunque, quindi anche fuori del mondo occidentale, il rispetto della libertà dell?individuo di poter scegliere la sua identità del gender insieme a ciò che si chiama in inglese ?gender equity?, l?equità del gender. L?Organizzazione Internazionale per la Salute pubblicò nel 2012 un programma per promuovere e facilitare una politica al livello istituzionale al fine di esigere rispetto per il gender, l?equità e i diritti umani. Di fatti, le organizzazioni internazionali impongono alle autorità e alle organizzazioni al livello nazionale mediante i sussidi finanziari ? o mediante la minaccia di non fornirli ? a garantire agli individui la libertà di scegliere il proprio gender. Con questo impongono anche l?obbligo di facilitare questa scelta nel caso del transgender, offrendogli i trattamenti medici o chirurgici, se necessari per adattare le caratteristiche sessuali biologiche al gender scelto. In molti paesi occidentali l?assicurazione malattie basale o il sistemo nazionale di salute compensano in gran parte o completamente i costi di questi trattamenti e operazioni.
Mediante programmi di educazione si tenta di rendere bambini già al livello della scuola elementare consapevoli della necessità di pensare sul proprio gender e di sceglierlo il più presto possibile nella gioventù. Nei casi i cui bambini che pensano di essere transgender, ma sono ancora incerti sul proprio gender, si può frenare l?inizio dello sviluppo puberale con un mezzo ormonale, chiamato triptorelina, per dare al bambino in questione il tempo considerato necessario da riflettere su questo. A parte gli effetti collaterali di triptorelina, bisogna rendersi conto del fatto che molti giovani hanno dei periodi in cui dubitano la loro identità, anche quella riguardante il genere. Questo fa parte di uno sviluppo puberale normale. Frenando in questi casi la pubertà, si rischia di aggravare un problema che sarebbe passato spontaneamente, o perfino di evocare un problema che non vi sarebbe stato mai, se non si fosse intervenuto, somministrando triptorelina. Bisogna osservare che parecchi transgender, dopo la transizione all?altro sesso, non sono sodisfatti, hanno dei problemi psichici e vogliono perciò ritornare al sesso originale.
La radicalizzazione del gender come la radice della teoria del genere
La teoria del gender ha le sue radici nella radicalizzazione del femminismo a partire dagli anni ?60 e ?70 del secolo scorso, che trovava il suo inizio negli scritti di Simone de Beauvoir (1908-1986). Essa ha scritto nel suo libro La deuxième sexe, pubblicato nel 1949, la frasi famosa: ?non si nasce come una donna, ma se la diventa (On ne naît pas femme, on le devient). Nessun destino biologico, psicologico o economico determina la figura che la femmina umana presenta nella società; lo è la civilizzazione nel suo intero che elabora questo prodotto intermediario fra il maschio e l?eunuco, qualificata come femmina.?
Nella preadolescenza non vi sono tante differenze fra il ragazzo e la ragazza. Tuttavia, dall?inizio di questa fase il ragazzo è ammesso nel mondo degli uomini, mentre la ragazza deve rimanere in quello delle donne, per cui è costretta ad assumere il ruolo sociale della donna (evidentemente, la De Beauvoir sta parlando della propria adolescenza che si svolgeva negli anni dopo la prima guerra mondiale). Dal momento in cui la ragazza matura fisicamente, la società sviluppa una certa ostilità verso di lei: la madre critica il suo corpo e la sua posizione, mentre l?interesse dei maschi nel suo corpo la fanno sentire un oggetto fisico sessuale.
Non si può non riconoscere nelle sue idee l?influsso della teoria di Sigmund Freud (1856-1939) della perversità polimorfica. Questa teoria dice che l?essere umano d?origine non abbia un orientamento sessuale, nel senso odierno di un genere, cioè che sia né eterosessuale né omosessuale, ma diventi questo per il modo in cui si sviluppano i rapporti psicologici con in suoi genitori. Quando nell?ambito di questi il bambino dirige i suoi desideri sessuali al genitore dello sesso opposto, diventerà eterosessuale. Nel caso in cui dirige i desideri sessuali al genitore dello stesso sesso, diventerà omosessuale.
Sotto l?influsso di queste idee e di altro fattori il femminismo radicalizzato è convinto che il ruolo della donna sposata come uno strumento per la procreazione e l?educazione della prole sia solo un ruolo sociale, impostole finora dalla società. Ed è pure convinto che possa e anche debba essere liberata da quello tramite la contraccezione e la riproduzione artificiale. La femminista radicale Firestone nel 1970 dice che, una volta liberate dalla ?tirannia della loro biologia riproduttiva,? le donne sarebbero messe in grado di scegliere un proprio ruolo, indipendente dal loro sesso biologico. Questa liberazione esige anche l?attacco all?unità sociale organizzata intorno alla riproduzione e la sottomissione della donna destino biologico, cioè la famiglia. La Firestone estendeva questa richiesta a quella della distruzione di tutti gli istituti che segregano i sessi l?uno dall?altro e i bambini dal mondo degli adulti, come le scuole elementari. Inoltre, aggiunge la richiesta della ?libertà di tutte le donne e tutti bambini di fare ciò vogliono sessualmente.? Dopo la rivoluzione ultima del femminismo sarebbe sorta in questo modo una nuova società nella quale ?l?umanità potrebbe ritornare alla sua sessualità polimorfica naturale ? tutte le forme di sessualità sarebbero state permesse e indulte.?
Così sorgeva dal femminismo radicale la teoria del gender. Bisogna osservare che questa teoria aveva inizio anche nell?introduzione della contraccezione ormonale a larga scala negli anni ?60 del secolo scorso, che ha reso possibile ciò che si chiama la liberazione della donna dalla sua biologia riproduttiva. Per questo fu preparata la via per lo staccamento totale del gender dal sesso biologico. Questi sviluppi sottolineano ancora una volta il carattere profetico dell?enciclica Humanae vitae di Paolo VI, in cui qualificò l?uso di contraccettivi per prevenire la procreazione un male intrinseco, cioè un atto essenzialmente cattivo. Paolo VI non prevedeva evidentemente detti sviluppi nell?anno 1968, in cui la pubblicò. Dopo, la sua enciclica è risultata, però, di avere un significato molto più ampio di solo quello che ha nel campo della procreazione. Di tutto questo testimoniano anche i tentativi del massone francese e ginecologo Pierre Simon. Il suo scopo era che l?essere umano stesso, invece di un Creatore, desse una propria forma alla sua natura e alla sua vita. Vedeva la strada per realizzarlo nella ginecologia. Una prima tappa su questa strada era per lui la diffusione più ampia possibile dei mezzi contracettivi per cambiare radicalmente il concetto della famiglia.
