Sulla stessa linea le affermazioni dell?arcivescovo metropolita di Armagh (la diocesi fondata da san Patrizio), Eamon Martin.
L?1 gennaio la Chiesa cattolica ha celebrato la Divina Maternità di Maria, la donna che con il suo sì ha dato alla luce il divin Bambino venuto nel mondo per offrirci la salvezza e liberarci dal potere di Satana.
Sempre l?1 gennaio, in Irlanda, Paese dalla grandissima ma oggi perlopiù smarrita tradizione cristiana, è entrata formalmente in vigore una delle leggi sull?aborto più radicali al mondo, che consentirà per qualsiasi motivo l?uccisione dei bambini fino a 12 settimane di gravidanza, termine estendibile in altri casi (pericolo per la salute fisica e mentale della donna, fattispecie soggetta a valutazioni fortemente arbitrarie) fino a quando il bambino non ha raggiunto la capacità di vivere autonomamente fuori dal grembo materno (il che avviene, in base all?esperienza medica, dopo 21-24 settimane).
Davanti alle pressioni dei politici abortisti volte ad attuare la legge (approvata dal parlamento solo il 13 dicembre) già dall?1 gennaio, molti ospedali hanno protestato spiegando di non essere ancora pronti, per la scarsità di macchine ad ultrasuoni, la mancanza di linee guida e di personale formato a praticare l?aborto, argomentando che ciò rappresenta un rischio per la vita delle stesse madri.
Eppure il governo, con a capo Leo Varadkar, apertamente gay, si è rifiutato di concedere una dilazione fino a febbraio o marzo, insistendo sull?avvio del ?servizio? già dal primo dell?anno. «Può non essere disponibile in ogni singolo ospedale e in ogni singolo luogo, ma il servizio sarà disponibile», aveva dichiarato Varadkar a dicembre. Come a dire che la cosa davvero importante e (diabolicamente) simbolica, per i fautori della cultura della morte, era che il ?nuovo corso? dell?Irlanda avesse inizio l?1 gennaio.
Di fronte a questo svilimento della vita umana, il vescovo di Elphin, Kevin Doran, ha ammonito i cattolici che hanno «pubblicamente e ostinatamente promosso» l?aborto «per ragioni politiche o ideologiche» o «per il loro avanzamento personale». L?occasione per questo ammonimento, come riferisce il settimanale cattolico The Tablet, è stata l?omelia tenuta l?1 gennaio alla cattedrale dell?Immacolata Concezione di Sligo, dove ha espresso la sua «autentica tristezza» per i politici battezzati che hanno portato avanti la campagna referendaria per l?abrogazione dell?Ottavo emendamento, ossia la norma che assicurava protezione costituzionale sia alla madre sia al nascituro.
Doran, una delle voci più coraggiose della Chiesa irlandese, rimasta in buona parte silente e timida nella fase di avvicinamento al referendum del 25 maggio 2018, ha esortato i politici a pentirsi per il danno fatto e «tornare al Vangelo della vita», avvertendoli che con la promozione dell?aborto hanno «scelto una posizione che è chiaramente fuori dalla comunione con la Chiesa». Essendo questa il Corpo mistico di Cristo, chi se ne distacca in piena avvertenza e deliberatamente con le sue azioni sta di fatto scegliendo – in assenza di pentimento – di non essere salvato. Perciò il vescovo, pensando al bene delle anime, ha aggiunto: «Non ha senso fingere il contrario». Doran ha spiegato che i rappresentanti politici hanno un particolare carico di responsabilità perché le loro decisioni non influenzano solo loro stessi bensì l?intera società.
Nella sua omelia il vescovo non ha mancato di definire «tragico» il «frutto dell?azione politica» celebrato dal governo e consistente nell?inizio ufficiale dei ?servizi? abortivi proprio nella solennità della Divina Maternità di Maria. «Questa negazione del fondamentale diritto alla vita, a prescindere da ciò che dice la gente, indebolirà indiscutibilmente il bene comune della nostra società. Danneggerà la pace interiore di madri, padri, nonni, medici e infermieri e di tutti coloro che ne saranno direttamente toccati». Ha poi criticato la quantità di energie politiche usate per raggiungere un «obiettivo fondamentalmente distruttivo» come l?aborto, quando queste energie si sarebbero potute impiegare per aiutare le famiglie senza una casa propria nonché coloro che sono bloccati nei centri irlandesi per i richiedenti asilo, i malati che attendono per accedere alle cure essenziali, i poveri e gli anziani. Doran ha quindi ringraziato le persone che si sono spese pubblicamente, a rischio anche della propria carriera, per difendere il diritto alla vita. Già pochi giorni dopo il referendum, il vescovo di Elphin aveva invitato i battezzati che si erano espressi a favore dell?abrogazione dell?Ottavo emendamento ad accostarsi al sacramento della Confessione per riconciliarsi con Dio.
Sulla stessa linea le affermazioni dell?arcivescovo metropolita di Armagh (la diocesi fondata da san Patrizio), Eamon Martin, lo stesso prelato che in un?intervista con il Sunday Times, nel maggio 2013, aveva avvertito i politici che agiscono per introdurre leggi abortiste a non tentare di ricevere la Comunione, fatta salva una reale contrizione. Martin ha ricordato che rimane gravemente immorale privare della vita una persona innocente, qualunque sia il suo stadio di sviluppo. «Cooperare a un tale atto, sostenendolo direttamente o indirettamente, sia come atto individuale che come politica sociale, sarà sempre gravemente sbagliato». Perciò, ha aggiunto il primate di tutta l?Irlanda, le vite di una donna e del suo bambino non ancora nato devono continuare a essere ugualmente meritevoli di amore, rispetto e protezione. «Qualsiasi legge che suggerisca il contrario non ha forza morale. In buona coscienza non può essere sostenuta; bisogna resistere a essa e noi dobbiamo continuare a chiedere e lavorare diligentemente per la sua limitazione, correzione e abrogazione», sapendo che quest?ultima, in presenza di una legge ingiusta, rimane l?obiettivo irrinunciabile di ogni autentica cultura della vita, come san Giovanni Paolo II ribadì efficacemente nell?Evangelium Vitae.