Judith Butler nel 1990 conclude che l?imposizione del ruolo sociale classico alla donna e quella dell?eterosessualità come la norma per vivere la sessualità da parte della società sia un elemento di un piano politico, che si fonda su una metafisica sbagliata della sostanza. Riferendo alla idea di Friedrich Nietzsche che ?non c?è un essere dietro l?agire, l?effettuare e il divenire,? la Butler dice: ?non c?è una identità di genere dietro le espressioni del genere, ma l?identità è costituita in modo performativo dalle ?proprie? espressioni, dette di esserne i risultati.? Il gender, imposto alla donna sarebbe costruito dal potere, ?parzialmente in termini di convinzioni eterosessuali e falliche.?
S?intende che nel genere preso come il ruolo sociale dell?uomo e quello della donna vi sono aspetti che sono socialmente determinati: il fatto che le donne guadagnano generalmente meno dell?uomo per lo stesso lavoro, il fatto che alla donna fino o poco tempo va non era lecito di guidare macchina in Arabia-Saudita, o che la donna sposata, anche nei Paesi Bassi, non poteva avere un proprio conto bancario o doveva dimettersi nel momento di sposarsi fino agli anni ?50. Tuttavia vi sono aspetti legati inseparabilmente al sesso biologico, come il ruolo dell?uomo e quello della donna nel matrimonio, nella famiglia, nella procreazione, come padre e madre.
La teoria del genere nella luce della visione cristiana dell?uomo
Che l?opinione pubblica accetti oggi tanto facilmente un distaccamento totale del genere dal sesso biologico è la conseguenza di un ?cocktail?, cioè in primo luogo di quello dell?iper-individualismo con la sua etica autonoma, menzionata sopra, e in secondo luogo di una particolare visione dell?uomo, oggi dominante soprattutto nel mondo anglosassone. Secondo questa la persona umana come tale è limitata ? consapevolmente of inconsapevolmente ? alla ?mente?, cioè la coscienza ragionale e il centro del volere autonomo, di fatti delle funzioni biochimiche e neurofisiologiche molto complicate nei nuclei superiori e nella corteccia del cervello. Si tratta quindi di una visione materialista dell?essere umano. Il corpo è, invece, visto come qualcosa di secondario, che non è essenziale per la persona umana. Il corpo sarebbe per la persona umana, la ?mente?, un puro mezzo per esprimersi. La ?mente? come la persona umana autonoma determina il fine e il significato del corpo, quindi anche l?identità del gender, senza dover rendersi conto del sesso biologico del corpo. Nella morale sessuale restano così due norme fondamentali: che non si deve recare danno al partner sessuale o esercitare potere su di lui.
Tuttavia, una tale visione di una autonomia quasi assoluta è incompatibile con l?esperienza che l?essere umano ha una certa libertà entro certi limiti: lui è determinato in gran parte dall?educazione da parte di parenti e insegnanti, dagli amici, dall?opinione pubblica, i mass media e i media sociali, come abbiamo osservato sopra già. L?essere umano, creato in immagine di Dio, ma non essendo Dio stesso, non ha una libertà assoluta.
Inoltre, l?essere umano non è solo la sua ?mente?, ma una unità di una dimensione spirituale e una materiale, anima e corpo. L?essere umano né è solo anima, né solo corpo, ma è ?corpore e anima unus? (Gaudium et spes, n. 14). Sia l?uomo che la donna hanno la stessa anima ? altrimenti avrebbero delle essenze diverse ? e hanno perciò la stessa dignità. La differenza fra i due sessi è quindi di carattere fisico. Tuttavia, il corpo ? gli organi riproduttivi e quelli sessuali inclusi ? non è una cosa secondaria o accessoria, ma appartiene anche all?essere della persona umana ed è quindi come la persona umana un fine in sé e non un puro mezzo, che la persona umana può usare per qualsiasi fine. Giovanni Paolo II scrive nella sua enciclica Veritatis splendor: ?Una libertà che pretende di essere assoluta finisce per trattare il corpo umano come un dato sprovvisto di significati e valori morali finché essa non l?abbia investito del suo progetto? (n. 48).
Tuttavia, il corpo umano non è un dato bruto ma, appartenendo all?essere della persona umana, ha i suoi fini e significati che questa stessa non può cambiare. L?uomo e la donna non sono due specie diverse, ma rappresentano due partecipazioni diverse e mutuamente complementari nella stessa natura umana. Questa complementarietà non concerne una differenza di perfezione o rango, ma il loro ruolo reciproco nella procreazione. Né l?uomo solo né la donna sola è in grado di procreare. Lo possono fare soltanto insieme: la moglie dona la paternità al marito e il marito la maternità alla moglie.
La complementarietà non si limita al campo del matrimonio e della procreazione, ma concerne anche le differenze biopsichiche nel loro rapporto di sposi e nei loro rapporti verso persone terze e tutta la società. Il maschio ha una tendenza di concentrarsi sulla razionalità, ha un mondo interiore piuttosto astratto, esprime in genere meno facilmente i sentimenti e ha una preferenza per l?avventura e l?esperimento. La femmina, invece, si dirige soprattutto alle cose concrete, ha una intuizione più forte, esprime più facilmente i sentimenti ed è in genere più premurosa. Mediante la loro complementarità, che non esclude né l?uno né l?altro da diversi settori sociali si completano a vicenda nella famiglia, nella vita sociale e quella professionale. Anche i maschi e le femmine non sposati contribuiscono con i loro talenti alla vita personale e sociale secondo la loro complementarità fuori del campo del matrimonio e della procreazione.