Inoltre, ha proseguito Martin, «nessuno dovrebbe essere costretto, contro la propria coscienza, a partecipare all?aborto o indirizzare pazienti ad altri per abortire». La legge non prevede la possibilità di obiezione di coscienza per gli ospedali, nemmeno se cattolici, anche se la Conferenza episcopale irlandese aveva già annunciato a giugno, attraverso la pubblicazione di un codice etico, che opporrà resistenza. Le nuove disposizioni abortiste pongono serie restrizioni pure all?esercizio individuale dell?obiezione di coscienza da parte di medici e ostetriche, le cui rimostranze sono rimaste in larga parte inascoltate.
Ermes Dovico per [www.lanuovabq.it]
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]]>Tra le meraviglie apportateci dalla modernità c’è anche questa: uno spaventoso tasso di suicidi.
Nel Medioevo, quando la vita era infinitamente più dura, il fenomeno era pressoché sconosciuto. Ma erano i secoli cristianissimi e la Chiesa faceva buona guardia.
Solo in Giappone la pratica del suicidio era stimata e considerata onorevole. Nella Cristianità, al contrario, era il peccato più riprovato, tanto da non meritare né funerali né sepoltura in terra consacrata.
E’ cambiato tutto, anche se il cambiamento più significante e vistoso non viene nemmeno preso in considerazione dalle statistiche, neppure dalla sociologia.
Scrivo mentre un giovane che conoscevo, fresco di diploma, giace morto dall’obitorio di Milano. Si è buttato dalla finestra, aggiungendosi ai quattromila suicidi annui che si contano nel nostro Paese. E ingrossando l’altra statistica, quella che vede il suicidio come seconda causa di morte tra i giovani dai quindici ai ventinove anni. La prima sono gli incidenti stradali, visto che la giovinezza è il tempo della pienezza delle forze e, dunque, il tempo in cui difficilmente si muore di morte naturale.
E in Italia, si fa per dire, va ancora bene. Tra le nazioni industrializzate ha uno dei tassi suicidari più bassi: «solo» 4mila suicidi l’anno.
In Europa uno dei peggio messi è il Belgio che, tra suicidi, aborti e eutanasie, gareggia per svuotarsi di belgi e riempirsi di musulmani.
In Inghilterra il governo ha dovuto dotarsi di un quasi-ministero ad hoc, con un sottosegretario alla Salute distaccato alla prevenzione del suicidio britannico, che dal 2010 è cresciuto del 67%: una galoppata mostruosa che colpisce gli uomini al di sotto dei quarantacinque anni. Per questa fascia d’età, nel Regno Unito il suicidio è la prima causa di morte. Addirittura. Quasi che gli inglesi, dopo il calcio e le freccette, abbiano inventato quest’altro hobby.
Abbiamo detto uomini, perché sono i maschi quelli che si suicidano di più (la nostra firma Roberto Marchesini potrebbe spiegarci questo arcano), quasi il doppio che le femmine.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mondo si toglie la vita un persona ogni 40 secondi. E i tentati suicidi sono venti volte più numerosi.
Senza contare che, troppo spesso, il tentato sucida di oggi è il suicida-suicida di domani, perchè esiste, ahimè, una dannata coazione a ripetere in questo campo.
Il fascismo, che ne aveva i mezzi, vietava ai giornali di riportare le notizie di suicidi, in quanto esiste un effetto-imitazione, come ben sanno i cronisti: quando riferiscono di un suicidio, quasi certamente nel giro di una settimana arrivano gli imitatori con le stesse modalità. Lo stesso vale, statisticamente parlando, per chi ha avuto un suicidio in famiglia.
Oggi, in epoca post-cristiana, la vita terrena è tutto, e non c’è altro dopo. Perciò, se la sua «qualità» non mi soddisfa, la butto via.
Dopo?
La Chiesa ci ripete, oggi, che c’è la «misericordia» (con ciò annullando la deterrenza). Dunque, non più l’Inferno.
Sarà vero? Speriamo di sì. Del resto, nell’era degli psicofarmaci non si può neanche dire con certezza se un suicida abbia commesso il suo peccato (perché questo è) con «piena avvertenza e deliberato consenso» come vuole il Catechismo.
Certo che una società in cui una delle principali cause di morte è il suicidio e una delle principali voci farmaceutiche riguarda gli psicofarmaci sarebbe da ripensare di sana pianta, visto che il «progresso», e non solo quello tecnologico, ha portato l’umanità a questo punto.
Sarebbe, cioè, da rievangelizzare.
Con la «misericordia»? Boh, ai posteri (se ci saranno) l’ardua sentenza.
Rino Cammilleri, per La Nuova Bussola Quotidiana, 12/10/2018
Vedi Anche Francesco Agnoli, L’ALTO TASSO DI SUICIDI NEI PAESI EX COMUNISTI E IN CINA E GIAPPONE INDICA CHE DOVE NON C’E’ DIO, L’UOMO SI PERDE NELLA SUA ANGOSCIOSA SOLITUDINE in [www.bastabugie.it]
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]]>A leggere alcuni proclami sull?accoglienza dei migranti sembra di trovarsi davanti a un nuovo dogma. C?è, si, un innegabile imperativo di assistenza umanitaria, ma anche una distinzione tra assistere e accogliere. E la dottrina sociale della Chiesa cattolica non avalla affatto l?indiscriminata accoglienza spesso predicata assumendo toni di scelta politica. La Verità ha incontrato monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e presidente dell?Osservatorio cardinale Van Thuan sulla dottrina sociale, per cercare di capire come interpretare il problema senza cadere in facili slogan.
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Monsignor Crepaldi, si moltiplicano gli appelli all?accoglienza, spesso anche da parte di uomini di Chiesa. Quali sono i criteri che la Dottrina sociale offre per affrontare il problema delle migrazioni senza precipitare nel vuoto buonismo?
?Non potendo andare tutti a Lampedusa ad accogliere immigrati bisogna impegnarsi con una buona politica, la quale deve sempre perseguire il bene comune, che non è solo quello degli immigrati, ma anche quello della nazione accogliente e quello del bene della comunità universale?.
Quindi?
?Quindi le politiche dell?immigrazione devono considerare i bisogni di chi chiede accoglienza e, nello stesso tempo, interrogarsi sulle reali possibilità di integrazione. Oltre all?assistenza immediata ci sono altri problemi?.