Giovanni Paolo II ha arricchito tutto questa dalla prospettiva teologica mediante la sua teologia del corpo. Il primo capitolo del libro della Genesi associa la divisione dell?essere umano in due sessi biologici diversi direttamente al suo essere creato in immagine di Dio: ?Dio creò l?uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò? (Gen. 1,27).
A questo segue subito il comando di Dio all?uomo e alla donna di procreare e di sviluppare il creato come amministratori: ?Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra? (Gen. 1,28).
Giovanni Paolo II combina questo nella sua catechesi sulla teologia del corpo con la sua esegesi del secondo capitolo della Genesi, in cui il matrimonio è descritto come la comunione più intensa di due persone umane: ?Per questo l?uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un?unica carne? (Gen. 2, 24).
C?è un unico Dio in tre Persone. Dio è in sé stesso una comunità di tre Persone, che differiscono a vicenda nei loro mutui rapporti, si amano e si donano a vicenda totalmente. Qualcosa dell??unita della Trinità? è rispecchiata analogicamente nella comunità di persone più intima che c?è, cioè il matrimonio, in cui l?uomo e la donna, ambedue esseri umani, ma mutuamente complementari, si amano e si donano totalmente a vicenda, cioè al livello spirituale, a quello affettivo e a quello fisico, (Mulieris dignitatem n. 7; Familiaris consortio n. 11).
Inoltre, Giovanni Paolo II osserva un?analogia fra l?eterno generare del Figlio dal Padre e quello dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio da una parte e il generare umano dall?altro. Il mutuo dono totale dell?uomo e della donna nel matrimonio diventa fecondo nella generazione (e nell?educazione) di nuove persone umane. Il generare in Dio, pur completamente divino e spirituale, è il modello assoluto per il generare umano, che è ?proprio dell?«unità dei due»? (Mulieris dignitatem n. 8). Sia l?essere umano in due sessi biologici, sia il generare umano sono stati creati in immagine di Dio. Gli aspetti essenziali del genere mascolino e quello femmineo, l?essere sposi, padre e madre e i sessi biologici umani sono quindi ancorate ugualmente nell?essere creato in immagine di Dio e fanno parte dell?ordine della creazione.
Simone de Beauvoir e i femministi radicali cercano il disprezzo della donna come oggetto di piaceri carnali e di sottopressione e come madre, un essere destinata in modo piuttosto funzionale per la riproduzione e l?educazione, in un ruolo, un genere, che la società l?avrebbe imposto. Giovanni Paolo II, invece, cerca la fonte del disprezzo della donna nel peccato originale, che ha offuscato l?essere stato creato in immagine di Dio sia nell?uomo che nella donna, ma con delle conseguenze più gravi per l?ultima. Perciò Dio dice alla donna dopo la caduta nel peccato: ?Verso il tuo marito sarà il suo istinto, ma egli ti dominerà? (Gen. 3,16).
Per questo Giovanni Paolo II raccomanda come rimedio contro la discriminazione e il disprezzo della donna, osservabili in modo diverso lungo la storia dell?umanità la conversione al riconoscimento che sia l? uomo che la donna sono in primo luogo esseri umani con la stessa dignità, ambedue creati in immagine di Dio. E raccomanda anche la conversione al riconoscimento che la loro mutua complementarità come conseguenza delle loro differenze biologiche, inclusi gli aspetti essenziali del loro genere, sono radicati nel loro essere.
Conseguenze della teoria del genere per la proclamazione della fede cristiana
La teoria del gender ha delle conseguenze gravi per la proclamazione delle fede cristiana.
In primo luogo, la teoria del gender per il distaccamento quasi totale del genere dal sesso biologico, contradice radicalmente l?insegnamento della Chiesa che il rapporto sessuale ha il suo posto solo fra un uomo e la donna dentro il matrimonio e deve essere sempre aperto alla procreazione. Al contrario, la teoria del gender implica una libera scelta del genere indipendentemente dal sesso biologico e accetta anche l?attività sessuale che gli conviene, anche se fuori del matrimonio e non aperto alla procreazione, come quella fra persone delle stesso sesso. Inoltre, promuove il cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso biologico e trova moralmente accettabile che questi abbiano dei figli per adozione. Accetta anche rapporti sessuali extraconiugali, la maternità surrogata e la riproduzione artificiale. Inoltre, la riassegnazione del sesso biologico nel transessuale implica pure una sterilizzazione.
In secondo luogo, la teoria di genere, avendo le sue origine nel femminismo radicalizzato, promuove la legittimazione dell?aborto procurato ? sotto i termini eufemistici dei diritti sessuali e riproduttivi ? per prevenire che una donna, involontariamente incinta, sia costretta ad assumersi il ruolo di madre, visto come un ruolo impostole nel passato della società occidentale e ancora oggi in molti paesi nel mondo alla donna.
In terzo luogo, la teoria del gender impedisce la proclamazione della fede cristiana di per sé, minando i ruoli del padre, della madre, degli sposi, del matrimonio e del rapporto fra figli e genitori. Dobbiamo rendersi conto che la Sacra Scrittura, la Tradizione e il Magistero della Chiesa e di seguito anche la teologia cattolica usano l?analogia fra i rapporti fra le tre Persone in Dio e il generare divino da una parte e il matrimonio e il generare umano dall?altra parte per proclamare la fede cristiana. Il togliere o cambiare i significati del padre, della madre, del matrimonio, della paternità e della maternità rende difficile di annunziare la fede in un Dio in tre Persone, il Dio Padre, Cristo come il Figlio del Dio Padre, fattosi uomo, e Maria come la sposa dello Spirito Santo. Nella Rivelazione Dio si identifica come Padre e lo sposo del suo popolo d?Israele. Minando i significati dello sposo e della sposa, si mina la possibilità di annunciarlo. Così si reco danno anche all?analogia fra il rapporto fra Cristo e la Chiesa da una parte ed il rapporto fra lo sposo e la sposa dall?altra parte (Ef. 5,21-33). Fra l?altro su questa analogia si fonda il fatto che il prete, rappresentando Cristo di persona e avendo perciò la Chiesa come sposa, deve essere un uomo. Il distaccare il gender dal sesso biologico renderebbe di per sé irrilevante, se il prete sia un maschio o una femmina.
Il mostrare gli sbagli della teoria del gender è una cosa molto urgente, perché con questa non è in gioco solo la morale sessuale, ma perfino la proclamazione della fede cristiana di per sé.
___
Fonte: [https:]
L'articolo Il card. Eijk accusa la teoria del gender proviene da Totus Tuus Network.
]]>buongiorno e benvenuti. Saluto il Cardinale Farrell e lo ringrazio per le sue parole di introduzione. Saluto i partecipanti al Convegno internazionale ?Yes to Life! Prendersi cura del prezioso dono della vita nella fragilità?, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e dalla Fondazione ?Il Cuore in una Goccia?, una delle realtà che nel mondo si adoperano ogni giorno per accogliere alla nascita bambini in condizioni di estrema fragilità. Bambini che, in taluni casi, la cultura dello scarto definisce ?incompatibili con la vita?, e così condannati a morte.
Ma nessun essere umano può essere mai incompatibile con la vita, né per la sua età, né per le sue condizioni di salute, né per la qualità della sua esistenza. Ogni bambino che si annuncia nel grembo di una donna è un dono, che cambia la storia di una famiglia: di un padre e di una madre, dei nonni e dei fratellini. E questo bimbo ha bisogno di essere accolto, amato e curato. Sempre! Anche quando piangono, come quello [applausi]. Forse qualcuno potrà pensare: ?Ma, fa rumore?portiamolo via?. No: questa è una musica che tutti noi dobbiamo ascoltare. E dirò che ha sentito gli applausi e si è accorto che erano per lui. Bisogna ascoltare sempre, anche quando il bambino ci dà un po? fastidio; anche in chiesa: che piangano i bambini in chiesa! Lodano Dio. Mai, mai cacciare via un bambino perché piange. Grazie per la testimonianza.
Quando una donna scopre di aspettare un bambino, si muove immediatamente in lei un senso di mistero profondo. Le donne che sono mamme lo sanno. La consapevolezza di una presenza, che cresce dentro di lei, pervade tutto il suo essere, rendendola non più solo donna, ma madre. Tra lei e il bambino si instaura fin da subito un intenso dialogo incrociato, che la scienza chiama cross-talk. Una relazione reale e intensa tra due esseri umani, che comunicano tra loro fin dai primi istanti del concepimento per favorire un reciproco adattamento, man mano che il piccolo cresce e si sviluppa. Questa capacità comunicativa non è solo della donna, ma soprattutto del bimbo, che nella sua individualità provvede ad inviare messaggi per rivelare la sua presenza e i suoi bisogni alla madre. È così che questo nuovo essere umano diventa subito un figlio, muovendo la donna con tutto il suo essere a protendersi verso di lui.
Oggi, le moderne tecniche di diagnosi prenatale sono in grado di scoprire fin dalle prime settimane la presenza di malformazioni e patologie, che a volte possono mettere in serio pericolo la vita del bambino e la serenità della donna. Il solo sospetto della patologia, ma ancor più la certezza della malattia, cambiano il vissuto della gravidanza, gettando le donne e le coppie in uno sconforto profondo. Il senso di solitudine, di impotenza, e la paura della sofferenza del bambino e della famiglia intera emergono come un grido silenzioso, un richiamo di aiuto nel buio di una malattia, della quale nessuno sa predire l?esito certo. Perché l?evoluzione di ogni malattia è sempre soggettiva e nemmeno i medici spesso sanno come si manifesterà nel singolo individuo.
Eppure, c?è una cosa che la medicina sa bene: i bambini, fin dal grembo materno, se presentano condizioni patologiche, sono piccoli pazienti, che non di rado si possono curare con interventi farmacologici, chirurgici e assistenziali straordinari, capaci ormai di ridurre quel terribile divario tra possibilità diagnostiche e terapeutiche, che da anni costituisce una delle cause dell?aborto volontario e dell?abbandono assistenziale alla nascita di tanti bambini con gravi patologie. Le terapie fetali, da un lato, e gli Hospice Perinatali, dall?altro, ottengono risultati sorprendenti in termini clinico-assistenziali e forniscono un essenziale supporto alle famiglie che accolgono la nascita di un figlio malato.
Tali possibilità e conoscenze devono essere messe a disposizione di tutti per diffondere un approccio scientifico e pastorale di accompagnamento competente. Per questo, è indispensabile che i medici abbiano ben chiaro non solo l?obiettivo della guarigione, ma il valore sacro della vita umana, la cui tutela resta il fine ultimo della pratica medica. La professione medica è una missione, una vocazione alla vita, ed è importante che i medici siano consapevoli di essere essi stessi un dono per le famiglie che vengono loro affidate: medici capaci di entrare in relazione, di farsi carico delle vite altrui, proattivi di fronte al dolore, capaci di tranquillizzare, di impegnarsi a trovare sempre soluzioni rispettose della dignità di ogni vita umana.
In tal senso, il confort care perinatale è una modalità di cura che umanizza la medicina, perché muove ad una relazione responsabile con il bambino malato, che viene accompagnato dagli operatori e dalla sua famiglia in un percorso assistenziale integrato, che non lo abbandona mai, facendogli sentire calore umano e amore.
Tutto ciò si rivela necessario specialmente nei confronti di quei bambini che, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, sono destinati a morire subito dopo il parto, o a breve distanza di tempo. In questi casi, la cura potrebbe sembrare un inutile impiego di risorse e un?ulteriore sofferenza per i genitori. Ma uno sguardo attento sa cogliere il significato autentico di questo sforzo, volto a portare a compimento l?amore di una famiglia. Prendersi cura di questi bambini aiuta, infatti, i genitori ad elaborare il lutto e a concepirlo non solo come perdita, ma come tappa di un cammino percorso insieme. Quel bambino resterà nella loro vita per sempre. Ed essi lo avranno potuto amare. Tante volte, quelle poche ore in cui una mamma può cullare il suo bambino lasciano una traccia nel cuore di quella donna, che non lo dimentica mai. E lei si sente ? permettetemi la parola ? realizzata. Si sente mamma.