Quali ad esempio?
?Combattere la criminalità organizzata che organizza gli sbarchi, disincentivare la collusione di alcune Ong, non scaricare tutta la responsabilità sull?Italia ma favorire la collaborazione europea e mediterranea e così via. La carità personale getta spesso il cuore oltre l?ostacolo, ma la politica deve regolare l?accoglienza in modo strutturale nella tutela del bene di tutti?.
Secondo il decimo report del vostro Osservatorio, la questione del rapporto con l?islam assume chiaramente una rilevanza politica e deve perciò essere giudicata anche con i principi della dottrina sociale.
?La politica deve prima di tutto conoscere le religioni di cui si occupa, altrimenti non esercita la propria razionalità politica. Questo è un dovere che va attuato anche nei confronti dell?islam. E? un compito, in un certo senso, anche della Chiesa, che non dovrebbe limitarsi al solo dialogo interreligioso o predicare una accoglienza generica e indifferentista. Anche la Chiesa dovrebbe valutare l?islam ? come del resto le altre religioni ? alla luce dei principi della sua dottrina sociale?.
Cosa significa questo per l?integrazione dei migranti di fede islamica?
?L?integrazione autentica richiede questa valutazione, nel rispetto di tutti, compreso l?islam, che certamente non ha interesse a essere considerato diversamente da quello che è. Per conoscere una religione però, bisogna rifarsi alla sua teologia, alla sua visione di Dio, la quale richiede sempre al fedele una coerenza rispetto ai suoi principi. Questa coerenza teologica si impone sempre, prima o dopo. Le discussioni sull?islam ?moderato? o ?europeo? qui cadono?.
Che intende?
?Non bisogna far finta che nella teologia islamica non ci siano elementi che rendono difficile l?integrazione?.
Quali?
?L?idea di Dio come volontà, le sue leggi come decreti a cui obbedire alla lettera, l?impossibilità di un diritto naturale, la coincidenza tra legge islamica e legge civile, la distinzione antropologica tra categorie di persone, la priorità della Umma sull?umanità allargata , l?espansione come conquista??.
C?è sempre la possibilità che l?islam evolva?
?Illudersi che queste e altre caratteristiche possano mutare è ingenuo, come pensare che un cattolico possa rinunciare alla Trinità di Dio e all?incarnazione di Gesù?.
Per qualcuno sembra che il fenomeno dell?immigrazione sia ineluttabile e l?unica soluzione sia la società multietnica fatta di diverse culture e religioni. Lei che ne pensa?
?Bisogna distinguere tra le situazioni di fatto e quelle di diritto. Può darsi che il fenomeno delle migrazioni di fatti continui, ma nessuno può dire che sia in sè un bene?.
Per la Chiesa non lo è?
?I vescovi dell?Africa invitano i loro giovani a non emigrare e la dottrina sociale della Chiesa dice che esiste prima di tutto un diritto a ?non emigrare? e a rimanere nella propria nazione e presso il proprio popolo. Del resto, si sa che dietro la marea migratoria si celano molti interessi anche geopolitici. Le migrazioni non sono quindi un bene in sè. Dipende se servono il bene dell?uomo o no?.
Molti dicono che sono ineluttabili.
?Se non sono un bene in sè non sono nemmeno ineluttabili. Lo stesso dicasi per la società multireligiosa: non è un bene in sè, essa è a servizio del bene comune, che rimane il fine ultimo della comunità politica. Ci sono religioni che propongono e impongono prassi contrarie al bene dell?uomo, come la superiorità del maschio sulla femmina o le mutilazioni genitali. Dire che è un bene in sè significa rinunciare a valutare le religioni con un criteriodi verità?.
In un celebre discorso, il cardinale Giacomo Biffi disse che a proposito dell?immigrazione ?dovere statutario del popolo di Dio è di far conoscere Gesù di Nazareth e il suo necessario messaggio di salvezza?. Questo compito della comunità cristiana non viene messo un pò in secondo piano oggi?
?L?evangelizzazione e la promozione umana vanno insieme. Questo vuol dire che la promozione umana non può sostituire l?evangelizzazione. Accogliere e integrare può essere l?obiettivo della politica, ma la Chiesa ha un obiettivo che va oltre: annunciare Cristo. Ritengo che oggi ci sia la tentazione di fermarsi prima dell?annuncio?.
Sempre secondo Biffi, ?poichè non è pensabile che si possano accogliere tutti, è ovvio che si imponga una selezione?. Lui indica chiaramente che ?la responsabilità di scegliere non può essere che dello Stato italiano, non di altri?. Sembra una considerazione di buon senso, eppure oggi pare sostituita da un ?ecumenismo? dal sapore politico. Sbagliava forse il cardinale Biffi?
?L?ecumenismo politico, che accoglie tutte le religioni indiscriminatamente, significa l?abdicazione della politica al proprio dovere di perseguire il bene comune, che non è una semplice convivenza ordinata. Ci sono aspetti delle religioni che mettono in pericolo questa convivenza ordinata. Bisogna però anche rovesciare il ragionamento?.
Cioè?
?La ragione politica occidentale si è indebolita e tollera ormai tutto. Essa nasconde questa sua debolezza trasformando in valore la sua indifferenza religiosa. Il debole, come diceva F. Nietzsche, si difende trasformando in virtù la propria miseria. Così fa anche l?Europa che chiama tolleranza religiosa l?indifferentismo religioso?.
Troppa tolleranza è sbagliata?
?La politica deve essere tollerante ma non può tollerare il male da qualsiasi parte esso venga, comprese le religioni. Le politiche religiose, fatta salva la dignità delle persone, devono tenere conto di queste differenze sia nell?accogliere che nell?integrare e non può mai fare di ogni erba un fascio?.
(Lorenzo Bertocchi, per La Verità, 14 Gennaio 2019, tratto da https://alteromatteoli.it/aggregatore/intervista-a-mons-giampaolo-crepaldi-non-esiste-alcun-diritto-di-emigrare/ )
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]]>Capire le ragione di questa attenzione dei partiti verso la vita: quando il movimento è intransigente e forte, prima o poi, anche i potenti si piegano.