Purtroppo la cultura oggi dominante non promuove questo approccio: a livello sociale il timore e l?ostilità nei confronti della disabilità inducono spesso alla scelta dell?aborto, configurandolo come pratica di ?prevenzione?. Ma l?insegnamento della Chiesa su questo punto è chiaro: la vita umana è sacra e inviolabile e l?utilizzo della diagnosi prenatale per finalità selettive va scoraggiato con forza, perché espressione di una disumana mentalità eugenetica, che sottrae alle famiglie la possibilità di accogliere, abbracciare e amare i loro bambini più deboli.
Delle volte noi sentiamo: ?Voi cattolici non accettate l?aborto, è il problema della vostra fede?. No: è un problema pre-religioso. La fede non c’entra. Viene dopo, ma non c’entra: è un problema umano. È un problema pre-religioso. Non carichiamo sulla fede una cosa che non le compete dall?inizio. È un problema umano. Soltanto due frasi ci aiuteranno a capire bene questo: due domande. Prima domanda: è lecito eliminare una vita umana per risolvere un problema? Seconda domanda: è lecito affittare un sicario per risolvere un problema? A voi la risposta. Questo è il punto. Non andare sul religioso su una cosa che riguarda l?umano. Non è lecito. Mai, mai eliminare una vita umana né affittare un sicario per risolvere un problema.
L?aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano. Piuttosto sono la paura della malattia e la solitudine a far esitare i genitori. Le difficoltà di ordine pratico, umano e spirituale sono innegabili, ma proprio per questo azioni pastorali più incisive sono urgenti e necessarie per sostenere coloro che accolgono dei figli malati. Bisogna, cioè, creare spazi, luoghi e ?reti d?amore? ai quali le coppie si possano rivolgere, come pure dedicare tempo all?accompagnamento di queste famiglie. A me viene in mente una storia che io ho conosciuto nella mia altra Diocesi. C?era una ragazzina di 15 anni down che è rimasta incinta e i genitori erano andati dal giudice per chiedere il permesso di abortire. Il giudice, un uomo retto sul serio, ha studiato la cosa e ha detto: ?Voglio interrogare la bambina?. ?Ma è down, non capisce?? ?No no, che venga?. È andata la ragazzina quindicenne, si è seduta lì, ha incominciato a parlare con il giudice e lui le ha detto: ?Ma tu sai cosa ti succede?? ?Sì, sono malata?? ?Ah, e com?è la tua malattia?? ?mi hanno detto che ho dentro un animale che mi mangia lo stomaco, e per questo devono fare un intervento? ?No? tu non hai un verme che ti mangia lo stomaco. Tu sai cos?hai lì? Un bambino!? E la ragazza down ha fatto: ?Oh, che bello!?: così. Con questo, il giudice non ha autorizzato l?aborto. La mamma lo vuole. Sono passati gli anni. È nata una bambina. Ha studiato, è cresciuta, è diventata avvocato. Quella bambina, dal momento che ha capito la sua storia perché gliel?hanno raccontata, ogni giorno di compleanno chiamava il giudice per ringraziarlo per il dono della nascita. Le cose della vita. Il giudice è morto e adesso lei è diventata promotore di giustizia. Ma guarda che cosa bella! L?aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano.
Grazie, dunque, a tutti voi che lavorate per questo. E grazie, in particolare, a voi famiglie, mamme e papà, che avete accolto la vita fragile ? la parola fragilità va sottolineata ? perché le mamme, e anche le donne, sono specialista in fragilità: accogliere la vita fragile; e che ora siete di sostegno e aiuto per altre famiglie. La vostra testimonianza d?amore è un dono per il mondo. Vi benedico e vi porto nella mia preghiera. E vi chiedo per favore di pregare per me.
Grazie!
Fonte: [w2.vatican.va]
L'articolo Aborto: Papa Francesco spiazza i vescovi tiepidi e i falsi pro-life proviene da Totus Tuus Network.
]]>Alla fine del mese scorso si è svolto in Vaticano il XXX Corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica. I lavori sono stati aperti dalla lectio magistralis del cardinale Mauro Piacenza imperniata sull?ecologia dell?anima. Il card. penitenziere maggiore, rievocando le parole del papa emerito, ha affermato: ?In questo nostro tempo, nel quale in maniera sempre più ampia ed evidente, da più parti, viene posto al centro del dibattito pubblico, anche ecclesiale, l?urgente tema dell?ecologia, penso sia molto conveniente che la Penitenzieria Apostolica intervenga su ciò di cui forse nessuno osa parlare: l?ecologia dell?anima, che altro non è se non un aspetto essenziale della più ampia ecologia dell?uomo?.
L?unico rimedio all?adeguamento al male dell?uomo contemporaneo va rintracciato nella purificazione: questo è il cuore dell?intervento del cardinal Piacenza che se l?è presa, quindi, con una tentazione diffusa anche in molti teologi moderni, quella di ?abolire? il peccato. ?L?uomo contemporaneo – ha scritto il porporato – che ha eliminato o ha comunque archiviato il problema di Dio, non parla più di ?peccato?, ma di ?errore?, compiendo in tal modo una duplice, suicida operazione; da un lato, infatti, egli attribuisce unicamente a se stesso la responsabilità dei propri atti negativi, escludendo l?esistenza di un peccato originale e la conseguente inclinazione al male, alla quale siamo chiamati a resistere, ma che siamo chiamati umilmente a riconoscere; dall?altro, escludendo la presenza e l?aiuto di Dio e della sua grazia, l?uomo contemporaneo si auto-condanna a una drammatica solitudine nel proprio male?.
Per Piacenza la volontà di eliminare il peccato persino nel linguaggio comune sarebbe collegata a quella di emarginare Dio nella società. E mette in guardia, quindi, dalla coerenza concepita come unico criterio di giudizio dell?agire umano al posto dell?obbedienza alla verità e al bene.
L?intervento del penitenziere maggiore si è poi soffermato a sottolineare l?importanza (troppo trascurata oggi) del sacramento della Riconciliazione e i doveri a cui sono chiamati i sacerdoti: ?Ogni singola assoluzione sacramentale costituisce il più grande contributo che si possa dare all?ecologia umana, all?ecologia dell?anima e, attraverso di esse, all?ecologia del mondo e dell?universo?, ha affermato il porporato, concludendo con un appello sferzante: ?Volete essere davvero preti moderni ed ecologisti? State di più in confessionale!?.