In Emilia-Romagna un primo evento regionale orientato in questa direzione: [www.fattisentire.org]
Un breve video della USA march for life 2019: [https:]]
La traduzione del discorso dell’uomo più potente del mondo:
“Oggi, sono molto orgoglioso di dare il benvenuto a decine di migliaia di famiglie, studenti e persone di tutte le fedi e provenienze nella capitale della nostra nazione per il 46 ° annuale March For Life.
Questo è un movimento fondato sull’amore e radicato nella nobiltà e nella dignità di ogni vita umana.
Quando guardiamo negli occhi di un bambino appena nato vediamo la bellezza nell’anima umana e la Maestà della creazione di Dio. Sappiamo che ogni vita ha un significato e che ogni vita merita di essere protetta. Come presidente, difenderò sempre il primo diritto della nostra dichiarazione di indipendenza, il diritto alla vita.
Durante la mia prima settimana in carica, ripristinai la politica di Città del Messico.
Abbiamo intrapreso azioni coraggiose per proteggere le libertà religiose di medici, infermieri e organizzazioni di beneficenza, come le Piccole sorelle dei poveri.
Abbiamo emesso una nuova proposta per vietare il finanziamento del titolo X da parte del contribuente a qualsiasi clinica che pratichi aborti.
Sosteniamo l’amorevole scelta dell’adozione e dell’affido, anche attraverso il supporto di servizi di adozione basati sulla fede.
E sostengo lo sforzo del Senato americano di rendere permanente l’emendamento Hyde, che proibisce i finanziamenti dei contribuenti per l’aborto nelle bollette di spesa.Oggi ho firmato una lettera al Congresso per chiarire che se inviano qualsiasi legislazione alla mia scrivania che indebolisce la protezione della vita umana, emetterò un veto. E abbiamo il supporto per sostenere quei veti. Ogni bambino è un dono sacro di Dio.
Come dice il tema di quest’anno di March For Life: “Ogni persona è unica, dal primo giorno”
Questa è una frase molto importante, “unica dal primo giorno.” E così vera.Voglio ringraziare gli americani che hanno viaggiato in tutto il paese per marciare per la vita. E, in particolare, voglio ringraziare tanti giovani che ci danno speranza per il futuro.
Insieme lavoreremo per salvare vite di bambini non nati in modo che abbiano la possibilità di vivere e amare, prosperare e sognare, e di benedire la nostra nazione e raggiungere il loro pieno e glorioso potenziale.Grazie e Dio benedica voi e le vostre famiglie e Dio benedica l’America“.
]]>
Contesto istituzionale. Il 1° giugno 2018 si è formato un nuovo Governo che ha posto fine alla Legislatura più anti-vita e anti-famiglia della storia d?Italia: i Governi Letta-Renzi-Gentiloni passano alla storia per le otto leggi contro la vita e la famiglia (1).
Tuttavia, la nuova legislatura nasce anche sotto la spada di Damocle di un ?contratto? che ha sinora impedito qualunque iniziativa a favore dei principi non negoziabili, in particolare l?abrogazione delle otto leggi già citate (2). L?unico tema che pare venga sostenuto è quello del cosiddetto ?inverno demografico? (3): ma è una posizione perdente perché ignora la sacralità della vita umana quale fondamento giuridico di ogni convivenza civile.
Ciò nonostante, il nuovo Governo ha risvegliato una qualche attenzione verso la vita umana, manifestatasi con una decina di Mozioni di amministrazioni locali in difesa della maternità. Si tratta di iniziative intese a «limitare i danni» (4) della legge 194/78 posto che, purtroppo, solo il Parlamento può abrogarla (5).
Ma, intanto, nuove leggi miranti alla distruzione della civiltà occidentale prendono corpo.
Contesto ecclesiale. La recente prolusione del Presidente della Conferenza Episcopale (6) è tornata ad attirare l?attenzione sui migranti e sul Partito Popolare (7), ignorando i valori non negoziabili e il pericolo islamico. È la conferma di tutta una serie di iniziative diocesane miranti alla costruzione di un nuovo soggetto politico (8) che ha visto, tra gli altri, la ricomparsa dell?On. Romano Prodi e di altri ex deputati PD.
L?appello finale del Card. Bassetti si inserisce ? come egli stesso richiama ? in cento anni di popolarismo, un?ideologia partitica connotata dalla subalternità nei confronti del potere, dall?illusione del ?cedere qualcosa per non perdere tutto?, dal trascurare il carattere vincolante della dottrina sociale della Chiesa e del divieto di cooperare al male.
Senza ripercorrere la storia di questa ideologia – da Don Sturzo ai firmatari della legge abortista (tutti democristiani), passando per la Costituente e Dossetti ? basterà qui ricordare che il primo Family Day 2007 fu organizzato dai vescovi per impedire una legge sui matrimoni gay presentata dal Governo cattolico democratico dell?On. Prodi? ma vi posero a capo due esponenti della stessa area culturale: il sindacalista Savino Pezzotta e l?ex radicale Eugenia Roccella, entrambi poi eletti in una delle multiformi reincarnazioni del Partito Popolare.
Più di recente, la rivolta popolare costituita dal Family Day 2015 ha visto la ?benedizione? a Massimo Gandolfini – ex ?cristiano per il socialismo? oggi convinto che «il Pd ha una sua storia e una tradizione con buoni valori» (9) – che poco prima del successivo Family Day 2016 è corso a prostrarsi all?On. Alfano, anch?egli cattolico democratico, ottenendo come risultato il far approvare le ?unioni civili?.
Contesto cattolico latu sensu. Tra subalternità ai potenti e silenzio sui valori fondamentali del vivere quotidiano, si assiste alla quasi scomparsa dell?associazionismo legato alla gerarchia. Non si pensa più nemmeno a cambiare la legislazione: «Occorre certamente ricordare la grande generosità dei Cav-Centri di aiuto alla vita, che non hanno risparmiato forze e risorse [?] strappando alla morte numerosi bambini. Così facendo tuttavia venivano a contrastare l?aborto con i fatti [?], ma consolidando l?idea che l?aborto sia sempre e comunque una questione di scelta ed evitando così di denunciare e di mettere in discussione il nefando principio dell?autodeterminazione della donna» (10).