Il Corso sul foro interno ha ospitato relazioni su temi di stretta attualità nella vita ecclesiale. Padre Ambrogio Nguyên Van Si, ad esempio, ha parlato dell?accesso ai sacramenti dei divorziati risposati. Il presidente del Collegio dei Penitenzieri Lateranensi ha specificato che il divieto non deve essere interpretato come una condanna, né come un giudizio sulle coscienze ?dove solo Dio vede?. Queste persone non devono essere escluse dalla vita della Chiesa, ha scritto il religioso, e devono poter fare cammini di fede che ?li rendano partecipi e attivi nella comunità ecclesiale? ma ?ciò non significa però lasciare tutto al giudizio e alle decisioni private o individualistiche; al contrario tutti devono confrontarsi con l?insegnamento della Chiesa?.
Padre Ambrogio Nguyên Van Si ha fornito, poi, l’interpretazione dell?ottavo capitolo dell?Amoris Lætitia: «La dottrina sul matrimonio indissolubile non cambia, ma cambia l?impostazione pastorale centrata sul primato della persona e sulla logica ?della misericordia e dell?integrazione?». Secondo Nguyên Van Si, «il Papa usa il condizionale, dunque non dice che bisogna ammettere ai sacramenti, sebbene non lo escluda in alcuni casi e ad alcune condizioni. Non vi è quindi nessuno automatismo e l?accesso ai sacramenti, che non è un diritto da rivendicare, va garantito in alcuni casi sulla base di una visione misericordiosa e indulgente verso le fragilità umane». Il presidente del Collegio dei Penitenzieri Lateranensi ha sostenuto che «non c?è un ?permesso? generalizzato, ma si lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento caso per caso dopo un rigoroso discernimento anche nel caso che i divorziati risposati non vivano in continenza, cioè non si comportino come fratello e sorella». Va ricordato tuttavia che per i ?divorziati risposati?, ove per gravi motivi (come l?educazione dei figli) non possano separarsi, proprio la condizione di vivere come fratello e sorella rimane necessaria per poter accedere validamente al sacramento della Comunione, secondo l?insegnamento di sempre ribadito nella Familiaris Consortio di san Giovanni Paolo II (FC 84).
Nico Spuntoni, per [www.lanuovabq.it]
L'articolo Card. Piacenza: La vera ecologia per preti? Stare di più in confessionale proviene da Totus Tuus Network.
]]>In vista delle prossime elezioni in Bolivia, il presidente ?onnipotente? Evo Morales ottiene un importante endorsement pubblico dal più alto rappresentante della Chiesa del Paese andino: il cardinale Toribio Ticona, che ha ricevuto la berretta rossa da Papa Francesco da meno di un anno, è infatti sceso in strada con il presidente cocalero per partecipare a un congresso di un?associazione di donne campesinas.
La cosa però ha destato grande imbarazzo proprio presso la Conferenza episcopale boliviana che ha dovuto prendere le distanze definendo la discesa in campo di Toribio Ticona come ?un?iniziativa personale?.
Di più non poteva proprio fare il presidente dei vescovi boliviani Eugenio Scarpellini anche perché il cardinal Toribio Ticona Porco è definito con quell?aura di marchio indelebile come un ?amico di Papa Francesco? con questo ?imprimatur? di solito i media tendono a far passare qualunque stramberia.
In questo caso è davvero curioso che un cardinale, l?ecclesiastico più alto in grado del Paese, scenda palesemente in campo per la rielezione del contestatissimo presidente Morales. I due hanno partecipato a Cochabamba all?evento politico-sindacale-elettorale e Toribio ne ha approfittato anche per un endorsement pubblico chiamandolo ?fratello?: ?Dobbiamo sempre andare avanti con il presidente Morales. Anche ora, che si avvicinano le elezioni, con le parole e con i fatti?.
E il presidente? Ha incassato tutto contento ringraziando a sua volta per la presenza e le belle parole.
Non male come siparietto, che di fatto, non fa altro che aumentare i dubbi sull?integrità morale di un cardinale su cui, fin dal giorno della sua nomina in Concistoro, sono iniziati ad aleggiare pesanti sospetti: noto è infatti che Toribio Ticona Porco sia chiaccheratissimo come ?marito? e papà. La notizia, emersa quando ha ricevuto la berretta rossa, pur essendo stata definita dal Vaticano come ?fake news? in realtà per i detrattori non è stata smentita con sufficiente chiarezza. E i dubbi restano.
Ora, questo nuovo episodio, contribuisce a minarne la credibilità. E questo la conferenza episcopale lo sa bene dato che subito dopo la notizia, i leader dell?opposizione al presidente cocalero hanno protestato per questa pesante interferenza nella vita politica di un ecclesiastico di rango.
Così la Conferenza Episcopale ha dovuto emettere un comunicato stampa in cui ha preso le distanze. Ha parlato di iniziativa personale ?che non rappresenta in alcun modo la posizione della Chiesa?.
L?Arcivescovo Scarpellini ha anche aggiunto che Toribio Porco ?ha partecipato ad un evento pubblico, ma quando fa una dichiarazione non rimarca nelle sue parole il parere di una conferenza episcopale. Ancor meno della Chiesa come se la Chiesa parlasse attraverso di lui. Quando fa una dichiarazione politica o è una dichiarazione a nome della Conferenza come stiamo facendo in questa occasione o è a titolo personale. La rispettiamo, ovviamente, ma è a titolo personale?.
Dunque, ricapitolando: in Bolivia hanno un solo cardinale e questi è chiacchierato per la sua vita famigliare, è sponsor del presidente cocalero e quando parla di politica parla a titolo personale e non a nome della Chiesa, che prende le distanze da lui.
Misteri del Latinoamerica.
Andrea Zambrano, per [www.iltimone.org]
Fonte : [www.cambio.bo] – https://issuu.com/cambio2020/docs/edicio_n_22-05-18
L'articolo Un cardinale sostiene il socialismo. Ma la Chiesa lo isola. proviene da Totus Tuus Network.