Gli stessi esponenti dei partiti si sono ormai resi conto che le indicazioni dell?episcopato non sono più seguite da alcuno (11) e se ne ignorano ? talvolta anche si irridono (12) ? i richiami: è questo il motivo della scomparsa di ogni partito popolare dal Parlamento (13). Una recente ?mobilitazione generale? della Diocesi di Bologna – per la presentazione del libro ?Cattolici e politica? scritto dal vescovo di Faenza e presentato dall?ex deputato PD Ernesto Preziosi – ha visto la presenza di nemmeno 50 persone (14).
Discorso diverso per i gruppi locali di pro-life e pro-family che, spesso autonomi rispetto all?episcopato e ai partiti, agiscono sul proprio territorio (leggi: collegi elettorali) raccogliendo, organizzando e creando nuovo consenso, ad esempio per contrastare l?ideologia omosessualista che si vuole inculcare ai bambini.
?Io non ci sto?. È nel contesto sopra descritto che si svolge la Marcia per la Vita di quest?anno: se lo scopo è il medesimo di tutte le altre ? la riconquista dello spazio pubblico ? la sua importanza è accresciuta dall?avanzare sia di nuove minacce a vita e famiglia, sia per la confusione che regna in ?casa nostra?.
È sempre per il mutato contesto nazionale che fattisentire.org ha aderito al grande evento regionale in preparazione della Marcia (15): perché è sul nostro territorio che saremo ascoltati dai partiti, dato che è qui dove possono verificare il nostro peso elettorale ad ogni occasione.
Ed è qui che noi possiamo valutare nei fatti ? non nelle promesse ? il loro comportamento rispetto ai valori non negoziabili.
In Marcia, dunque! nessuno può mancare, né a Castelfranco Emilia né a Roma!
NOTE
(1) Cfr. FattiSentire.org, Si vota: ricordare le 8 leggi distruttive, in [www.fattisentire.org]
(2) Cfr. Tommaso Scandroglio, Quella moratoria sui princìpi non negoziabili, in [lanuovabq.it]
(3) Cfr. Forum Famiglie, De Palo confermato presidente: «Basta suicidio demografico», in [https:]] . Si consideri anche il silenzio post-elettorale dei Comitati DNF di Gandolfini circa l?abrogazione delle leggi contro la vita e la famiglia.
(4) «Un particolare problema di coscienza potrebbe porsi in quei casi in cui un voto parlamentare risultasse determinante per favorire una legge più restrittiva, volta cioè a restringere il numero degli aborti autorizzati, in alternativa ad una legge più permissiva già in vigore o messa al voto. [?] Nel caso ipotizzato, quando non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista, un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica. Così facendo, infatti, non si attua una collaborazione illecita a una legge ingiusta; piuttosto si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui», Enciclica Evangelium vitae, n. 73, in finis.
(5) Da segnalare che la Mozione proposta a Milano è stata ritirata da Luigi Amicone, indicato dai Comitati DNF di Massimo Gandolfini come candidato ?da votare? in Emilia-Romagna. Cfr. [www.milanotoday.it]
(6) Cfr. [https:]]
(7) Si suggerisce filialmente ai nostri Pastori di meditare a lungo tutta la profetica analisi del più lucido avversario della Chiesa nel secolo XX: I popolari, in www.nuovopci.it/classic/gramsci/popolari.htm
(8) Cfr., tra le tante iniziative: [https:]] ; [https:]] ; [https:]]
(9) Cfr. [www.affaritaliani.it] in finis.
(10) Marisa Orecchia, Solo pannicelli contro il mostro, in Radici Cristiane n° 133, maggio 2018, pag. 22.
(11) Si veda come esempio la mancata adesione dei parroci di Bologna al ?pranzo pro migranti?, in: [https:]]
(12) Cfr. Il Sindaco 5 stelle di Parma: [https:]]
(13) Cfr. [www.fattisentire.org]
(14) Qualche immagine in [https:]]
(15) Cfr. [www.fattisentire.org]
L'articolo 2019: una Marcia per la Vita più importante che mai proviene da Totus Tuus Network.
]]>Un articolo di Edward Pentin, nella traduzione di Sabino Paciolla.
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Il cardinale Walter Brandmüller ha detto che il dibattito sull?abuso sessuale del clero ?dimentica o mette a tacere il fatto che l?80% dei casi di violenza sessuale nella Chiesa ha colpito giovani maschi non bambini? e che un collegamento tra omosessualità e abuso sessuale è stato ?statisticamente provato?.
Un ex presidente del Pontificio Comitato per le scienze storiche, il cardinale Brandmüller ha detto all?agenzia di stampa tedesca DPA venerdì che ?solo un numero molto esiguo? di sacerdoti ha perpetrato abusi e che è ?ipocrita? da parte della società condannare gli abusi sessuali da parte dei sacerdoti.
?Quello che è successo nella Chiesa non è altro che quello che sta accadendo nella società nel suo complesso?, ha detto.
Ha aggiunto che, secondo lui, il problema più profondo è una crescente sessualizzazione della società negli ultimi decenni, e che ?il vero scandalo è che la Chiesa cattolica non si è distinta dal resto della società?.
Storico stimato della Chiesa, il cardinale Brandmüller è stato uno dei quattro cardinali che hanno firmato cinque dubia con i quali hanno chiesto chiarimenti a Papa Francesco sugli insegnamenti morali contenuti nell?esortazione apostolica del Papa del 2016, Amoris Laetitia.
Nell?intervista, il cardinale Brandmüller ha fatto eco sia a Papa Francesco che a Benedetto XVI nel dire che gli omosessuali non dovrebbero essere sacerdoti, dicendo che ?per una semplice ragione, una persona di orientamento omosessuale trova molto difficile da tener a bada (la sua tendenza, ndr)?.
?Inoltre, un sacerdote deve essere padre?, ha aggiunto, e che ?chi è emotivamente incapace di un normale amore umano e di essere responsabile della famiglia incontrerebbe difficoltà anche come sacerdote?.
I commenti del cardinale arrivano dopo che un rapporto pubblicato l?anno scorso (in Germania, ndr) ha rilevato che 1.670 sacerdoti hanno abusato di 3.677 minori, per lo più maschi, tra la fine della seconda guerra mondiale e il 2014.
Alcuni hanno criticato i commenti del cardinale. Ulf Poschardt, redattore del quotidiano Die Welt, lo ha descritto su Twitter come ?un modo vergognoso di relativizzare la colpa della Chiesa cattolica e diffamare gli omosessuali?.
Fuoco di verità a 90 anni
Il cardinale Brandmüller, che sabato ha compiuto 90 anni, ha scelto come motto Ignis in Terram (fuoco sulla terra) quando Benedetto XVI lo ha elevato cardinale. Il motto è tratto dalle parole di Gesù: ?Sono venuto a dare fuoco sulla terra? (Lc 12,49).
Il cardinale tedesco una volta disse, citando il teologo gesuita del XX secolo Johannes Leppich, che il Vangelo non è ?non un sonnifero, ma dinamite? e che ?se il Vangelo è vissuto, cambia il mondo?.
Fonte: National Catholic Register
L'articolo Card. Brandmüller, omo-eresia: ?il vero scandalo è che la Chiesa cattolica non si è distinta dal resto della società? proviene da Totus Tuus Network.
]]>L’Arcivescovo emerito di Ferrara si smarca dalla linea Bagnasco. «Chi vuole integrarsi deve fare passi di immedesimazione nella società».
I sindaci sbagliano a puntare sull?obiezione di coscienza contro il decreto sicurezza. L?integrazione deve essere affrontata con prudenza e realismo mettendo al centro diritti e doveri insieme. Lo afferma monsignor Luigi Negri, classe 1941, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio e teologo.
Nella presente versione l’intervista è stata arricchita da citazioni di riferimento alla pluri-secolare dottrina cattolica.
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Eccellenza, che cosa ne pensa dell?obiezione di coscienza evocata dai sindaci contro il decreto sicurezza?
«La Costituzione italiana e una prassi consolidata fanno sì che non si possa tirare fuori l?obiezione di coscienza di fronte a tutto, in chiave politica, soprattutto in particolare di fronte a disposizioni amministrative di un governo? e magari dagli stessi che l?hanno finora negata proprio lì dove era invece legittima e doverosa.
Il diritto all?obiezione va difeso quando sono messi in crisi principi fondamentali.
Quei sindaci che usano dell?obiezione di coscienza – volutamente come strumento politico – nei confronti di legittimi interventi di autorità superiori o pari, abusano del concetto».
Quindi ha sbagliato il cardinale Bagnasco a esprimere la sua approvazione?
«Conosco e stimo sinceramente Bagnasco, dico solo che io non mi sarei spinto così lontano in quella ?strada? così tecnica. Il tema della sicurezza è un problema del dialogo fra le forze laiche che partecipano alla vita sociale».
Come vanno interpretati i richiami evangelici di papa Francesco all?accoglienza?
«Il Pontefice non dimentica di parlare anche di prudenza nell?accoglienza. Il Papa ha maturato un suo cammino, i primi interventi non sono stati come gli ultimi, che hanno avuto maggiore assunzione realistica del problema. Io penso ciò che dissi 4 anni fa a Ferrara e che suscitò polemiche: l?accoglienza e l?integrazione sono due momenti diversi. L?accoglienza deve essere la più alta possibile. Concetto vicino, ma assolutamente diverso è l?integrazione».
In che senso?
«E? un passaggio che esige una duplice dinamica: chi integra deve valutare tutti i costi, anche economici, e chi chiede di essere integrato deve assumersi delle precise responsabilità. La sintesi di diritti e doveri deve essere al centro della società, altrimenti è solo demagogia».
Ma un cristiano può lasciare che gente venga lasciata in strada o in mare?
«No, il rispetto della persona in qualsiasi situazione non può essere mai diminuito».
E allora come è compatibile la linea leghista che punta a respingere i disperati sui barconi con il giuramento sul Vangelo di Salvini?
«In generale, chi strumentalizza il Vangelo sbaglia e chi ostenta attacchi o avvicinamenti non porta al bene di nessuno. Mentre è assolutamente positivo un recupero dell?identità culturale, umana e religiosa: le famigerate radici cristiane d?Europa».
Come bisogna porsi nei confronti dei migranti?
«L?elemento essenziale è il dialogo che, come mi ha insegnato Giussani, deve essere espressione dell?identità».
Bisogna accoglierli o no?
«Bisogna essere realisti nella valutazione dei problemi e delle soluzioni. E chi chiede di integrarsi deve compiere certi passi di immedesimazione con la nostra società. Però attenzione, questo può non bastare: non si può domandare di integrarsi in Italia e affermare che la sharia è una cosa giusta; abbiamo il dovere di sottolineare che è sbagliata perché è contro i diritti fondamentali della persona. Ecco un esempio del realismo che serve».
Questo articolo è stato pubblicato nell’edizione del 6 gennaio 2019 del quotidiano La Stampa a firma Domenico Agasso jr .
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]]>di Louis Salleron
PER UNA STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO MODERNOUn eccellente compendio per chi è interessato al pensiero economico, in particolare gli studenti di economia: Liberalismo e socialismo dal XVIII secolo ai nostri giorni.
Evento per gli Emiliano-Romagnoli |
Un evento regionale in preparazione della Marcia
Sabato 9 febbraio 2019, a Castelfranco Emilia (Bo/Mo)
Emilia-Romagna in Marcia per la Vita!
Dalle 16 alle 19 faremo il punto sulla situazione in Regione assieme a
– VIRGINIA CODA NUNZIANTE (portavoce nazionale della Marcia)
– esponenti pro-life della nostra Regione
– i tre segretari regionali dei partiti che più hanno FATTO in difesa della vita e della famiglia.
Il volantino intero qui: [www.fattisentire.org]
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]]>Educare non è indottrinare, bensì trasmettere agli studenti gli strumenti critici e la capacità di ragionamento perché imparino a pensare con la propria testa. A leggere certi testi adottati nelle scuole italiane, però, sembra che questa missione sia stata soppiantata dalla propaganda a favore dell’Europa, della moneta unica, dell’immigrazione e del multiculturalismo.