]]>—–
Papa Francesco si compiace della profonda analisi di Benedetto XVI sulle ragioni della crisi degli abusi nella Chiesa, e ringrazia il suo predecessore per aver sottolineato le conclusioni che devono trarre coloro che occupano posizioni di responsabilità. Benedetto XVI ha una ricca esperienza su questi temi: dal suo ministero di sacerdote (dal 1953), come professore di teologia (1957), come vescovo (1976), come prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede sotto il pontificato di Giovanni Paolo II (1981-2005), e come papa (2005-2013).
Nella Chiesa, lo strumento cruciale contro gli abusi sessuali è il Motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela (2001). Questa legge risale a Giovanni Paolo II e a Joseph Ratzinger, dimostrando che Benedetto è stato ed è la figura più importante nella lotta della Chiesa contro questa crisi. Egli ha la più ampia visione e la più profonda comprensione di questo problema, delle sue cause e della sua storia. Egli è in una posizione migliore di tutti i ciechi che vogliono condurre altri ciechi, non i veri ciechi sui quali Gesù ha misericordia, ma coloro contro cui mette in guardia perché vedono e non vogliono vedere (cfr Lc 6,39; Mt 13,13).
A 92 anni, Benedetto XVI è capace di una riflessione teologica più profonda dei suoi critici, che non hanno rispetto e sono ideologicamente accecati. Egli è in grado di avvicinarsi alla fonte del fuoco che ha acceso il tetto della Chiesa. Anche il catastrofico incendio di Parigi, in una delle più venerabili case di Dio della cristianità, ha un significato simbolico: Ci fa apprezzare ancora una volta il lavoro dei buoni vigili del fuoco, invece di incolparli per i danni causati dall?acqua nel corso dello spegnimento delle fiamme. La ricostruzione e il rinnovamento di tutta la Chiesa può avere successo in Cristo ? se ci orientiamo con l?insegnamento della Chiesa sulla fede e sulla morale.
La recente assemblea dei capi delle conferenze episcopali a Roma (21-24 febbraio 2019) avrebbe dovuto segnare l?inizio di un cammino verso le radici del male dell?abuso. Solo se arriviamo a queste radici la Chiesa in Gesù può riacquistare credibilità come sacramento di redenzione per il mondo, e comunicare ancora una volta la fede che porta la salvezza che ci unisce a Dio. Purtroppo, le conclusioni pratiche tratte da questa assemblea non sono state ancora rese pubbliche, per cui la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti non può ancora mettere in pratica le misure che sono tenute in sospeso.
I resoconti sulle esperienze delle vittime che hanno subito abusi da parte di persone consacrate hanno scosso i partecipanti all?assemblea. Ma anche le analisi generalizzate e non impegnative di alcuni dei relatori ufficiali sono state dolorose. Questa è stata certamente una conseguenza del fatto che l?assemblea non ha permesso ad alcuni dei cardinali più competenti di parlare, come il cardinale Seán O?Malley, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, o il cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Ogni processo canonico nei casi di gravi delitti sessuali è costituito da centinaia di pagine di materiale dalle fonti. Questo produce una conoscenza empirica dei modelli d?azione, che permette di trarre conclusioni sul profilo degli autori e sulle circostanze tipiche. Al contrario, spiegare il fenomeno come ?clericalismo? o ?pressione sessuale causata dal celibato che si scarica sui bambini?, come legato alla ?costituzione gerarchica della Chiesa? e alla ?sacralità del sacerdozio?, significa usare parole d?ordine, modelli prefabbricati che hanno origine in un orizzonte ristretto dall?ideologia. Tali spiegazioni minano la tolleranza zero come unica politica corretta. L?abuso sessuale di adolescenti o anche di seminaristi adulti non può essere tollerato in nessuna circostanza, anche se l?autore del reato vuole scusarsi indicando il mutuo consenso tra adulti. Solo una rigorosa osservanza della disciplina ecclesiastica e sanzioni severe possono scoraggiare i potenziali autori e dare alla vittima la sensazione che la giustizia sia stata ristabilita.
L?accusa di ?clericalismo? può essere facilmente rivolta ad altri, ma ironicamente molti di coloro che la usano per attaccare gli altri ne sono essi stessi responsabili: Chiunque come vescovo esige che i suoi chierici distribuiscano la Santa Comunione a persone non in piena comunione con la fede della Chiesa, o a coloro che hanno bisogno di essere assolti dal peccato grave attraverso la penitenza prima di potersi avvicinare alla comunione, è egli stesso iper-clericale. Egli abusa dell?autorità conferitagli da Cristo per costringere gli altri ad agire contro i comandamenti di Cristo, anche minacciando sanzioni ecclesiali. In questi casi, la regola apostolica ? ?dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini? ? vale anche nella Chiesa (Atti 5,29; cfr. la dichiarazione dei vescovi tedeschi del 1875 contro l?ingerenza della Prussia nelle questioni ecclesiali, DH 3115).
Tutti i tentativi intelligenti ma vani di far dipendere i singoli reati da disposizioni generali mancano di basi empiriche: I crimini non hanno origine nella struttura sacramentale della Chiesa, ma la contraddicono. Tutti coloro che lo affermano rivelano solo la propria incapacità e riluttanza a discutere onestamente il contributo e le proposte di Benedetto su questo tema esplosivo. Alcuni ideologi hanno messo in mostra la loro debole moralità e il loro intelletto, e hanno persino potuto riversare il loro odio e disprezzo su una piattaforma (qui si riferisce al portale web, ndr) finanziata dalla Conferenza Episcopale Tedesca. Contro la loro volontà, questi autori offrono maggiori prove a sostegno della diagnosi di Benedetto che un tipo di teologia morale, che per molto tempo non è stata cattolica, è crollata.
L?accusa più tristemente nota è l?affermazione che Benedetto avrebbe ostacolato la lotta di Papa Francesco contro gli abusi ? anche se Francesco non sta facendo, e non può fare altro che continuare [ad attuare] le misure adottate dal suo predecessore, e proteggere se stesso e la Congregazione per la Dottrina della Fede contro i perniciosi tentativi di tutti coloro che vogliono minimizzare e nascondere. Benedetto, che dice la verità, non contribuisce a uno scisma, ma lo fanno tutti coloro che reprimono la verità e si nascondono dietro la verbosità psicosociale. Chi, sulle spalle di giovani vittime di crimini sessuali, cerca di sostituire l?insegnamento morale della Chiesa, fondato sulla legge naturale e sulla rivelazione divina, con una morale sessuale autoprodotta secondo il principio del piacere egoistico degli anni Settanta, non solo crea eresia e scisma, ma favorisce apertamente l?apostasia.