Si pensi a un testo di geografia destinato alle scuole medie: Geo Green 2 di Carlo Criguolo, edito da Paravia. È stato un consigliere regionale friulano di Forza Italia. Roberto Novelli, ad additare pubblicamente un passaggio del libro in cui, dopo una serie di allarmi sull’«invecchiamento medio» e la diminuzione dei «giovani europei», si legge: «Gli immigrati extraeuropei (africani, asiatici, sudamericani) rappresentano già oggi una parte consistente della popolazione giovane d’Europa. La vera sfida sociale e demografica del continente consiste nel “passare il testimone”: gli immigrati devono poter entrare nella società e nell’economia europee a ogni livello professionale e civile: solo accettando gli immigrati l’Europa anziana (che detiene la ricchezza economica e le radici culturali europee) permetterà l’esistenza dell’Europa futura».
Pare di sentire la «presidenta» della Camera Laura Boldrini, che nel marzo 2016, a Palermo, aveva invocato l’arrivo di 300-400.000 immigrati all’anno per impedire che la popolazione italiana scenda «al di sotto dei 45 milioni».
IUS SOLI
Molto simili i toni del volume In prima! che fa parte della collana Zoom. Geografia da vicino dell’editore Loescher. Ai ragazzi di prima media il testo spiega che «gli immigrati sono una presenza indispensabile, soprattutto in alcuni settori lavorativi come l’edilizia, il lavoro domestico, l’assistenza a bambini e anziani». Per dirla con Emma Bonino: senza gli immigrati, chi raccoglierebbe i pomodori?
Nel libro non manca il tema dello ius soli: gli autori Luca Brandi. Guido Corradi e Monica Morazzoni lamentano che «i figli di stranieri nati in Italia continuano a non aver diritto alla cittadinanza italiana».
Non è un caso che i più piccoli siano il bersaglio privilegiato dei tentativi di manipolazione: è più facile deformare la mentalità di chi non ha ancora una personalità ben strutturata. E gli effetti nefasti della geografia «militante» si fanno sentire.
SCARSA PREPARAZIONE
Secondo una ricerca di Skuola.net condotta su 1.500 ragazzi dalle medie all’università, metà degli studenti non sa che in Italia ci sono 20 regioni, il 46% pensa che il Gran Sasso faccia parte della catena delle Alpi e il 43% non sa che Crotone si trova in Calabria. In compenso, tutti scopriranno, leggendo Il mondo domani di Elisabetta Sergio (Garzanti), che gli immigrati «costituiscono per l’Europa una preziosa risorsa economica, sociale e culturale. Inoltre contribuiscono a mantenere positivo il saldo demografico».
Al che uno si chiede se abbiano ragione quei «complottisti» che parlano di «sostituzione etnica» o se gli istituti di statistica, i quali registrano un calo della natalità anche tra gli stranieri approdati nelle opulente società occidentali, non smentiscano il mantra dell’Africa che salva il Vecchio continente dall’estinzione.
Nelle pagine di Fare geografia insieme, edito dal Capitello, si assiste alla celebrazione della società europea «ormai diventata multietnica», ma gli autori Renzo De Marchi. Francesca Ferrara e Giulia Dottori ammettono che nemmeno «l’arrivo di nuovi migranti» basterà a fermare l’inverno demografico italiano. Nonostante ciò, l’immigrazione viene dipinta come «una grande risorsa per l’Italia».
Addirittura, il testo afferma che «numerose fabbriche e importanti settori dell’agricoltura chiuderebbero senza i lavoratori stranieri». Non sono mica imprenditori e partite Iva a tenere in piedi il Paese; è la manodopera subsahariana a basso costo.
La stessa mistificazione si trova in Kilimangiaro 1, edito da Laltes, in cui si elogia la «preziosa manodopera» degli immigrati, i quali accettano «lavori che molti europei ritengono troppo umili» e «hanno il diritto di essere accolti in Paesi sicuri». D’altronde, neppure gli insegnanti sono al riparo dal martellamento immigrazionista: Il contributo dei rifugiati e dei migranti nella costruzione di una società interculturale è l’altisonante titolo di un compendio delle Edizioni scientifiche italiane dedicato ai docenti.
INVASIONI BARBARICHE
È ormai arcinoto il caso del libro Il racconto dello storico di Silvio Paolucci, Giuseppina Signorini e Luciano Marisaldi (Zanichelli) per le scuole medie, in cui quelle che un tempo si chiamavano «invasioni barbariche» sono state ribattezzate «grandi migrazioni», basate sull’«idea chiave» dell’integrazione.
Ma forse in pochi immaginano che persino quando studiano le lingue i ragazzi siano bombardati dalla propaganda. Nel volume English Plus di Ben Wetz, edito da Oxford university press e adottato da molte scuole superiori, compare un esercizio di grammatica con frasi che inneggiano al multiculturalismo, all’abolizione dei confini, all’euro e persino all’anarchia: «Perché non lasciare che i cittadini di tutti i Paesi attraversino i nostri confini ogni volta che vogliono?». Oppure: «Nella mia società ideale non ci sono leggi, perciò alle persone è consentito fare quello che vogliono». E, infine, la tirata pro euro: «Perché ci sono valute diverse? Dovremmo fare in modo che tutti usino la stessa moneta».
Il Performer B1 di Zanichelli, invece, include un esercizio con proposizioni in cui si argomenta che, dall’introduzione dell’euro, i prezzi sono diminuiti e i servizi bancari sono diventati più semplici. Insomma, il globalismo e l’esaltazione di Unione europea e moneta unica sono temi piuttosto diffusi. Tesi che paiono riprese quasi letteralmente dall’opuscolo didattico messo a disposizione da Bankitalia, secondo il quale l’euro avrebbe avvantaggiato i consumatori (distruggendo la domanda interna?) e favorito le «transazioni commerciali» (già, quelle della Germania).
Ora, a colpire non è soltanto l’immoralità degli scopi perseguiti da quei manuali, ossia fare proselitismo tra gli studenti di scuole medie e superiori. Meraviglia specialmente la carrellata di inesattezze, distorsioni e omissioni che finiscono per privare i ragazzi di elementi utili a valutare autonomamente gli argomenti. Una galleria degli orrori e degli errori contro la quale esistono due antidoti: insegnanti seri e famiglie vigilanti. E. magari, una strigliata del ministero ad autori ed editori.