Le violazioni dei comandamenti di Dio si sono sempre verificate. Ma la serie di crimini sessuali tra il 1960 e il 1980, commessi da sacerdoti che attraverso l?ordinazione insegnano, governano come pastori e santificano i fedeli nella persona di Cristo (Vaticano II, Presbyterorum ordinis 2), è particolarmente grave. Tali misfatti, al di là del danno causato dai crimini sessuali, danneggiano profondamente la credibilità di tutta la Chiesa e mettono in pericolo la fede delle vittime in Dio e la loro fiducia naturale nei ministri di Cristo. Molti di questi criminali non avevano senso di colpa, e non conoscevano o rifiutavano direttamente l?insegnamento secondo cui gli atti sessuali con adolescenti, o con persone adulte al di fuori del matrimonio, sono moralmente riprovevoli. Chi ha deformato la loro coscienza a tal punto da non saper più quali sono i gravi peccati per cui ?né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali ?. erediteranno il regno di Dio? (1 Cor 6,9)?
Lo scandalo raggiunge il suo apice quando la colpa non è attribuita a coloro che infrangono i Comandamenti di Dio, ma i Comandamenti stessi sono resi responsabili della loro trasgressione: La causa del peccato diventa Dio, che ci sta presumibilmente sovraccaricando. Naturalmente, nessuno lo dice direttamente così, ma la Chiesa è accusata di interpretare i comandamenti di Dio in modo obsoleto. Pertanto, si dice, ora dobbiamo inventare (o, come dice il linguaggio eufemistico, ?svilupparci ulteriormente?, cioè ?falsificare?) una nuova morale sessuale che concordi con le scoperte delle moderne scienze umane, la quale morale ?filantropicamente? lascia intatta la realtà fattuale della vita delle persone. Nel fare tali proposte, ciò che è altrimenti facilmente ammesso è convenientemente dimenticato: Vale a dire, che la scienza empirica ?oggettiva? senza presupposizioni non esiste, e che l?antropologia di fondo influenza sempre il modo in cui vengono interpretati i dati della ricerca. La morale consiste nel distinguere il bene e il male. L?adulterio può essere buono solo perché una società scristianizzata la pensa in modo diverso da quello che dice il Sesto Comandamento?
Quando Paolo dice che, come conseguenza della negazione del creatore e del disprezzo dei peccatori per Dio, ?Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento.? (Rm 1,27), egli intende ciò di cui sta evidentemente parlando. Come fanno gli esegeti a sapere che dietro l?ovvio significato di queste parole, si intende qualcos?altro, anche il totale contrario? Negli atti immorali, specialmente contro l?amore matrimoniale e la sua fecondità, Paolo rileva una negazione di Dio, perché la volontà del creatore non è riconosciuta come la misura del nostro fare del bene. Per la vita della Chiesa, questo ha un?altra importante conseguenza: Possiamo solo ammettere all?ordinazione candidati che possiedono anche i requisiti naturali, sono intellettualmente e moralmente capaci, e mostrano la disponibilità spirituale a darsi totalmente al servizio del Signore.
Come sottolinea giustamente Benedetto XVI, possiamo allontanarci dalle false vie solo se comprendiamo la sessualità maschile e femminile come dono di Dio, che non serve al piacere narcisistico ma ha il suo vero scopo nell?amore tra coniugi e nella responsabilità per una famiglia. Solo nel più ampio contesto di Eros e Agape la sessualità ha il potere di costruire la persona umana, la Chiesa e lo Stato. Altrimenti genera la distruzione. Solo un punto di vista materialista e ateo vede la rinuncia volontaria al matrimonio nel celibato sacerdotale e nella vita religiosa come causa di crimini sessuali contro gli adolescenti. Non vi è alcuna prova di ciò; i dati statistici sugli abusi sessuali dicono il contrario.
Il punto di vista ateo emerge anche nelle argomentazioni di chi biasima i crimini di abuso sulla base di un ?clericalismo? inventato o sulla base della struttura sacramentale della Chiesa. Nella terminologia teologica, il ?clero? deriva dalla ?partecipazione nel ministero? (Atti 1,17) che Matthias ricevette quando fu eletto all?ufficio apostolico, che come servitore della Parola (Lc 1,2; Atti 6,4) doveva esercitare nell’?episcopato? (Atti 1,20) e come ?pastore? (1 Pietro 5,2). Vescovi e sacerdoti non sono ordinati come ?ufficiali? (con stipendio stabile e pensione statale), ma come ministri di Cristo nella predicazione, come amministratori dei misteri nella divina liturgia e nei sacramenti, e per il servizio con il Buon Pastore che dà la sua vita per le pecore. C?è una profonda unità tra il clero e tutti i battezzati nella missione comune della Chiesa. I fedeli laici non devono vedere il clero come funzionari con poteri fissi che invidiano per i ?privilegi clericali? che vogliono rivendicare per se stessi.
Tale pensiero è possibile solo in una Chiesa secolarizzata, che è certamente destinata alla perdizione in ogni Paese in cui tale ideologia viene a dominare. Invece di circondarci di consulenti mediatici, e di chiedere aiuto per il futuro della Chiesa ai consiglieri economici, tutti noi ? clero, religiosi e fedeli laici, specialmente i coniugati ? dobbiamo concentrarci nuovamente sull?origine e il centro della nostra fede: il Dio trinitario, l?incarnazione di Cristo, l?effusione dello Spirito Santo, la vicinanza a Dio nella Santa Eucaristia e nella frequente confessione, la preghiera quotidiana e la disponibilità a farsi guidare nella nostra vita morale dalla grazia di Dio. Nient?altro offre la via d?uscita dalla crisi attuale della fede e della morale per un buon futuro.
Fonte: [https:]
L'articolo Card. Müller: Chi propone una morale sessuale autoprodotta, da anni ?70, crea eresia, scisma e apostasia proviene da Totus Tuus Network.
]]>