Geo green di Carlo Griguolo, Paravia
«La vera sfida sociale e demografica del continente consiste nel “passare il testimone”: gli immigrati devono poter entrare nella società e nell’economia europea a ogni livello»
Il mondo domani di Elisabetta Sergio, Garzanti
«Gli immigrati «costituiscono per l’Europa una preziosa risorsa economica, sociale e culturale. Inoltre contribuiscono a mantenere positivo il saldo demografico»
English Plus di Ben Wetz, Oxford university press
«Perché ci sono valute diverse? Dovremmo fere in modo che tutti usino la stessa, moneta»
Il fattore umano 2 di Maurizio Bettini, Mario lentano, Donatella Puliga, Paerson
«Variano da civiltà a civiltà le norme sociali o giuridiche che definiscono l’incesto, l’aborto, l’infanticidio, l’adozione, il divorzio»
L’acero rosso di Barbara Greppi, Annalisa Vada, Stefano Bordiglioni, Elena Rizzo Licori, Mondadori
«Si può essere adottati o avere due mamme e due papà. […] il legame che unisce la famiglia non è il sangue: è il cuore che ci rende genitori e figli»
Le parole le cose di Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani, Franco Marchese, Palumbo editore
«Nel mondo greco e romano l’omosessualità – sia maschile sia femminile – era ammessa come normale: in particolare, essa aveva una forma codificata, la pederastia, che consisteva nel rapporto amoroso che legava il maestro al discepolo adolescente»
L'articolo La scuola indottrina i nostri figli? proviene da Totus Tuus Network.
]]>Succede a Parma: dopo le mille false priorità sull’omo-eresia, i migranti, l’islam, l’ecologia, l’ambiente, il dialogo, il nuovo soggetto politico dei cattolici, la pace e i “Bella Ciao” cantati in Chiesa, il Vescovo guarda alla famiglia di Nazaret e… sbotta ripetendo le verità di natura!
«Due uomini e due donne che vivono assieme come marito e moglie non sono famiglia, anche se mettono al mondo dei figli, direttamente o indirettamente. Anche se viene ratificata da una legge o in qualche comune di Italia, questa non è famiglia».
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«Vivere sotto lo stesso tetto non basta per essere una famiglia». Dopo i quattro atti di riconoscimento del sindaco di figli di coppie gay, monsignor Solmi prende posizione: «Nessuna discriminazione, ma questa realtà è formata solo da un uomo e una donna uniti nel matrimonio».
Dopo l’articolo uscito sulla Gazzetta di Parma, oggi il sindaco Federico Pizzarotti interviene su questo tema con un post su Facebook: “felice di aver sottoscritto nei giorni scorsi il riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali. Lo rifarei oggi, domani e nei giorni a venire”.
«Due uomini e due donne che vivono assieme come marito e moglie non sono famiglia, anche se mettono al mondo dei figli, direttamente o indirettamente. Anche se viene ratificata da una legge o in qualche comune di Italia, questa non è famiglia. Lo diciamo senza voler giudicare, discriminare o dileggiare queste persone».
E? quanto insegnato dal vescovo Enrico Solmi in occasione della festa della Santa famiglia, a pochi giorni dalla sottoscrizione da parte del sindaco Federico Pizzarotti di quattro atti di riconoscimento di bambini nati all?interno di coppie omosessuali.
Sabato pomeriggio monsignor Solmi ha presieduto la messa solenne celebrata nella parrocchia della Famiglia di Nazareth (in via Navetta) alla presenza di tutti i parroci e fedeli che compongono la Nuova parrocchia. «Dio è venuto al mondo per diventare uno come noi ? ha esordito il pastore della Diocesi ?. E l?ha fatto entrando in una famiglia, diventando bambino nel grembo di Maria. Ha scelto questa via per indicare la grandezza della famiglia e della maternità».
Monsignor Solmi ha quindi ricordato come la famiglia sia una realtà precisa, che non va confusa con altre. «E? composta da un uomo e una donna che si vogliono bene, che decidono di mettere assieme la loro vita e lo fanno nel matrimonio ? ha sottolineato -. Da quel momento vivono assieme e si aprono alla prospettiva di generare dei figli. Anche le famiglie che patiscono la rottura e la divisione sono espressione di questa realtà e vanno aiutate da tutta la comunità».
Il vescovo ha quindi rimarcato come ci siano realtà «che contraddicono pienamente la famiglia. Due uomini e due donne che vivono assieme come marito e moglie non sono famiglia ? ha ricordato – anche se mettono al mondo dei figli direttamente o indirettamente. Questa non è famiglia: anche se viene ratificata da una legge o rettificata in qualche comune di Italia. Non lo diciamo per far arrabbiare o mancare di rispetto a qualcuno. La verità non è un pesce da tirare in faccia, ma deve aiutare a far chiarezza».
Fondamentale in questo senso l?educazione dei giovani. «Non voglio giudicare, discriminare o dileggiare le persone con tendenza omosessuale, che fanno parte della grande famiglia di Dio, ma la loro non è una vera famiglia, come testimonia la nostra Costituzione ? ha proseguito il vescovo -. La verità non offende, ma ci aiuta a credere. Preghiamo allora per la famiglia. Perché sia sostenuta e favorita nel suo compito indispensabile per la società e la Chiesa».
IL SINDACO PIZZAROTTI: “FELICE DI AVER RICONOSCIUTO COPPIE OMOGENITORIALI”.
Scrive il sindaco Federico Pizzarotti sulla sua pagina Facebook: «Il nostro Vescovo ci dice che una coppia gay non è una famiglia. […] Ribadisco che sono felice di aver sottoscritto nei giorni scorsi il riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali. Lo rifarei oggi, domani e nei giorni a venire».
Luca Molinari, per https://www.gazzettadiparma.it/news/chiesa-di-parma-/560687/parma-coppie-di-fatto-e-coppie-gay-il-vescovo-enrico-solmi-la-famiglia-e-quella-unita-nel-matrimonio-il-sindaco-federico-pizzarotti-felice-di-riconoscere-coppie-omogenitoriali.html
L'articolo Vescovi esasperati dagli attacchi alla famiglia… parlano! proviene da Totus Tuus Network.
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